
STOCCOLMA – Gli Stati Uniti hanno scritto un pezzo di storia conquistando la finale dei Mondiali a 65 anni di distanza dall’ultima disputata, che coincide anche con l’ultimo titolo vinto. In quell’anno il torneo olimpico valeva in effetti come Mondiale. La gioia è grande per Cutter Gauthier, 21enne attaccante che normalmente gioca ad Anaheim.
“Siamo ovviamente felici, arrivare all’atto finale era il nostro obiettivo. È bello tornare a disputare una sfida per conquistare la medaglia d’oro, ma il lavoro non è ancora finito, manca un ultimo step”.
Avete sconfitto la Finlandia nei quarti di finale e poi la Svezia in semifinale. Qual è stata la sfida più dura?
“Non so veramente rispondere, entrambe sono state partite difficili e complicate da interpretare. Più in generale il Mondiale è veramente un torneo duro, non ci sono partite evidenti da disputare, tutte le squadre vogliono vincere”.
Quando eravate in vantaggio per 4-0, la Svezia nel terzo tempo ha siglato due reti. Avete avuto paura di una rimonta?
“Assolutamente no. Logicamente non era ciò che volevamo, ma siamo rimasti tranquilli e abbiamo gestito bene il vantaggio”.
Ora affronterete la Svizzera in finale, una sorta di rivincita dopo il 3-0 incassato nella fase preliminare…
“La Svizzera ha una bella squadra, gioca in maniera semplice, ha uno stile simile al nostro, sarà una bella sfida”.
Il vostro inno è stato sommerso dai fischi al termine della semifinale con la Svezia…
“Ovviamente non è bello sentire che il tuo inno venga fischiato, ma è così. Non possiamo controllare queste cose, quindi meglio concentrarsi su altro”.
Tu sei nato oltretutto in Svezia, perché tuo papà Sean giocava qui nel 2004, vuoi dire qualcosa al popolo svedese?
“No, non ho nulla da aggiungere in merito”.


