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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: evitare il record, zappa ed emozioni, l’allarme più forte, non mollare mai

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Una settimana per evitare il “record”

(Ailura)

In termini puramente numerici, stiamo purtroppo assistendo a uno degli inizi di stagione peggiori della storia dell’Ambrì Piotta. L’ultimo posto attuale è la diretta conseguenza di un bilancio di ben otto sconfitte consecutive, una situazione che sotto la guida di Luca Cereda si è verificata una sola volta, tra il 21 ottobre e il 5 novembre 2022.

I leventinesi nel derby scenderanno dunque in pista anche per evitare di rendersi protagonisti di un primato decisamente poco felice, ovvero una nona sconfitta filata che rappresenterebbe il periodo più nero dell’attuale gestione sportiva.

C’è ancora del margine prima di arrivare al record di sconfitte consecutive del club, arrivato addirittura a 12 nel 2009/10, quando alla transenna c’era Benoit Laporte. Un’annata difficile che Paolo Duca sicuramente si ricorda bene, visto che era il capitano e top scorer di quella squadra. Quel campionato si concluse con una serie ai playout contro il Bienne, risolta proprio da Duca con il gol decisivo nell’overtime di Gara 6.

In due circostanze invece si verificò una serie di dieci sconfitte filate, nel 2006/07 con alla guida Pekka Rautakallio (sostituito a novembre da Larry Huras), e poi durante la stagione 2012/13 con Kevin Constantine.

2. Pic, pala e zappa

Lo sappiamo, l’Ambrì Piotta per filosofia ha sempre voluto portare avanti il concetto di “pic e pala”, ma in questo avvio di campionato il principale attrezzo usato dai leventinesi sembra proprio essere la zappa.

Nello scorso weekend si sono infatti viste due partite in cui i biancoblù la zappa se la sono tirata sui piedi, mancando una grande quantità di occasioni da gol, tanto da riuscire a segnare unicamente una rete negli ultimi 120 minuti di gioco. Ovviamente troppo poco, specialmente ricordando che sia contro Zugo che a Friborgo nei primi due periodi gli uomini di Cereda hanno avuto sui loro bastoni delle ottime opportunità.

Come se non bastasse, la vera “zappata” è arrivata a seguito di errori evitabili. Venerdì era stato Joly a regalare allo Zugo la rete del vantaggio, mentre sabato due falli evitabili di Formenton e Virtanen hanno permesso al Gotteron di trovare l’allungo decisivo.

In termini di gol attesi, l’Ambrì si attesta a metà classifica con 21.45 (contro i 14 effettivamente segnati), e gli expected points indicano una proiezione di 11.9 contro i 4 attuali. Una grande discrepanza affossata anche dalla seconda peggior percentuale al tiro della lega (5.71%), non aiutata nemmeno da un Joly che attualmente mostra la più grande differenza nell’intera lega tra gol attesi (3.06) e quelli ottenuti (nessuno).

3. In riserva di emozioni

Quando sulla carta si concede qualcosa agli avversari, ovviamente non si parte battuti. Ci sono tanti elementi che portano all’esito di una partita, e altrettanti aspetti su cui si può fare leva per avere la meglio sull’altra squadra, anche con una rosa meno attrezzata. Uno di questi elementi sono ovviamente le emozioni.

E l’Ambrì Piotta negli scorsi anni è stato spesso un buon esempio di come si possa aggredire l’avversario alimentando il proprio incedere con delle emozioni trascinanti, che però devono pur nascere da qualcosa.

Solitamente ad accendere le emozioni c’è un episodio particolare, che va a unire il gruppo, come un gol in un momento delicato, oppure la capacità di stringere i denti e superare assieme le avversità. In questa stagione però le emozioni positive in casa leventinese sono state davvero poche, con delle partite che raramente hanno premiato gli sforzi della squadra, ed anzi la punizione è sempre stata dietro l’angolo anche a causa di errori grossolani.

In tutta la lega l’Ambrì Piotta è infatti stata la squadra che ha giocato il minor numero di minuti in vantaggio nel risultato (appena il 7.75% dei 545 minuti totali), mentre per quasi la metà del tempo (47.51%) i biancoblù si sono ritrovati ad inseguire.

L’unica vera scarica di energia è insomma stata quella data da Heed con il gol della vittoria a ridosso dell’ultima sirena contro il Kloten. Ora però il serbatoio delle emozioni è in riserva, e la spia rossa lampeggia già da un po’.

4. L’allarme più forte

(PostFinance/KEYSTONE/Til Buergy)

Ci sono vari tipi di allarmi che possono suonare nel corso di una stagione, ma nessuno risuona in maniera più forte e chiara di quello della classifica, che ora presenta all’Ambrì Piotta una dura – seppur prematura – realtà.

Vivere un inizio di stagione difficile non è un dramma, è successo ai biancoblù in passato ed è capitato anche a squadre ben più attrezzate, ma c’è una differenza tra le difficoltà nel far decollare la stagione e il confrontarsi con una graduatoria che vede la squadra all’ultimo posto. È vero, sono passate solo nove partite, ma in fondo sono anche GIÀ passate nove partite, e considerando pure un preseason poco convincente è chiaro che troppe cose in Leventina stentano ad ingranare.

Mai infatti nell’era di Luca Cereda, dopo nove match erano arrivati così pochi punti. Il minimo ottenuto erano stati i nove fatti registrare nel 2017 e 2020, seguiti dai 10 nel 2019. Ultimamente invece le cose erano andate decisamente meglio, con 17 punti nel 2022, 14 nel 2023, e 16 nello scorso campionato. Il famoso fieno in cascina di cui le squadre piccole hanno terribilmente bisogno, e che di norma riescono a incamerare più facilmente ad inizio campionato, quando le grandi non sono ancora a pieno regime.

Chissà che allora il fatto di ritrovarsi sul fondo non possa essere quello stimolo ancora mancante per fare “click”. Finiti all’ultimo posto, dai biancoblù ora ci si attende soprattutto una reazione d’orgoglio.

5. Non mollare mai

Non ci riferiamo ovviamente allo slogan spesso utilizzato negli anni dai tifosi del Lugano per spronare i bianconeri, ma piuttosto alla persistenza che stanno mostrando Paolo Duca e Luca Cereda anche in questo momento difficile, a maggior ragione dopo quanto riferito da Klaus Zaugg sul portale Watson.

La difficile situazione sta ovviamente preoccupando anche lo staff, che si sarebbe dunque ritrovato domenica per una sorta di “riunione di crisi”, così da discutere quanto sta succedendo e capire come reagire alle recenti difficoltà. Una cosa è però certa, DS e coach non getteranno la spugna.

“Non se ne parla”, ha confermato Paolo Duca a Zaugg in una telefonata sulla via di casa. “Non ci arrendiamo”, ha sottolineato Luca Cereda, seduto in auto di fianco a lui. Ma del resto su questo non c’erano davvero dubbi, ora però questo spirito ed unità dovranno tradurli sul ghiaccio anche la squadra.

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