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Lugano

5 spunti da Lugano: freddo del Nord, capitani, dimensioni, regole d’ingaggio, polveri bagnate

(PostFinance/KEYSTONE/Christian Merz)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Da capitano a capitano

(Photobrusca & Luckyvideo)

Tra le fila del Lugano i giocatori emersi maggiormente nell’ultimo weekend fanno di nome Calvin Thürkauf e Mike Sgarbossa, autori il primo di un hat-trick in quel di Rapperswil e il secondo di una doppietta la sera prima di fronte al Losanna.

Il secondo gol del capitano bianconero alla SGKB Arena di Rapperswil è arrivato proprio su preciso e pregevole suggerimento di Sgarbossa in powerplay, quasi un favore da capitano a capitano, da quello soprannominato così per l’assonanza con un famoso pirata di un franchise della Disney a quello del vascello bianconero, che anche con l’aiuto del corsaro canadese sta iniziando a uscire dalle acque mosse dei bassifondi. A volte per governare le navi occorre più di un leader a bordo.

2. Regole d’ingaggio

(Photobrusca & Luckyvideo)

Un esercizio sul quale il Lugano – nel caso i suoi centri di ruolo – deve lavorare è sicuramente quello degli ingaggi. Al momento la squadra bianconera è nona in classifica con il 48,6% di riuscita, una percentuale sotto la media e di sicuro di bassa riuscita pratica.

Questo fattore è dettato dai numeri individuali dove solo Giovanni Morini (buon 52,4%) e Calvin Thürkauf (50,8%) superano la media del 50%, mentre Zach Sanford scende al 49,3% e Mike Sgarbossa addirittura al 41,7%. La zona dove i centri bianconeri soffrono di più è quella difensiva con un complessivo 46,7% e non va molto meglio in quella offensiva con il 49,7%, arrivando al 50% tondo solo in zona neutra.

Ad emergere individualmente per zona è il solo Morini che raggiunge un eccellente 61,1% in zona neutra e un ottimo 55,5% in fase offensiva, ma crolla davanti alla propria porta con il 36,8%, zona dove fatica anche Sgarbossa con il 38,3%. Urgono esercizi a ripetizione.

3. Polveri bagnate

(Photobrusca & Luckyvideo)

Le difficoltà di Brendan Perlini nell’andare in rete sono sotto l’occhio di tutti, l’attaccante ex Losanna e Ambrì Piotta è ancora fermo a zero gol, e analizzando le mappe dei suoi tentativi si capisce anche perché difficilmente può dare una svolta alla sua stagione continuando a cercare i tiri in questa maniera.

I tentativi di Perlini in totale sono 32, di cui 17 sono arrivati in porta, ma di questi ultimi solamente tre provengono dallo slot basso davanti al portiere. Il resto dei tentativi arriva dalla zona di ingaggio sinistra (sei tiri in porta da quel lato), mentre altri otto sono partiti da zone molto larghe del terzo quasi a formare tra loro un perimetro quadrato che va anche oltre le aree designate per gli ingaggi.

Presi questi dati e la pericolosità dei dischi scagliati, al momento risulta che in media i tentativi del numero 96 provocano solo 0.05 xG (expected goals) a tiro. A titolo di paragone, Drake Caggiula viaggia con 0.08 di xG con 50 dischi scagliati, Waltteri Merelä con lo 0.09 su 40, e Filip Zadina con pure lo 0.08 su 44 tentativi, tutti molto più pericolosi con molti più tentativi di tiro rispetto all’ala dei bianconeri.

(NLIcedata.com)

4. Il freddo del Nord

(Photobrusca & Luckyvideo)

Da quando è arrivato nel caldo – non solo climaticamente per lui – Ticino, Tomas Mitell ha subito dato l’impressione, rivelatasi veritiera, di essere una persona molto tranquilla, pacata e che lascia poco spazio esternamente alle emozioni.

Non si è mai dimostrato preoccupato, ha predicato calma e sangue freddo nelle serate più difficili perché crede fermamente in una filosofia che vuole piazzare un mattone dopo l’altro nella maniera più solida possibile, sicuro che solo in questo modo le fondamenta resisteranno a lungo.

Noi ticinesi, abituati a sbalzi climatici e alla frenesia sportiva del tutto e subito nonostante predicassimo (spesso male) di essere pazienti, ci dovremo abituare alla compostezza dello svedese, che forse vuole insegnarci altri modi di vedere le cose e di non panicare alla prima difficoltà, come dimostrato dal fatto che ha modificato pochissimo la sua formazione anche quando le cose non funzionavano. Ah, pare che alla fine della partita di Rapperswil, Mitell abbia pure abbozzato un mezzo sorriso, ma nessuno può confermarlo.

5. Le dimensioni non contano

Nelle ultime partite il Lugano ha trovato qualche certezza in più, tra le quali un quarto blocco che finalmente ha un senso e un potenziale tangibile quando va sul ghiaccio. Con Giovanni Morini al centro e le veloci ali Aleksi Peltonen e Ramon Tanner questa linea ha messo in difficoltà gli avversari grazie a un grande lavoro di forecheck e all’energia messa in ogni cambio, oltre a macinare anche parecchio gioco offensivo.

In particolare il piccolo e sgusciante ex Bienne, inizialmente un oggetto un po’ misterioso, ultimamente ha portato grande qualità nel blocco, sfruttando la sua velocità di pattinaggio e comunque un’esperienza nel ruolo maturata in quel di Bienne, squadra che negli anni ha sviluppato una sua precisa identità di gioco. Per qualcuno era troppo piccolo e leggero per ricoprire il ruolo di ala da checker line, ma al momento Tanner sta facendo del suo meglio per meritarsi il rinnovo contrattuale con la squadra bianconera.

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