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Ambrì Piotta

L’Ambrì Piotta vuole essere più completo e offensivo, ma dovrà superare i suoi soliti limiti

Con quattro attaccanti stranieri fissi nel lineup e delle responsabilità più distribuite, i biancoblù non vogliono più dipendere da poche individualità. La rosa svizzera lascia però dei dubbi, in diversi dovranno fare dei passi avanti

L’inizio della stagione 2025/26 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


AMBRÌ PIOTTA

La rosa 2025/26

PORTIERI
Gilles Senn, Philip Wüthrich

DIFENSORI
Isacco Dotti, Luc Bachmann, Simone Terraneo, Zaccheo Dotti, Jesse Zgraggen, Dario Wüthrich, Jesse Virtanen (🇫🇮), Tim Heed (🇸🇪), Rocco Pezzullo

ATTACCANTI
Chris Tierney (🇨🇦), Daniele Grassi, Manix Landry, Dominic Zwerger, Miles Müller, Inti Pestoni, Diego Kostner, Tim Muggli, André Heim, William Hedlund, Michael Joly (🇨🇦), Dario Bürgler, Tommaso De Luca, Chris DiDomenico (🇨🇦), Nic Petan (🇨🇦), Alex Formenton (🇨🇦)


Era finita con amarezza la passata stagione dell’Ambrì Piotta, dopo che i leventinesi non erano riusciti a superare una fase di play-in che doveva essere alla portata, ma che al contempo aveva evidenziato delle chiare criticità della rosa che nell’ultima porzione di stagione avevano presentato il loro conto.

Quasi totalmente dipendente da una linea in termini offensivi – quella formata da DiDomenico, Maillet e Kubalik -, con un solo blocco di powerplay performante per tutta la stagione e uno dei boxplay peggiori della lega, la squadra di Cereda aveva portato avanti il suo percorso su poche e fragili certezze. La scarsa profondità della rosa, le responsabilità “centralizzate” su pochi elementi e la modesta qualità dei giocatori svizzeri avevano rappresentato tutti segnali di un organico non pronto per fare un passo avanti, e ad oggi solo una parte di queste criticità è potuta essere affrontata in sede di mercato.

La scelta di tornare a puntare su due portieri svizzeri è stata il punto di partenza per dare un po’ di ossigeno al lineup di movimento. La successiva valutazione ha poi portato alla scelta di rinforzare l’attacco piuttosto che il reparto difensivo, questo unitamente a un’impostazione del gioco che Luca Cereda ha spiegato voler essere “il più offensivo possibile”.

Le intenzioni sono così state sostenute dall’ingaggio di due ali straniere che avranno il compito di macinare punti – Petan e Joly – mentre per un maggior bilanciamento al centro ci si è orientati su Tierney, elemento solido e forte agli ingaggi. I faceoff si erano infatti confermati come una criticità per i leventinesi – penultimi di lega davanti solamente al Bienne – e un profilo del genere si rendeva necessario anche per migliorare il penalty killing, 12esimo di lega.

Una buona fetta della competitività della squadra passerà – ma non potrebbe essere altrimenti, come per tutte le altre squadre meno attrezzate – dall’efficacia degli special teams. In questo senso l’Ambrì lo scorso anno si era ritrovato al centro di un frustrante paradosso: i leventinesi erano infatti stati la miglior squadra della NL nel costruirsi opportunità di powerplay (163 totali) e anche la migliore nell’evitare situazioni di inferiorità (127). L’efficacia in powerplay era però stata solo modesta – e concentrata nel primo blocco – e il penalty killing molto fragile, rendendo dunque i biancoblù una squadra molto soggetta a subire i cambi di momentum piuttosto che trarne vantaggio.


ARRIVI
Philip Wüthrich (G, Berna)
Chris Tierney (F, Dinamo Minsk)
Nic Petan (F, Ak Bars Kazan)
Nassim Jaafri-Hayani (G, Ginevra)
Luc Bachmann (D, Zugo)
Cyril Pont (F, Minnesota Mallards)
Tommaso Madaschi (F, Bienne)
Michael Joly (F, Lugano)

PARTENZE
Yannick Brüschweiler (F, Visp)
Davide Fadani (G, Kloten)
Janne Juvonen (G, ???)
Dominik Kubalik (F, Zugo)
Kodie Curran (D, ???)
Floran Douay (F, Losanna)
Philippe Maillet (F, ???)

