
AMBRÌ – Tra i volti nuovi nella rosa oggi a disposizione di Luca Cereda, quello di Michael Joly ha sicuramente bisogno di meno presentazioni rispetto agli altri. Il canadese ha infatti già affrontato la sua nuova squadra in parecchi derby, lasciando decisamente il segno con cinque gol e un totale di nove punti in 10 partite con la maglia del Lugano. Normale dunque che il suo trasferimento in Leventina abbia fatto discutere i tifosi, che ora attendono di vederlo all’opera.
“Sono stato accolto decisamente bene qui ad Ambrì e sono convinto che le cose andranno nel verso giusto. Sono eccitato di ripartire con la maglia dei leventinesi”, ha debuttato Joly.
È sempre particolare quando un giocatore passa da una squadra all’altra in Ticino. Come hai vissuto tutto questo?
“Inizialmente ci sono state tante emozioni, specialmente in quel periodo durante l’estate in cui ero ancora formalmente un giocatore del Lugano. Ma ora non ci penso più di quel tanto, sono semplicemente felice di poter lavorare e dare il meglio per i miei nuovi tifosi. Ho sentito solo cose positive in relazione all’Ambrì Piotta. Ovviamente la situazione che si era creata non era delle migliori, non è stato bello per me, e nemmeno pensando ai tifosi del Lugano. Mi piaceva molto giocare lì, ho sempre cercato di dare il meglio per loro, ma è arrivato un nuovo GM e ha subito reso molto chiaro che non mi voleva. L’Ambrì ha così mostrato il suo interesse e le cose per me si sono incastrate perfettamente”.
È stato difficile sentirsi dire che, nonostante tu sia un buon giocatore, non eri più desiderato?
“Penso che in generale il Lugano abbia gestito tutta la faccenda in modo non professionale. Non entrerò nei dettagli, è successo quello che è successo e, una volta chiusa la questione, tutti abbiamo guardato avanti. Come ho detto, per me questo è un nuovo inizio e sono elettrizzato”.

Giocherai con il dente avvelenato per dimostrare al Lugano che ha preso una decisione sbagliata?
“Sì, decisamente. Ma direi piuttosto che la mia intenzione è quella di dimostrare ai tifosi dell’Ambrì Piotta che ora sono uno di loro, che appartengo a questo club e sono pronto a fare tutto per i colori biancoblù”.
L’Ambrì Piotta è sicuramente un club diverso dal Lugano, che realtà hai trovato?
“Devo dire che il Lugano mi ha sempre trattato bene, tutti erano molto gentili. La stessa cosa l’ho trovata in Leventina, da quando sono arrivato sento di essere molto apprezzato”.
Rimanere in Ticino era la tua prima opzione, giusto?
“L’aspetto che conta di più credo sia quello di trovare una squadra che ti vuole davvero e che vuole lavorare con te. Cereda è stato chiaro quando abbiamo discusso, vuole lavorare con me e usarmi sul ghiaccio. Come giocatore questo è tutto ciò di cui hai bisogno ed è stato bello sentirselo dire da un club come l’Ambrì, di cui conosco già un po’ la realtà che vi ruota attorno. La mia decisione, insomma, non è stata difficile”.
Qui trovi inoltre Eric e Manix Landry, che conosci molto bene…
“Sì, è sempre bello quando ci si ritrova con altre persone provenienti dal Quebec, specialmente loro due, visto che veniamo dalla stessa città e lavoriamo spesso assieme durante l’estate. È sicuramente un extra che aiuta ad ambientarsi più velocemente”.
È troppo presto per cogliere già le novità del sistema con cui vuole giocare Cereda?
“Questo è il mio nono anno da professionista e le cose cambiano praticamente ogni stagione. Per me si tratterà sicuramente di adattarmi un po’, ma mi piacciono le premesse con cui vogliamo lavorare. L’intenzione è quella di giocare un hockey veloce, con rapide transizioni, e personalmente mi trovo molto bene con quel tipo di gioco”.



