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Ambrì Piotta

Foga e confusione, la sconfitta non è solo negli errori di Heed

I leventinesi mostrano volontà di battagliare per due tempi, ma gli errori dello svedese uccidono la partita. Ancora insufficienti gli attaccanti stranieri

Foga e confusione, la sconfitta non è solo negli errori di Heed

AMBRÌ – ZSC LIONS

2-5

(1-3, 1-1, 0-1)

Reti: 04’14 Malgin (Hollenstein, Aberg) 0-1, 04’58 Landry (Pestoni, Virtanen) 1-1, 11’34 Frödén 1-2, 19’58 Weber (Frödén, Aberg) 1-3, 32’12 Zwerger (Joly, Terraneo) 2-3, 39’20 Malgin 2-4, 43’47 Aberg 2-5

Note: Gottardo Arena, 6’309 spettatori
Arbitri: Gerber, Stricker; Obwegeser, Schlegel
Penalità: Ambrì 2×2, ZSC Lions 1×2

Assenti: William HedlundRocco PezzulloMiles MüllerChris Tierney (sovrannumero), Daniele GrassiIsacco Dotti (infortunati)

AMBRÌ – Non si faccia l’errore di concentrarsi solamente sulla sciagurata serata di Tim Heed, perché i problemi dell’Ambrì Piotta in questo avvio di stagione vanno sicuramente oltre i regali confezionati dallo svedese agli ZSC Lions, che puntualmente hanno colpito nei momenti chiave della partita.

Sono infatti troppe le cose che ancora non funzionano nella squadra di Luca Cereda, che ha nuovamente rivoluzionato il lineup provando nuove combinazioni e spostando Petan al centro, lasciando nel contempo Tierney – ingaggiato con l’idea di essere il perno essenziale – per la seconda volta in tribuna in cinque partite.

Il risultato è stata una partita in cui l’Ambrì ha mostrato per due tempi una buona energia e voglia di battagliare, anche se lo ha fatto con tanta foga e poco ordine, e in alcuni tratti pure in maniera un po’ isterica e frenetica. A loro modo comunque tutti segnali di vita di un gruppo che – ora come non mai – ha la necessità di vivere emozioni positive e vedere qualche disco rimbalzare a proprio favore, ma sono ancora troppi i fattori che per i biancoblù rappresentano un problema.

Nel gioco offensivo si fatica a vedere costanza e linearità, con tante manovre portate avanti alla rinfusa. Il fatto di aver praticamente cambiato lineup ad ogni incontro probabilmente non aiuta – c’è confusione addirittura ad osservare le cose da fuori – ed anche se finalmente sono arrivati due gol sporchi che hanno premiato la volontà messa in pista, la lucidità di costruzione ed anche quella d’esecuzione dei singoli è lontana dall’essere sufficiente.

A livello statistico bisognerebbe andare a scomodare gli annuari, perché a memoria è difficile ricordare una stagione iniziata senza gol degli attaccanti stranieri dopo addirittura cinque partite. Per spiegare le difficoltà dell’Ambrì ci si potrebbe quasi fermare qui, perché senza un contributo maiuscolo dei giocatori d’importazione, è ovvio che per i leventinesi essere competitivi diventa proibitivo.

In questo senso la partita di venerdì non ha dato dei segnali incoraggianti. Anche schierato al centro Nic Petan in questo momento è semplicemente impresentabile, con un impatto sul gioco nullo ed anzi condito da dischi gestiti malamente ed un’evidente difficoltà a reggere la velocità degli avversari, con anche errori di posizionamento grossolani. Nel suo blocco hanno faticato pure Formenton e DiDomenico, autori della loro partita meno ispirata da inizio stagione.

Hanno sicuramente fatto meglio i due blocchi “di mezzo”, con Zwerger che ha trovato il gol e che nelle ultime uscite sta dando segnali di reazione positivi. Non male nemmeno Tim Muggli, al debutto stagionale, mentre Manix Landry ha firmato il provvisorio 1-1 con una bella incursione.

Purtroppo a segnare in maniera negativa il match c’è stato Tim Heed, prima sfortunato sul punto d’apertura di Malgin – ma l’azione era già stata avviata da un suo errore – e poi scellerato nella gestione dei dischi praticamente consegnati agli avversari in occasione del secondo, quarto e quinto gol dei Lions.

Nel mezzo c’è stata la terza segnatura di Weber a soli due secondi dalla prima sirena, quando su azione d’ingaggio l’Ambrì ha mostrato ancora di avere problemi di organizzazione tattica sul ghiaccio, con Virtanen che nell’occasione ha letto male la situazione e aperto gli spazi agli avversari. Certo, quell’ingaggio offensivo era stato viziato da un offside – pure ravvisato da un linesman! – e che avrebbe dovuto portare il faceoff in zona neutra, ma i leventinesi devono piuttosto recriminare sull’ennesimo gol concesso agli avversari per un proprio errore evitabile.

Sicuramente peccato, perché soprattutto nel periodo centrale si è visto che l’Ambrì il fuoco che dovrebbe alimentare il suo gioco lo nasconde ancora sotto la cenere, ma lo ha mostrato con poca costanza e soffocato da un’esecuzione ancora poco brillante. Quando Marco Bayer ha chiamato il timeout per fermare la foga dei leventinesi, e poi Malgin ha infilato il 2-4 a 40 secondi dalla sirena, la partita è di fatto terminata.

L’Ambrì ora si ritrova in una situazione non facile, con una trasferta a Bienne insidiosa ed una squadra ancora ampiamente alla ricerca di equilibri, automatismi e dinamiche interne. Quasi tutto stenta a funzionare, nell’attesa di stabilità ed un momento di svolta.


IL PROTAGONISTA

Tim Heed: È inteso come protagonista ovviamente in negativo, perché quattro reti su cinque degli ZSC Lions lo hanno visto nei panni dell’involontario artefice del gol. Lo svedese è stato sfortunato sulla prima rete ma l’azione era stata avviata da un suo precedente errore, e i puck regalati agli avversari in occasione di addirittura altri tre gol sono imperdonabili. Già nel passato campionato lo avevamo visto commettere tante sbavature, la speranza è che la partita di venerdì resti un caso isolato.


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HIGHLIGHTS

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