
AMBRÌ – Archiviata anche la quarta sconfitta filata per mano degli ZSC Lions, cominciano ad apparire evidenti le lacune della compagine leventinese in questo inizio di stagione. Una di queste riguarda la chiara mancanza di leader. Chi dovrebbe trascinare la squadra non lo sta facendo e l’impatto di tutto il pacchetto stranieri è praticamente nullo. Michael Joly è tra quelli che dovrebbero indicare la via, ma che sta faticando maledettamente ad essere incisivo.
Quella che doveva essere una serata speciale per celebrare gli 88 anni del club si è invece chiusa con la quarta sconfitta consecutiva. Come giudichi la prestazione di venerdì sera?
“Insufficiente. Se vogliamo cominciare a vincere le partite bisogna fare di più. Forse il momento non ci è particolarmente favorevole, forse non è tutto dalla nostra parte, ma è proprio per questo che dobbiamo cercare di semplificare il nostro gioco così da trovare gli spazi necessari”.
Attualmente sembrano mancare idee e impulsi offensivi. Come te lo spieghi?
“Direi che in questo momento a mancare è l’energia in generale. Rendiamo troppo semplice la vita ai nostri avversari: non chiudiamo i check, a volte siamo troppo molli e poi non facciamo backcheck. Troppo spesso quando i nostri attaccanti perdono il disco non ritornano con la necessaria intensità. Bisogna mettere sotto pressione il portatore del puck, chiudere le linee di passaggio e cercare di disturbare il tiro. E questo non lo stiamo facendo. Serve una maggiore intensità”.
Occorre anche maggiore furbizia nel gestire quei momenti della sfida in cui il momentum è dalla vostra. Troppo spesso sono arrivati errori in fasi a voi favorevoli…
“Sono d’accordo. Ci sono stati alcuni episodi che hanno spostato il momentum dalla nostra ma a quel punto qualcosa non ha funzionato. Forse ci siamo rilassati, forse ci siamo sentiti troppo sicuri di noi stessi… non saprei dire. Sta di fatto che abbiamo sprecato delle buone occasioni per riaprirla e quando di fronte ti ritrovi giocatori del calibro di Malgin, poi dopo puoi solo recriminare. E così è successo, loro ne approfittano, e tu perdi il momentum”.
Gli stranieri dovrebbero dare una spinta in più, ma i gol non arrivano. Senti una responsabilità particolare in questa situazione?
“È chiaro che dobbiamo fare di più, ma il discorso riguarda tutta la squadra. Le basi si costruiscono da dietro, con la necessaria solidità difensiva e la capacità di avviare le azioni in modo efficace. In questa lega nessuno ti regala nulla, non basta che un paio di giocatori siano in serata, serve lo sforzo di tutti. Solo così si può davvero fare la differenza. Ognuno deve portare il proprio contributo, e naturalmente noi stranieri siamo chiamati ad assumere un ruolo importante in questo processo”.
In un momento di difficoltà servono certezze, magari anche date da una composizione delle linee più stabile. Il fatto che continuino a cambiare può costituire una difficoltà in più?
“No. Come ho detto si tratta della giusta energia che ognuno di noi deve mettere sul ghiaccio. Non c’entrano nulla le linee”.



