Russ Courtnall, classe 1965, è stato uno dei giocatori più veloci e spettacolari degli anni Ottanta e Novanta. Settima scelta assoluta del 1983, draftato da Toronto, l’ala canadese ha al suo attivo 1’158 partite in NHL con le maglie di Toronto, Montréal, Minnesota, Dallas, Vancouver, New York Rangers e Los Angeles. In totale ha ottenuto 827 punti (336 reti e 491 assist).
Con il Canada ha vinto una medaglia d’argento ai Mondiali del 1991 e ha conquistato la Canada Cup nel 1992. Nella stagione 1993/94 ha pure disputato l’All Star Game. Nella sua lunga e onorata carriera di NHL, durata ben 16 anni, ha giocato al fianco di campionissimi, su tutti “The Great One” Wayne Gretzky. Last but not least, Courtnall è stato pure il top scorer del Canada ai Mondiali U20 del 1984.
Russ Courtnall, ti ringraziamo per aver accettato la nostra richiesta. Come stai, raccontaci un po’ di te…
“Sto bene, grazie mille. Abito a Los Angeles con mia moglie, ma l’estate la trascorro solitamente nello stato dell’Idaho presso il Gozzer Ranch Club. Abbiamo tre figli, Ally la più grande ha 32 anni e mi ha regalato due nipoti, mio figlio Lawton di anni ne ha 29 e abita con sua moglie a Charleston nella Carolina del Sud, mentre mia figlia Brooklyn, 22enne, gioca a calcio nelle fila dei North Carolina Courage”.
Professionalmente di cosa ti occupi?
“Lavoro per una compagnia che si occupa di scoprire e sviluppare aree d’intrattenimento per la comunità, sullo stile del Gozzer Ranch. Mia moglie Paris invece è una designer ed è molto impegnata con questa attività”.

L’hockey fa ancora parte della tua vita, indossi sempre i pattini?
“Avevo l’abitudine di andare sul ghiaccio sino al 2014, anno in cui appunto ho iniziato a lavorare per la compagnia dove sono attualmente impiegato. Quando mio figlio era un bambino lo allenavo. Adesso la mia unica attività legata al disco su ghiaccio è quella di andare in panchina a fare il coach quando ci sono le partite di beneficenza”.
La NHL continui però a seguirla?
“Certamente, quest’anno ho particolarmente seguito il 4 Nations Face-Off che si è svolto lo scorso mese di febbraio. Altrimenti la mia attenzione è soprattutto incentrata sui playoff di NHL. In generale però mi sento di poter dire che seguo molto l’hockey, ho ancora tanti amici che sono rimasti nel giro e mi piace in particolar modo tener d’occhio le mie vecchie squadre”.
Nella tua fantastica carriera hai giocato in parecchie franchigie, ce n’è una a cui sei particolarmente affezionato?
“Senza ombra di dubbio Toronto. Già da bambino facevo il tifo per i Maple Leafs”.
Sono sorpreso, siccome sei cresciuto a Victoria, a Vancouver Island, avrei puntato sui Canucks…
“Se fossero stati loro a draftarmi magari ti avrei detto Vancouver (Courtnall ride, ndr). Scherzi a parte, ho davvero sempre sostenuto Toronto e quando proprio questa franchigia mi scelse fu magnifico per me”.
Tu e tuo fratello Geoff siete stati i primi fratelli della storia a raggiungere entrambi la soglia delle 1’000 partite disputate in NHL. Dopo di voi ci sono stati gli Hatchers (Derian e Kevin), i Koivu (Saku e Mikko), i Niedermayer (Scott e l’ex Lugano Rob), i gemelli Sedin (Daniel e Henrik), i 3 Staal (Eric, Jordan e Marc), i Sutter (Brent e Ron) e i Schenn (Brayden e Luke). Insomma, che pietra miliare, un record che mai nessuno vi potrà togliere…
“È una di quelle cose di cui vado più fiero inerente alla mia carriera. Due ragazzi di Victoria, un posto dove non c’è molta neve o ghiaccio, che tagliano un simile traguardo è davvero speciale. Era difficile per noi praticare l’hockey, non potevamo giocare all’aperto come migliaia di altri bambini. Potevamo praticamente giocare solamente al chiuso nelle piste artificiali e quindi non era evidente allenarsi e migliorare”.
Nella stagione 1994/95 tu e Geoff giocaste assieme per un breve periodo nei Vancouver Canucks…
“Fu qualcosa di grandioso, di molto speciale, anche se durò poco. Mi godetti tutto ciò, purtroppo a fine stagione Geoff, in qualità di free agent, lasciò Vancouver e firmò con St. Louis. I Blues si assicurarono un gran bel giocatore”.
