LUGANO – GINEVRA
5-2
(0-1, 3-0, 2-1)
Reti: 11’27 Praplan (Richard) 0-1, 34’06 Alatalo (Arcobello) 1-1, 37’07 Patry (Mirco Müller) 2-1, 39’12 Thürkauf (Alatalo) 3-1, 45’51 Berni (Jooris) 3-2, 47’04 Jesper Peltonen (Alatalo) 4-2, 56’40 Zohorna (Sekac, Alatalo) 5-2.
Note: Cornèr Arena, 4’627 spettatori
Arbitri: Hungerbühler, Wiegand; Bürgy, Cattaneo
Penalità: Lugano 2×2, Ginevra 3×2
Assenti: Giovanni Morini, Joren van Pottelberghe, Michael Joly (infortunati), Leandro Hausheer, Nick Meile, Adam Huska, Aleksi Peltonen (sovrannumero)
LUGANO – Quando il disco scotta, scotta sul serio. Il Lugano contro il Ginevra ha rischiato di bruciarsi le mani per mezza partita abbondante, anzi per quasi due tempi, prima di riuscire a sciogliersi un attimo davanti a Mayer e a mettere su binari giusti una partita che non poteva perdere.
I bianconeri questa partita non potevano perderla per diversi fattori, perché era di cruciale importanza nella lotta per risalire verso qualche posizione meno scomoda, perché andava dimostrato che i cambiamenti portati da Uwe Krupp sono decisivi, e perché un Ginevra così disastrato non lo si incontra spesso.
Paradossalmente poi sono questi fattori a far pesare di più il disco e a rendere la porta avversaria molto più piccola, perché il Lugano è una squadra a cui va restituita fiducia di giocatore in giocatore e che finalmente si è resa conto della situazione in cui si trova, e se anche i giocatori affermino di non guardare la classifica è ovvio che certe sfide possano pesare molto di più.
Lo si è visto dopo un primo tempo in cui Carr e compagni hanno sprecato diverse occasioni da rete e poi sono andati alla pausa sotto di un gol, al rientro sul ghiaccio i giocatori erano rigidi, legati e ogni cosa è diventata difficile, anche per chi come Fazzini e lo stesso Carr è più abituato a segnare, tanto che gli spazi attorno a Mayer devono essere sembrati dei pertugi troppo piccoli in cui infilare il disco.
E poi attenzione, perché i granata nonostante tutte le difficoltà o le assenze, qualche giocata la possono sempre tirare fuori, a testimonianza dei ferri fatti cantare alle spalle di Schlegel o dei gol trovati dal nulla, anche per colpa dei difensori di casa.
La squadra di Uwe Krupp si è scrollata di dosso qualche scimmia dalla schiena solamente dopo aver trovato il primo gol, quello che probabilmente ha fatto saltare il tappo di una squadra che emanava un sentore di paura grande come una casa. Non sarà un caso, ma a guidare la rimonta dei bianconeri ci ha pensato Santeri Alatalo, uno che tradizionalmente si esalta nei contesti tirati e di grande tensione, seguito da Thürkauf e da un Patry in grande spolvero.
Proprio il gol del capitano su una cannonata del finlandese ha avuto un’importanza cruciale, proprio al termine di un secondo tempo che pure gli arbitri hanno rischiato di far saltare completamente in una manciata di minuti deliranti. Bravi in quel caso i ragazzi di Krupp a non perdere la testa in un ambiente caotico, e a insistere nel momento giusto nonostante la fatica nel mettere assieme le trame finali davanti alla porta, tornando pure a far funzionare il power play.
Si è capito che la squadra di casa si era sbloccata soprattutto quando ha subito dal nulla e colpevolmente il 3-2 di Berni, continuando a giocare con più tranquillità e senza panicare, anzi trovando quasi subito il 4-2 che ha praticamente chiuso la contesa prima ancora del 5-2 definitivo confezionato dalla coppia di cechi.
Lo si è capito alla fine del match, le facce dei bianconeri erano sorridenti e rilassate, probabilmente questa partita era sentita da tutti per la sua importanza, dopo i primi due incontri con Uwe Krupp in panchina che hanno goduto del dubbio – nonostante la sconfitta di Zurigo – della scossa da cambio in panchina, mentre ora la squadra bianconera era chiamata a prendersi le sue responsabilità nel cambio di passo, perlomeno su quello dei punti.
Sul piano del gioco c’è stato sicuramente un mezzo passo indietro, soprattutto rispetto alla trasferta alla Swiss Life Arena, ma è evidente che i giocatori stiano comunque cercando di mettere in pratica nuove direttive, molti errori e passaggi a vuoto sono figli di vecchie impronte difficili da cancellare e di limiti individuali di giocatori da recuperare.
Tre punti dovevano essere e tre punti sono stati, nessuno ha detto che sarebbe stato facile e di fatto non lo è stato, ma si spera che sulla scia della chiamata dei leader, questa vittoria possa essere finalmente la chiave di volta di una stagione disgraziata.
IL PROTAGONISTA
Santeri Alatalo: Non è la prima volta che il numero 22 si carica sulle spalle la squadra nelle partite cruciali e quando il disco pesa dieci volte più del normale. È vero che non era una sfida ad eliminazione, ma l’importanza di questo match era capitale e Alatalo ci ha messo la sua classe e la sua attitudine per trascinare la squadra. Fondamentale il suo tiro valso il pareggio, così come gli assist per il 3-1 di Thürkauf (gran bordata) e del 4-2 che ha chiuso l’incontro, prima di dare il via al contropiede di Sekac e Zohorna per il quinto gol.
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