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National League

I top e flop dell’ultima settimana di campionato

Ecco i giocatori che si sono distinti nelle scorse partite, ed i nomi di chi invece potrebbe dare qualcosa di più

(PostFinance/KEYSTONE/Til Buergy)

Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi proporrà la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.

Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.

Di seguito la selezione basata sui turni di campionato giocati nell’ultima settimana.


Leonardo Genoni (Zugo): Due partite sono già bastate per far capire che il portiere dello Zugo vuole iniziare al meglio questo campionato, diversamente da come era andata la scorsa stagione a causa dei noti guai fisici. Shutout subito all’esordio contro il Berna e una sola rete incassata alla Cornèr Arena di fronte al Lugano, dal cui facile calcolo ne escono 0,5 reti subite a partita con il 98% di parate. Ma oltre ai numeri il portiere vicecampione del mondo ha mostrato una sicurezza nei movimenti e negli interventi, che hanno finalmente mostrato il miglior Genoni.

Phil Baltisberger (Langnau): Capace di vincere le due partite del weekend, il Langnau ha mostrato come di consueto il suo spirito combattivo e la volontà di non mollare, e nell’economia del gioco dei Tigers si è fatto valere anche Phil Baltisberger. In particolar modo con l’assenza di Riikola c’era bisogno che altri elementi prendessero delle responsabilità importanti, e lui ha garantito oltre 22 minuti di ghiaccio a partita con buona solidità e pure qualche spunto offensivo. Sull’arco di tre incontri ha fatto partire ben otto tiri segnando una bella rete contro l’Ambrì Piotta, mentre sabato a Zugo ha contribuito alla bella rimonta mettendo su Wolf il disco poi trasformatosi nel primo punto ospite. Sul suo conto anche cinque tiri bloccati e nessuna penalità.

Santtu Kinnunen (Langnau): Il finlandese rispetto al suo anno in una squadra attrezzata come quella degli ZSC Lions ha sicuramente del potenziale inespresso, e in questo primo scampolo di stagione a Langnau lo abbiamo già visto esprimersi su ottimi livelli. Kinnunen inizialmente doveva fare coppia con Riikola, ma con il suo infortuni le responsabilità che ha dovuto assumersi si sono subito dovute alzare di una tacca, visto che al suo fianco è stato posizionato il giovane Mathys. Il suo bottino è già di tre assist – tutti ottenuti nella grande rimonta di Zugo – e un ruolo determinante in powerplay, tanto da essere il giocatore più impiegato in squadra.

Denis Malgin (ZSC Lions): Quando decide di accelerare le operazioni di gioco, il fuoriclasse degli ZSC Lions dimostra di praticare un altro sport rispetto a quasi tutti gli avversari di National League. Già due gol e ben cinque assist nel carniere del nazionale svizzero dopo sole tre partite, con una “masterclass” dimostrativa alla Swiss Life Arena contro il Lugano che ha messo in evidenza tutte le sue incredibili qualità. Due perfetti assist in contropiede, uno per Frödén, l’altro per Hollenstein che è tornato così al gol dopo 509 giorni di attesa, oltre a un gol che andrebbe mostrato nelle scuole hockey per la tecnica di tiro sfruttando il difensore davanti a lui. Semplicemente di un altro pianeta.

Dominic Lammer (Rapperswil): Inizio di campionato da sogno per il numero 98 del Rapperswil, il quale da martedì indosserà la tenuta da topscorer dei Lakers grazie al ragguardevole bottino di due reti e altrettanti assist dopo una settimana di campionato. Fondamentale l’apporto dell’ex attaccante del Lugano nella sfida contro il Berna, con lo splendido game winning gol in powerplay insaccato con l’assistenza di Nico Dünner, altro giocatore dei sangallesi in grande spolvero in questo inizio di stagione. E i quattro punti di Lammer corrispondono già a due terzi del bottino insaccato dal 32enne nello scorso campionato.

Filip Zadina (Davos): Pronti, via e lo sniper del Davos ha immediatamente ricominciato a produrre gol come se non si fosse mai fermato, trovando il fondo della rete in tutte le partite sin qui disputate, ed aggiungendo anche un assist al suo bottino. La sua principale forza la conosciamo, e risiede in un tiro spesso irresistibile che parte dal suo bastone a velocità fulminea, quello che lo scorso anno gli aveva permesso di segnare ben 27 gol. Sembra già trovarsi molto bene con lo scattante centro Asplund, ed il suo gioco si è mostrato trascinante in diverse occasioni anche grazie ad un pattinaggio che spesso si fa incontenibile.