Tu e Geoff avete avuto numeri più o meno simili durante le vostre brillanti carriere, chi era il più forte dei due?
“Non siamo paragonabili. Eravamo elementi diversi. Geoff era più scorer di me ed era più duro, io ero più un playmaker ed ero più veloce di lui”.
Nel 1989, quando giocavi per Montréal, perdetti la finale di Stanley Cup contro Calgary. Ti fa ancora male quel ricordo?
“Eh sì, è un brutto scazzo. Fu la mia più grande occasione di alzare il trofeo. Conducevamo per 2-1 nella serie, poi però perdemmo tre partite di fila. Non ebbi mai più una simile possibilità, fu durissimo ingoiare quel rospo”.
Perlomeno Geoff la Coppa Stanley è riuscito a vincerla…
“Esatto, proprio l’anno prima con gli Edmonton Oilers, correva l’anno 1988. Il nostro cognome è quindi inciso sulla Coppa, ci ha pensato lui (Courtnall ride, ndr)”.
Hai giocato al fianco di grandissimi campioni, su tutti spicca ovviamente Wayne Gretzky. Oltre a lui hai avuto tanti altri compagni di viaggio, autentici fuoriclasse come Messier, Bure, Modano, Linden, Mogilny e Robitaille, solo per citarne alcuni. Te ne rendi conto? Anche se poi nemmeno tu scherzavi ed eri pure una star…
“Con Gretzky ho giocato nei New York Rangers e nelle fila della Nazionale canadese. Si potrebbero aggiungere tanti altri nomi alla lista, come Wendel Clark a Toronto. Giocare con Mogilny e Bure era divertentissimo. Sono veramente stato fortunato a poter giostrare con elementi di questo calibro. Sono grato di quanto abbia potuto vivere, Dio è stato buono con me. Ma ora questo è il passato, oggi quello che conta per me è esclusivamente la famiglia”.
E hai giocato pure con Dale McCourt, qui in Ticino è una leggenda…
“È vero, era l’anno del mio debutto in NHL con Toronto, nella stagione 1983/84. Dale era un tipo molto gentile e divertentissimo”.
Hai citato tua figlia Brooklyn che è una calciatrice e gioca nella NWSL, il massimo campionato professionistico statunitense. Con la Nazionale Under 20 del Canada ha conquistato la medaglia di bronzo ai Mondiali del 2022. Attualmente in Svizzera si stanno svolgendo i campionati europei di calcio femminile, presumo che tu segua molto questa disciplina…
“Decisamente. Mi piace molto. Tra l’altro anche mia figlia maggiore praticava questa disciplina a livello professionale. Seguo tanto le prestazioni di Brooklyn, lei è molto entusiasta di questa attività e della sua avventura e ha tanta voglia di migliorarsi. Vedremo dove la porterà il suo percorso”.
Tu, Geoff e l’altro vostro fratello Bruce avete fondato l’associazione “Courtnall Society for Mental Health”. Ci spieghi i retroscena e in cosa consiste?
“Il nostro babbo Archie si suicidò nel 1978. Eravamo ancora giovanissimi, ma la memoria e i ricordi rimangono in eterno. Volevamo ridare qualcosa indietro di quanto lui ci aveva dato e quindi abbiamo deciso di creare questa associazione a scopo benefico. Tramite varie attività e manifestazioni raccogliamo fondi per aiutare organizzazioni che supportano persone sofferenti di problemi mentali. Con i soldi raccolti, ad esempio, nel 2004 abbiamo creato ‘l’Archie Courtnall Centre’, un centro per emergenze psichiatriche che è situato all’interno dell’ospedale di Victoria e che offre immediatamente aiuto a chi necessita di cure”.
Per te, appena tredicenne, deve essere stato uno choc enorme perdere così tragicamente papà…
“Sì, è stato un periodo molto difficile e duro. Lui, inoltre, era il mio allenatore di hockey. Trascorrevo un sacco di tempo con lui, eravamo molto legati, purtroppo però tutto ciò è durato troppo poco. Papà era una gran bella persona, dava forza a tutti ed era molto gentile con il prossimo”.
Prima di lasciarti andare, ecco la classica ultima domanda. Hai appena compiuto 60 anni, quale progetto ti frulla ancora in testa, hai qualche sogno?
“Voglio semplicemente godermi la mia famiglia, ormai come già detto è la priorità numero uno della mia vita. Spero di godere ancora a lungo di tanta salute, dedicare il mio tempo ai miei cari e trascorrere tanti felici momenti insieme”.


