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Lugano

È un altro Lugano, ma contro lo Zugo non arriva alcun punto

I bianconeri si mostrano solidi e compatti ma faticano a finalizzare. La squadra ha già identità e carattere, ma le difficoltà degli stranieri offensivi sono evidenti

(Photobrusca & Luckyvideo)

È un altro Lugano, ma contro lo Zugo non arriva alcun punto

LUGANO – ZUGO

1-2

(0-0, 1-2, 0-0)

Reti: 25’31 Tatar 0-1, 31’35 Alatalo (Simion) 1-1, 39’33 Hofmann (Kovar) 1-2

Note: Cornèr Arena, 5’160 spettatori
Arbitri: Lemelin, Piechaczek; Bachelut, De Paris
Penalità: Lugano 2×2, Zugo 3×2

Assenti: Samuel GuerraRamon Tanner (sovrannumero), Jiri SekacRasmus KupariMarco Zanetti (infortunati)

LUGANO – Nel quadro delle comunicazioni normalmente si parte dalle cattive notizie. Le cattive notizie in casa Lugano parlano di zero punti conquistati contro lo Zugo nell’esordio casalingo, di zero reti da parte degli attaccanti stranieri e di un solo gol segnato anche contro i tori, sempre per mano di uno “svizzero”, anche se di cognome fa Alatalo e comunque è difensore.

Ci sono dei limiti in questo Lugano, e con fuori gente come Jiri Sekac e Rasmus Kupari – tra le mani migliori che ci sono in squadra – questi limiti sono ancora più evidenti, con un Brendan Perlini che si danna l’anima in fase di forecheck e pulizia delle zone trafficate ma che offensivamente è praticamente nullo, un Mike Sgarbossa che non riesce ancora ad accendere il gioco se non solo a sprazzi, e un Zach Sanford che allo stato attuale è improponibile sia per resa di gioco che per condizione fisica.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Quindi molto sta sulle spalle degli svizzeri, e questi perlomeno stanno prendendo in mano la situazione di gioco offensivo, come Simion, Thürkauf, Bertaggia e un Canonica (topscorer venerdì sera) che spostato all’ala sa giocare molto più in profondità e rendersi più pericoloso nelle azioni d’attacco in velocità.

Passiamo quindi alle note positive, che comunque sono diverse e molto importanti. Il Lugano che si è mostrato contro lo Zugo è partito molto meglio rispetto alla prima gara contro il Friborgo, con testa e gambe pronte, e ha dimostrato di avere una struttura solida e ben riconoscibile, oltre che un carattere finalmente forte e capace di difendere territorio e compagni. Il gioco che parte dalle retrovie è già riconoscibile con una sua impronta, crea molto più traffico nello slot e i giocatori sono meglio posizionati per il recupero del disco e il rilancio del gioco, con transizioni veloci e finalmente con diverse opzioni, ma che purtroppo terminano spesso con un nulla di fatto.

Però il lavoro fatto da Tomas Mitell e Stefan Hedlund con una squadra in parte rivoluzionata e nell’altra parte ridotta a un cumulo di macerie scontenta e depressa questa primavera non va affatto sottovalutato e occorre bene capire in che mondo si è dovuto muovere il nuovo staff bianconero.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Sul piano della personalità diversi giocatori sono irriconoscibili – nel senso buono del termine – rispetto a pochi mesi fa, come Müller, Aebischer e persino Dahlström, che anche contro lo Zugo ha comunque offerto una prestazione degna e con qualche spunto sorprendente partecipando in certi casi anche alla manovra offensiva. Merito questo forse anche dell’impostazione di gioco voluta dallo svedese che fa partecipare tutta la linea e che in alcuni casi ha sorpreso anche lo Zugo con delle azioni avvolgenti e continue, ripetute con il recupero e il controllo del disco e quella rotazione tipicamente svedese in zona neutra per riprendere l’offensiva.

Altre differenze verso un Lugano di alcuni mesi fa le si sono viste anche quando lo Zugo ha spinto forte forte con le sue linee migliori – KubalikTatarMartschini ha un potenziale devastante – e i bianconeri non sono andati nel solito panico da “formicaio in fiamme”, bensì hanno saputo mantenere le posizioni e continuare nel proprio gioco, andando anche sul fisico pesante quando ce n’è stato bisogno.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Tutto sommato uscire senza punti da questa sfida, con uno Schlegel sugli scudi e apparentemente rinfrancato moralmente, è un vero peccato, perché i bianconeri hanno fatto gioco pari al quotatissimo avversario e ha avuto anche l’occasionissima di un 6 contro 4 nel finale sprecata malamente, con un pasticcio dietro l’altro.

Ora la serie d’acciaio continua con la sfida ai Lions di sabato sera, e per la squadra di Mitell sarà importante non pensare ossessivamente ai punti non incassati finora ma a continuare a crescere sul piano del gioco collettivo e sperare di migliorare sul fronte offensivo, per non continuare a rimpiangere quanto fatto e quanto poco raccolto.


IL PROTAGONISTA

Andreas Wingerli: Non ha messo punti il topscorer dello Zugo, ma è stato una spina nel fianco della difesa bianconera per tutta la partita. Velocissimo sui pattini si è presentato due volte quasi solo davanti a Schlegel in shorthand facendo guadagnare diverso tempo ai suoi, e nelle transizioni in velocità ha spesso dato un gran da fare ai difensori nell’uno contro uno, prendendosi la scena molto di più rispetto agli attesi Kubalik e Tatar.


HIGHLIGHTS

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