STRANIERI
Tim Heed (D, 🇸🇪)
Jesse Virtanen (D, 🇫🇮)
Chris DiDomenico (F, 🇨🇦)
Chris Tierney (F, 🇨🇦)
Nic Petan (F, 🇨🇦)
Michael Joly (F, 🇨🇦)


Sul fronte del mercato gli ingaggi di Petan, Joly e Tierney cercano di attutire una parte dei recenti problemi. Le responsabilità – e anche le forze – offensive dovrebbero essere distribuite su più linee, con una logica maggiormente orientata a un “top nine” anche in favore di una minore prevedibilità. L’impatto e la costanza degli stranieri sarà però di fondamentale importanza, visto che una ridistribuzione degli import su più blocchi non potrà nascondere i limiti evidenti della rosa svizzera.

Al fronte di un mercato svizzero che per l’attacco ha visto all’ultimo l’innesto unicamente del giovane Lukas Landry, nel reparto ci sono poche certezze. L’elemento di maggior valore è Manix Landry – il cui contratto è in scadenza – mentre diversi altri elementi dovranno dimostrare di poter dare un contributo di rilievo. I vari De Luca, Heim, Pestoni e Zwerger sono tutti reduci da un’annata deludente, mentre l’impiego di Bürgler dovrà essere ben calcolato dopo uno scorso campionato in cui il veterano aveva già comprensibilmente rallentato.

Positivo che vi siano giovani come Miles Müller e Lukas Landry – a cui si aggiungono Muggli e Hedlund, che appaiono però meno promettenti – che spingono per rubare il ruolo a vari “habitué”, ma il secondary scoring al di fuori degli stranieri rischia di essere di nuovo un chiaro problema. Un aspetto positivo rispetto a un anno fa è quello della stabilità della rosa, con un gruppo determinato già in agosto e che sta lavorando senza variabili impazzite come potevano essere un anno fa quelle relative a Kubalik, Ang, Lilja e poi DiDomenico.

La situazione è leggermente cambiata in questo senso con l’arrivo a ridosso dell’inizio della stagione di Alex Formenton, giocatore dall’altissimo potenziale e che potrà essere un’arma determinante per i leventinesi, ma che andrà gestita sia per la sua necessità di tornare in forma, che nella rotazione di un gruppo di stranieri tutti di buon livello.

In questo contesto un ruolo fondamentale lo avranno coach Luca Cereda e il suo staff. Trovare l’alchimia ed equilibrio giusto tra le linee, saper sfruttare i punti forti delle individualità di spicco, e soprattutto implementare una mentalità offensiva senza scoprire eccessivamente il fianco in retrovia saranno tutti compiti delicati e cruciali.

Il reparto difensivo rimane infatti un argomento estremamente delicato in casa leventinese. Tutto ruoterà nuovamente attorno ai pilastri Virtanen ed Heed – con lo svedese chiamato a una stagione migliore in termini difensivi e di pulizia del gioco – ma il cast di supporto svizzero resta davvero modesto anche in confronto agli avversari più diretti.

Una scommessa importante è quella del 20enne Luc Bachmann, provato più volte nel preseason al fianco di Virtanen nella speranza che potesse reggere il peso di un compito da top 4, ma ci vorrà del tempo per capire quanto ambizioso possa essere ad oggi quel ruolo per lui. Di certezze però l’Ambrì non ne ha molte. Da Wüthrich e Zgraggen si sa a grandi linee cosa si può ottenere – da capire se il primo ha ancora margini di miglioramento significativi – così come dai fratelli Dotti, mentre i giovani Pezzullo e Terraneo rimangono una variabile incerta ma che è tempo inizi a dare i suoi frutti.

La fragilità del reparto e la chiara necessità di appoggiarsi agli stranieri è comunque evidente, con Virtanen ed Heed che dopo essere stati i giocatori più impiegati nell’intera lega, dovranno ripetere l’esercizio anche quest’anno. Dai due sarà necessario inoltre il consueto apporto offensivo (71 punti sommati lo scorso anno, praticamente come il bottino di Pestoni, Bürgler, Heim e Zwerger messi assieme), e un loro eventuale infortunio sarebbe catastrofico.

