
BIENNE – AMBRÌ
3-2
(1-0, 1-2, 0-0; 1-0)

Reti: 05’38 Rajala (Blessing) 1-0, 29’04 Pestoni (Tierney, Petan) 1-1, 36’52 Dionicio (Rajala, Cajka) 2-1, 38’28 Zwerger (Heim, Heed) 2-2
Rigori: Andersson, Sylvegaard, Joly
Note: Tissot Arena, 6’039 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Borga; Duc, Huguet
Penalità: Bienne 2×2, Ambrì Piotta 4×2
Assenti: William Hedlund, Rocco Pezzullo, Alex Formenton, Tim Muggli (sovrannumero), Daniele Grassi, Isacco Dotti (infortunati)
BIENNE – Doveva innanzitutto tornare a sentirsi vivo l’Ambrì Piotta, e chissà che l’ispirato terzo tempo imbastito a Bienne non possa finalmente rappresentare un primo piccolo punto di svolta in una stagione leventinese che sta stentando in mille modi a decollare.
Questo lo dirà il tempo, ma nel frattempo è stato importante vedere la squadra di Luca Cereda mostrare 20 minuti di un certo ritmo e pericolosità, in cui la convinzione dei leventinesi è stata contrappesata solamente da un’imprecisione in esecuzione che ha impedito all’Ambrì di strappare la vittoria piena.
Per l’economia della sfida sarebbe probabilmente stato troppo, visto che per la prima mezz’ora il Bienne ha imperversato mandando in tilt la squadra leventinese, che già alla prima pausa sarebbe benissimo potuta rientrare negli spogliatoi sotto almeno di tre gol. Sylvegaard e compagni hanno infatti di che mangiarsi le mani per il grandissimo numero di chance vanificate dalle parti di Gilles Senn, autore di una “frittata” sull’1-0 di Rajala ma poi molto bravo nel reagire e trovare varie parate determinanti.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)
In alcune circostanze bisogna anche ammettere che l’Ambrì è stato un po’ fortunato – un paio di occasioni locali erano quasi più difficili da sbagliare – ma i ruoli si sono sostanzialmente invertiti nella seconda metà di gara, quando era invece stato Säteri ad evitare la capitolazione dei suoi con un mix di bravura ed anche un po’ di buona sorte.
In questa partita c’è insomma stato di tutto. I ragazzi di Cereda hanno iniziato come peggio non avrebbero potuto, faticando tantissimo a trovare ritmo e incapaci di costruire momentum favorevole, ma il Bienne ha confermato i suoi grandi problemi di concretezza non approfittando della situazione. Contro altre avversarie sopravvivere a un avvio del genere sarebbe stato perlomeno improbabile.
L’Ambrì ha così potuto alzare la testa piano piano. Alla prima occasione in powerplay Pestoni ha infilato l’1-1 su azione orchestrata da Tierney, e da quel momento in avanti i seeländer hanno perso il filo del loro gioco. I biancoblù hanno invece preso coraggio, soprattutto dopo aver reagito immediatamente con Zwerger al nuovo vantaggio locale.
L’attaccante austriaco ha confermato di trovarsi in un buon periodo di forma e, oltre al secondo gol del weekend, è stato anche tra i più attivi dei suoi ed ha confermato dei segnali che già da qualche partita erano incoraggianti. Tierney è tornato in formazione ed ha portato in pista tutto sommato una prestazione onesta, mentre Petan non ha impressionato particolarmente ad eccezione del finale.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)
Negli ultimi minuti di pressione del terzo tempo il canadese ha infatti imbastito alcune giocate che hanno finalmente lasciato intravedere le sue qualità. Una sua iniziativa ha presentato su un piatto d’argento a DiDomenico il puck per il gol vittoria – però vanificato, a conferma del momento nero del veterano – e dal suo bastone sono partiti anche un paio di tiri insidiosi. Difficile dire se quell’accelerazione durata un paio di cambi possa rappresentare un primo passo avanti – fosse arrivata la rete quella fase avrebbe assunto un significato più concreto – ma perlomeno un sussulto è meglio dell’apatia mostrata nel recente passato. Nel finale c’è poi stato anche il suo rigore respinto dai ferri.
Nel complesso la serata della Tissot Arena ha dunque mostrato tanti spunti, dalla preoccupante prima metà alla più ispirata seconda fetta di gara. La partita si sarebbe potuta chiudere velocemente se il Bienne avesse sfruttato anche solo una parte delle nette opportunità avute, ma nel contempo una volta superata la tempesta, l’Ambrì ha avuto più volte la limpida chance di portare in Leventina i tre punti.
Una prestazione completa di buon livello è dunque ancora lontana, ma se ad esempio dopo la serata di Berna si era considerato il terzo periodo come molto preoccupante, in questo caso l’Ambrì ha mostrato a sé stesso di poter giocare con una certa personalità.
Un po’ poco? Sicuramente, ma da qualche parte per trovare un’identità bisognava pur iniziare. Ora dopo mille cambiamenti si tratterà anche di dare stabilità al lineup e vedere i singoli giocare con maggior fiducia – Joly ha trovato il suo primo gol ufficiale, pur su rigore – per iniziare finalmente a crescere. A Bienne si è dovuti giocare con il fuoco per mezz’ora prima di vedere finalmente dei segnali nella giusta direzione, ora questo sussulto dovrà trovare continuità.
IL PROTAGONISTA
Marcus Sylvegaard: Il biondo svedese del Bienne è sembrato inarrestabile nella prima metà di partita, quando i seeläander hanno fatto quello che volevano sul ghiaccio, costruendosi tante chance per segnare. Alla fine il top scorer ha trovato il gol solamente ai rigori decidendo la sfida, ma per energia e costanza nei cambi ha fornito una prova molto ispirata.
HIGHLIGHTS



