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National League

Il Davos orfano di Ambühl è ambizioso, ma per fare il grande salto manca qualcosa

La squadra di Holden si è confermata negli anni solida, offensiva e con un’impronta definita. Gli stranieri sono performanti, ma per puntare al titolo l’assenza di top player svizzeri in attacco resta un limite

L’inizio della stagione 2025/26 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


DAVOS

La rosa 2025/26

PORTIERI
Sandro Aeschlimann, Luca Hollenstein

DIFENSORI
Klas Dahlbeck (🇸🇪), Enzo Guebey, Michael Fora, Lukas Frick, Calle Andersson, Davyd Barandun, Simon Müller, Nico Gross, Sven Jung

ATTACCANTI
Rico Gredig, Simon Ryfors (🇸🇪), Filip Zadina (🇨🇿), Adam Tambellini (🇨🇦), Julian Parrée, Brendan Lemieux (🇨🇦), Beni Waidacher, Simon Knak, Joakim Nordström (🇸🇪), Matej Stransky (🇨🇿), Valentin Nussbaumer, Enzo Corvi, Tino Kessler, Rasmus Asplund (🇸🇪), Yannick Frehner, Chris Egli


(PostFinance/KEYSTONE/Gian Ehrenzeller)

Il Davos delle ultime tre stagioni può essere definito come una delle realtà più solide e razionali della National League. Da quando al timone c’è Josh Holden – chissà se a Zugo qualcuno lo rimpiangerà – la squadra gialloblù ha mantenuto una velocità di crociera in regular season di invidiabile regolarità, trovando quota 83, 85 e rispettivamente 86 punti nell’ordine delle ultime tre annate, centrando una semifinale dove ha messo anche una certa ansia ai futuri campioni degli ZSC Lions.

L’ex giocatore e assistente dello Zugo ha portato un’idea di hockey che si è subito radicata tra i giocatori gialloblù, fatta di gioco fisico ed estremamente offensivo, senza però dimenticare una solidità che spesso è andata anche oltre le proiezioni statistiche – leggasi prestazioni incredibili dei portieri – nonostante i rischi che un certo stile di gioco comporta forzatamente.

Però questo sistema funziona, il Davos dopo anni caotici coincisi con la fine dell’era Del Curto ha ritrovato un’identità precisa, ha un’ossatura di squadra solida, uno stile riconoscibilissimo e sa pure divertire il proprio pubblico, merito anche delle scelte del direttore sportivo Jan Alston che è andato a pescare veri colpi di mercato come quello legato a Filip Zadina.

Ora la squadra grigionese vuole fare un salto in più, Holden si è separato dai due assistenti Glen Metropolit e Waltteri Immonen, mettendo più esperienza al suo fianco con Dylan Stanley e Klas Östman, entrambi ancora giovani ma con alle spalle carriere diverse dai primi due e anche da capo allenatore.

Nulla viene lasciato al caso, la squadra ha subito pochi ritocchi, anche se andranno fatti i conti con la separazione emotiva dalla leggenda Andres Ambühl, il quale come Marc Wieser ha deciso di appendere i pattini al chiodo, segnando comunque la fine di un’era non solo a Davos ma per l’intero hockey rossocrociato.


ARRIVI
Lukas Frick (D, Losanna)
Rasmus Asplund (F, Charlotte Checkers)

PARTENZE
Julius Honka (D, Rapperswil)
Marc Wieser (F, ritiro)
Andres Ambühl (F, ritiro)
Laurin Solèr (G, Olten, prestito)

STRANIERI
Klas Dahlbeck (D, 🇸🇪)
Joakim Nordström (F, 🇸🇪)
Simon Ryfors (F, 🇸🇪)
Matej Stransky (F, 🇨🇿)
Adam Tambellini (F, 🇨🇦)
Filip Zadina (F, 🇨🇿)
Brendan Lemieux (F, 🇨🇦)
Rasmus Asplund (F, 🇸🇪)


(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

Va detto che i grigionesi sono la squadra che più ha dipeso dai gol degli stranieri, o vedendola in altra maniera, il pacchetto d’importazione a disposizione è stato il più performante del campionato con i suoi 89 gol in regular season, il tutto operando pure con uno dei peggiori power play della lega.

L’aggiunta di un giocatore equilibrato come Rasmus AsplundNordström starà fuori ancora a lungo – potrebbe dare nuovi equilibri alla squadra anche in power play, ma soprattutto allunga l’ossatura di una squadra che potrebbe addirittura vedere un giocatore come Enzo Corvi al centro della quarta linea, mantenendo quindi un’ottima qualità alle ali.

Zadina, Stransky e Tambellini sono garanzie di un contributo offensivo regolare e di grande quantità, ma di sicuro nei Grigioni ci si aspetta una crescita definitiva da giocatori come Simon Knak (è passato il tempo limite?) e Yannick Frehner, con alle spalle il talento di Rico Gredig che spinge parecchio, ancora di più oggi che due leggende come Ambühl e Wieser non saranno più parte della rosa.