I portieri si presentano invece nella media, ed anche con un confermato accento di rivalsa. Dopo il rilancio cercato un anno fa da Gilles Senn – che possiamo dire essere riuscito, pur senza fanfara – l’ambizione di una stagione positiva ce l’ha anche Philip Wüthrich, dopo non essere riuscito negli anni a rappresentare la risposta del Berna al problema tra i pali.

I due estremi difensori si divideranno verosimilmente i compiti alla pari, soprattutto considerando un calendario molto condensato visto l’anno olimpico, e in generale dovrebbero assicurare una base comunque discreta, anche se è difficile immaginare picchi di eccellenza. La voglia di fare bene ai due non dovrebbe mancare, con pure Senn che aveva chiuso la stagione in maniera amara con una prestazione a Kloten non brillante.

L’Ambrì Piotta guarda alla nuova stagione con un certo entusiasmo – lo conferma il record di abbonamenti – ma anche la consapevolezza di dover vivere un campionato quasi perfetto per poter centrare l’obiettivo dei play-in. Gli stranieri dovranno essere performanti e costanti, e qualche elemento svizzero dovrà fare un chiaro passo avanti per sostenere le intenzioni del sistema di gioco, perché se così non fosse ad un certo punto lo staff si ritroverà a dover concentrare nuovamente le forze per trarsi d’impiccio.

I limiti di profondità e qualità della rosa rimangono però oggettivi, e la mancanza di un game breaker come Kubalik lascia la squadra orfana di un elemento capace di trascinare quasi da solo un intero reparto. L’Ambrì dovrà insomma essere compatto e non potrà mancare l’apporto di nessuno per avere successo, solamente così i biancoblù potranno restare in lotta per l’obiettivo dei play-in.

Sembrano invece fuori fase le speranze del presidente Filippo Lombardi, che aveva cercato di stimolare la squadra chiamando in causa l’ambizione di accedere ai playoff. L’Ambrì non era attrezzato per quel passo un anno fa, e la situazione non pare essere cambiata. Senza la possibilità di migliorare in maniera decisa la rosa svizzera con l’arrivo di pedine di spessore, pensare di riuscire a superare certi scogli diventa molto difficile.


MIGLIOR INNESTO

Michael Joly: La scelta sarebbe potuta cadere anche su Petan, ma l’ex bianconero porta con sé un profilo che sappiamo con certezza capace di essere trascinante nel contesto della NL, e dà inoltre all’Ambrì quella nota di talento, fantasia e imprevedibilità che pochi altri giocatori in rosa possono vantare. La sua ultima stagione era stata meno d’impatto tra guai fisici e poi di fatto l’esclusione dalla rosa, ma se tornerà sui livelli del primo anno a Lugano i leventinesi avranno in lui una sicurezza.

ADDIO DOLOROSO

Dominik Kubalik: Sia in termini motivazionali che – soprattutto – puramente sportivi, la perdita del ceco è impossibile da colmare per l’Ambrì Piotta. Kubalik è un giocatore totale, capace di trascinare la squadra con 30 gol e 52 punti, un vero game breaker che anche nelle serate meno ispirate (come successo a inizio stagione, prima del fatidico 15 dicembre) ha comunque nelle mani un tiro talmente esplosivo da poter colpire dal nulla e svoltare una serata.

FATTORE X

La gestione dello staff: L’Ambrì Piotta vuole dichiaratamente giocare in maniera più offensiva rispetto al passato. Ovviamente questo non significherà proporre un sistema sbilanciato, ma trovare i giusti equilibri tra i reparti e nella composizione delle linee. Il cambio di approccio vuole insomma andare a correggere l’evidente limite del passato, ma ci vorrà una buona gestione per trarre il massimo da una rosa con degli evidenti limiti.


La classifica di HSHS

1. LOSANNA
2. ZSC LIONS
3. GINEVRA
4. DAVOS
5. ZUGO
6. FRIBORGO
7. BERNA
8. LUGANO
9. BIENNE
10. KLOTEN

11. AMBRÌ PIOTTA
12. LANGNAU
13. RAPPERSWIL
14. AJOIE

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