Harri Säteri (Bienne): Non è stato molto protetto dai suoi difensori il portiere finlandese del Bienne, questo va detto, ma di solito si era abituati che l’ultimo salvataggio era spesso opera del 35enne, che in questo avvio di campionato ha accusato più di una difficoltà. Lasciato in tribuna per la sfida di Friborgo a favore di Janett, Säteri mostra le sue difficoltà anche nelle prime statistiche: solo l’84% di parate su 44 tiri ricevuti e 3,5 reti subite a incontro, numeri che stanno davanti solamente a quelli di Damiano Ciaccio, con il portiere dell’Ajoie che ha subito quasi il doppio delle conclusioni rispetto al suo collega della Tissot Arena.

Ramon Untersander (Berna): Pur considerando la vittoria ai rigori contro il Ginevra, l’inizio di stagione del Berna è stato piuttosto problematico, soprattutto dal punto di vista di un’organizzazione difensiva che ha fatto parecchia acqua. Preoccupante in questo senso la serata di Rapperswil, con una miriade di errori di posizionamento e valutazione che hanno trascinato nel caos anche l’esperto Untersander, che finora ha finito in negativo tutte le tre partite disputate. Da parte sua si sono visti pochi impulsi e spunti offensivi, contribuendo alle difficoltà di un reparto che anche con tre elementi stranieri sta faticando a trovare equilibri e solidità.

Linus Hultström (Bienne): Il Bienne ha iniziato con difficoltà questo campionato, e alcuni dei suoi uomini migliori non hanno ancora ingranato. Tra questi anche l’atteso difensore svedese, giocatore offensivo che finora ha completamente nascosto le sue qualità di playmaker e tiratore, e pure sul piano difensivo ha mostrato diverse criticità. Non fa una bella figura in particolare nella sfida casalinga contro il Davos quando, in situazione di rilancio in powerplay, si addormenta sulla pressione di Zadina e favorisce il gol di Asplund che chiude i giochi per i grigionesi.

Nic Petan (Ambrì Piotta): È il giocatore a sollevare maggiori interrogativi in casa Ambrì Piotta, perché purtroppo il canadese dopo un preseason piuttosto anonimo non è riuscito a cambiare passo nemmeno con l’inizio del campionato. Nel suo gioco si vedono giocate eleganti ed alcune di playmaking interessanti, ma sinora a livello di intensità e mordente nel gioco siamo lontani da quanto si chiede da lui. Offensivamente non è riuscito a mostrare un gioco trascinante e che potesse indicare la via ai compagni, con Petan che si è spesso limitato a giocare ai lati del settore offensivo commettendo anche parecchi errori nella gestione del disco. Dopo tre partite il suo bilancio è di -4, nessun punto e soprattutto un gioco leggero anche nei tentativi di tiro. Da lui ci si attende molto di più.

Jacob de la Rose (Friborgo): La stagione dello svedese – al rientro dall’infortunio degli scorsi playoff – era iniziata maluccio già nella sfida contro il Lugano, quando aveva fornito una prova anonima e nemmeno nei momenti di maggiore pressione dei suoi aveva saputo far sentire la sua presenza. Le cose sono andate ancora peggio nella sfida di Losanna, quando il centro si era ritrovato in pista in occasione di tutte (!) le segnature avversarie, uscendo dal ghiaccio con un terribile bilancio di -5. Non era ovviamente stato l’unico colpevole su quegli episodi – anche Bertschy e Jecker, ad esempio, ne avevano combinate parecchie – ma vedere una tale mancanza di solidità e fisicità da un elemento come lui è un chiaro segnale che è ancora lontano dalla miglior forma.

Brendan Perlini (Lugano): Le difficoltà nell’andare a rete del Lugano sono perfettamente descrivibili con le prestazioni dell’ex Losanna e Ambrì Piotta. Perlini doveva essere la scommessa da rivitalizzare con le sue doti da scorer, ma a fronte delle assenze di Sekac e Kupari, il peso offensivo principale tra gli stranieri dei bianconeri doveva poggiare sulle sue spalle, ma finora l’apporto del numero 96 è decisamente nullo. Non si discute il suo lavoro fisico e in forecheck, ma come terminale delle azioni offensive l’anglo-canadese si ritrova sempre fuori dalle posizioni e dai tempi giusti, risultando praticamente innocuo se non per qualche violento quanto sporadico tiro effettuato anche da zone improbabili.

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