L’incertezza rimane su quello che potrà dare Brendan Lemieux, che nel campionato svizzero non si è proprio presentato con le migliori carte da giocare. L’ex NHL è un giocatore caratteriale, agitatore e fisico, ma ha subìto a livelli critici la velocità della National League e nel suo primo anno sul ghiaccio elvetico ha faticato parecchio a trovare il suo ruolo, e dovrà fare ben altro per giustificare il contratto valido fino al 2027.

Il vero colpo dal mercato però Jan Alston lo ha pescato dal Lemano, portando in gialloblù Lukas Frick, difensore esperto, duttile e in grado di portare un rendimento regolare anche nelle fasi più calde della stagione, permettendo così a Josh Holden di rinunciare a un secondo difensore straniero oltre a Dahlbeck.

Julius Honka, partito per Rapperswil, non dovrebbe mancare più di quel tanto al reparto, dopo una stagione in cui ha entusiasmato il tempo di tre settimane in cui sembrava irrefrenabile sul piano offensivo, salvo poi rientrare in canoni di mediocrità ed errori banali per il resto della stagione.

Il resto del reparto appare affidabile, solido e profondo, guidato dal citato svedese e da Fora, davanti appunto a Frick, Gross, Jung e Andersson, con Guebey e Barandun pronti a prendersi quello spazio necessario per garantire lavoro sporco e distribuzione dei tempi di gioco, e presenta tutto il potenziale per ripresentarsi come una delle migliori della lega.

La solidità e i successi del Davos però passano obbligatoriamente dalle prestazioni dei propri portieri, e con il duo formato da Sandro Aeschlimann e Luca Hollenstein, c’è a disposizione una delle migliori e più equilibrate coppie del campionato, con soprattutto il nazionale svizzero capace di un rendimento straordinariamente regolare, l’unico portiere di National League a non essere mai sceso sotto il 91% di parate tra regular season e playoff nelle ultime quattro stagioni.

Nel complesso il Davos ha mantenuto la sua ottima ossatura, correggendo in meglio dove ha potuto con quelle mosse che hanno portato Frick e Asplund nella rosa. In passato la squadra era considerata fin troppo sbilanciata in avanti ma oggi grazie a una difesa più esperta e pesante può ritenersi molto più affidabile, e la garanzia di poter avere ancora per diversi anni in squadra due portieri come Aeschlimann e Hollenstein (entrambi freschi di rinnovo contrattuale) non può che portare a sonni tranquilli.

Josh Holden ha dato alla squadra un’impronta precisa, portandola ad essere una delle più difficili da affrontare e la regolarità nelle prestazioni di regular season dimostrano la bontà della visione avuta nei Grigioni.

I gialloblù sono pronti a prendersi di nuovo uno dei posti da protagonista da settembre a marzo, con la volontà decisa di puntare sempre in alto anche nei playoff, ma l’impressione è che nella rosa svizzera dell’attacco manchi più di un top player per poter competere fino in fondo e puntare con decisione al titolo. Forse i tempi per sognare in grande non sono ancora maturi del tutto, ma le basi per arrivarci nel giro di qualche stagione ci sono tutte.


MIGLIOR INNESTO

Lukas Frick: Il difensore in provenienza da Losanna negli anni si è dimostrato come uno dei giocatori più sottovalutati della lega, ma nel frattempo è cresciuto tanto da diventare per un certo periodo anche uno dei fedelissimi di Fischer in Nazionale. Duttile e nel pieno della maturità, permette a Holden di avere una difesa ancora più competitiva e di poter rinunciare a un secondo difensore straniero.

ADDIO DOLOROSO

Andres Ambühl: Il suo addio non è legato solo al Davos, suo paese natio e squadra che lo ha reso immortale, ma a tutto l’hockey rossocrociato. Per i grigionesi sarà dura non vedere più il proprio storico capitano nello spogliatoio, ma sarà strano anche per tutti i tifosi e gli appassionati di hockey della Svizzera affrontare il primo campionato da oltre venti anni a questa parte senza il leggendario numero 10 gialloblù. Grazie di tutto Bühli.

FATTORE X

Gli attaccanti svizzeri: Il Davos dipende molto dai suoi straordinari stranieri d’attacco, ma se vuole fare un passo in più è da gente come Knak e Nussbaumer che si si aspetta un salto di qualità definitivo. Ma l’assenza di top player svizzeri nel proprio attacco è quel limite che separa il Davos dalle primissime della classe.


La classifica di HSHS

1. _________
2. ZSC LIONS
3. _________
4. DAVOS
5. _________
6. _________
7. _________
8. _________
9. BIENNE
10. _________

11. __________
12. __________
13. __________
14. __________

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