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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: fuoco d’avvertimento, non è DiDomenica, reparti invertiti, un centro per due

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Reparti alla rovescia

Nelle settimane di avvicinamento al campionato si aveva l’opinione comune che il tallone d’Achille dell’Ambrì Piotta fosse il reparto difensivo, ma nelle prime tre partite sono invece stati gli attaccanti a mostrare le maggiori difficoltà, mentre dalle retrovie sono arrivate note liete.

Con solamente sette reti incassate in tre incontri il bilancio è discreto, anche se bisogna dare ampio credito a Gilles Senn e soprattutto a Philip Wüthrich, che in alcune circostanze hanno messo delle gigantesche pezze agli errori dei compagni, con in particolare un eccessivo numero di contropiedi concessi – la partita di Langnau è stata da incubo – a causa di sbavature banali e assolutamente da evitare.

Spesso però questi errori sono stati commessi da leggerezze degli attaccantiPetan ha perso vari dischi sanguinosi, Joly pure non è al riparo da critiche, e De Luca è stato all’origine dell’episodio costato la partita venerdì – mentre i difensori hanno saputo colpire anche in avanti e attualmente solamente Virtanen presenta un bilancio negativo.

I difensori guidano inoltre la classifica marcatori dell’Ambrì, con Terraneo (un gol e un assist) e poi Zgraggen (stesso bottino) che hanno portato la maglia di Top Scorer, mentre Heed aveva trovato la segnatura dell’unica vittoria ottenuta sin qui.

Attacco insomma rimandato, nella speranza che questi “reparti alla rovescia” trovino al più presto la normalità delle cose.

2. Fuoco d’avvertimento

Fatta eccezione per il match di debutto in cui la maglia di Top Scorer è stata indossata da capitan Dario Bürgler, i biancoblù sono sempre scesi in pista con un difensore nelle vesti di miglior marcatore, e questo succederà di nuovo martedì a Berna visto che sabato la serata si è chiusa in bianco.

Bravi ovviamente Terraneo e Zgraggen ad iniziare bene la stagione, ma il fuoco presente sul loro casco deve essere da avvertimento per tutti gli altri. È infatti sintomatico che dopo tre partite l’unico attaccante ad aver trovato il gol sia stato De Luca, e che tra gli stranieri offensivi il bottino si limiti ad un assist in seconda di DiDomenico.

Ovviamente siamo all’inizio e potrebbe bastare una serata per sbloccare tante individualità, ma sinora il Ticino condivide il fondo della classifica degli attaccanti stranieri, con ben sette elementi tra Ambrì Piotta e Lugano senza alcun punto.

3. Un centro per due

Ha sorpreso tutti la decisione di coach Luca Cereda di rinunciare a Chris Tierney nella serata di sabato. Il canadese dovrebbe infatti essere il primo centro dei biancoblù, l’uomo che deve portare solidità nel mezzo e un importante gioco two-way – elementi idealmente necessari per contrastare squadre forti come il Losanna – oltre a un’efficacia agli ingaggi che lo straniero ha già saputo mostrare con il 58.7% di efficacia su 46 esecuzioni.

È però stato lui a lasciare spazio a Formenton, con di conseguenza la necessità di spostare qualcun altro al centro. La scelta è stata duplice, con Pestoni e De Luca che si sono di fatto spartiti il compito, e sommando i loro apporti ne è uscito il centro mancante.

Durante le fasi di gioco è infatti stato Pestoni a prendersi la responsabilità di stare nel mezzo, sgravato però dal compito degli ingaggi, esercizio che decisamente non è nelle sue corde. Dal 2016 a oggi il ticinese ha infatti giocato 213 partite eseguendo un totale di appena otto faceoff. Al cerchio d’ingaggio sabato si è presentato sempre De Luca, decisamente più affrettato in materia.

A lasciare sorpresi sono state anche le dichiarazioni di Cereda alla RSI, dove ha descritto Pestoni come “il prototipo di centro. Ha una visione di gioco sopra le righe e nei duelli è una forza della natura”. Visione che si può comprendere pensando alle sue mani, che lo hanno sempre reso un buon playmaker all’ala, mentre sono meno nelle sue caratteristiche lotte nello slot e aspetti difensivi che accompagnano le responsabilità di essere un centro. Oramai nessun “C” può prescindere dall’avere degli elementi two-way nel proprio gioco.

È verosimile pensare che le intenzioni di reinventare Pestoni al centro siano anche in relazione alla velocità attuale della lega e alla rapidità in transizione che l’Ambrì vuole dare al suo gioco, che il 34enne potrebbe faticare a sostenere. In termini di pattinaggio giocare al centro richiede un po’ meno velocità, mentre sono più importanti visione di gioco e senso della posizione.

D’altronde lo stesso Cereda ha ammesso che secondo lui “questo cambiamento potrebbe addirittura allungargli un po’ la carriera”. Il tempo dirà se sarà un’intuizione vincente. Ma per ora, già a partire da martedì a Berna, Pestoni dovrebbe ritornare al suo posto.

4. Non è sempre DiDomenica

Ci ha provato e riprovato Chris DiDomenico, ma com’era già successo nelle ultime amichevoli di preparazione, anche nelle prime uscite di campionato il canadese non è riuscito a trovare il gol nonostante ottime occasioni.

La buona notizia è che l’Ambrì ha ritrovato sul ghiaccio il solito DiDomenico, quello che si sbatte e non si dà mai per vinto, anche quando continua a scontrarsi contro il muro della difesa avversaria. Per tentativi di tiro è sinora stato l’attaccante più attivo (17 tentativi complessivi) e quello con la seconda discrepanza più grande in squadra tra gol realizzati e quelli attesi (-0.87), dietro solamente a Joly (-0.93).

Importante inoltre notare come praticamente tutti i tiri in porta effettuati da DiDomenico sinora siano partiti all’interno dello slot. Come al solito il suo raggio d’azione è il più possibile vicino al portiere avversario, un messaggio questo che dovrebbe essere d’esempio a vari suoi compagni.

Poi è vero, le cose non vanno sempre bene, ma l’insistenza è l’aspetto principale. In fondo non è sempre… DiDomenica.

5. La calma del principiante

Se qualcuno poco esperto della nostra lega avesse seguito l’Ambrì Piotta nell’avvio di campionato, vedendo Luc Bachmann non avrebbe certo pensato che si trattasse di un giovane con alle spalle appena 13 minuti totali (!) di ghiaccio in National League.

Il 20enne al fianco di Virtanen ha infatti vissuto un avvio di campionato per certi versi sorprendente, in particolare per la calma mostrata anche nelle fasi in cui era sotto pressione, e soprattutto la tranquillità con cui ha reagito ai suoi errori.

Il giovane non è stato esente da sbavature, qualche disco lo ha gestito in maniera imprecisa e a volte ha dovuto ricalibrare la sua posizione, ma nel complesso le sue qualità sono evidenti. Fare in un colpo solo uno step avanti che ti porta agli oltre 14 minuti di ghiaccio attuali, con compiti anche in boxplay, non è evidente. Per l’Ambrì è un valore aggiunto, sicuramente da sfruttare in prospettiva.

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