ZSC LIONS – LUGANO
4-1
(0-1, 2-0, 2-0)
Reti: 16’46 Alatalo (Zohorna) 0-1, 21’13 Frödén (Lammikko, Zehnder) 1-1, 36’34 Malgin (Grant) 2-1, 55’17 Frödén (Lammikko) 3-1, 59’32 Weber 4-1.
Note: Swiss Life Arena, 12’000 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Ströbel; Gnemmi, Meusy
Penalità: ZSC Lions 2×2, Lugano 3×2
Assenti: Giovanni Morini, Joren van Pottelberghe, Michael Joly (infortunati), Dominic Nyffeler, Leandro Hausheer, Nick Meile (sovrannumero), Jiri Sekac (squalificato)
ZURIGO – Prima sconfitta per il Lugano di Uwe Krupp, ma lo stop alla seconda presenza del tedesco in panchina paradossalmente può infondere fiducia in un ambiente fattosi depresso e buio nelle ultime settimane.
Il risultato di 4-1 in favore dei padroni di casa rappresenta infatti una differenza numerica che sul piano del gioco e della combattività in pista non c’è stata, dato che i bianconeri fino all’ultimo hanno tenuto sulle spine la squadra di Marco Bayer, e il momento decisivo della partita è arrivato solo negli ultimi cinque minuti del match.
Si è passati dalla gran giocata di Dahlström, il quale saltato un avversario, ha fatto partire un polsino potentissimo schiantatosi sul palo interno della porta di Zumbühl, arrivando poi sul cambio di fronte al 3-1 giunto dal nulla di Frödén. Certo, sul terzo gol che ha tagliato le gambe ai ticinesi la furbata di Lammikko per lo svedese ha tagliato fuori malamente sia i difensori che Huska, in quel frangente presi tutti un po’ troppo facilmente fuori tempo da quel passaggio comunque geniale del finnico, già protagonista con un altro grande servizio sull’1-1 ancora di Frödén.
Fino a quel momento il Lugano aveva giocato la sua signora partita, fatta ancora una volta di semplicità nelle giocate, copertura difensiva molto prudente davanti a Huska e un filtro in zona neutra sempre molto presente. I Lions, che non attraversano un gran periodo sull’espressione del gioco nonostante i cinque punti del weekend, hanno faticato a trovare spazio davanti al portiere ospite, e quando ci sono arrivati con delle giocate individuali, hanno sempre trovato dei bastoni avversari a tagliarli fuori.
Il primo tempo, equilibrato, ha infatti visto il Lugano arrivare in maniera più profonda e diretta su Zumbühl di quanto non siano riusciti a fare con Huska gli attaccanti di casa. E di nuovo, la semplicità delle giocate è stata alla base del gol del Lugano, arrivato con una deviazione di Rohrer su un appoggio di Alatalo con comunque un grande lavoro di Marco Müller e Thurkauf nel rendere la vita difficile al difensore di turno e a togliere la visuale al portiere zurighese.
Più e più volte i bianconeri ci hanno provato in questa maniera, spesso trovando soprattutto dei rebound di Zumbühl sui quali però non sono riusciti ad arrivare o a ribattere verso la porta, ma tra le due partite giocate nel weekend è assolutamente palese che gli attaccanti abbiano lavorato in tutt’altra maniera rispetto al passato recente.
Anche il powerplay, rimasto a secco sull’unica occasione avuta, ha comunque dato dei segnali importanti, con mobilità tra i giocatori, passaggi veloci e tiri al volo, lanciando ottimi segnali anche senza riuscire ad andare a segno, cosa riuscita invece due volte venerdì. I gol subiti invece sono arrivati anche per le solite dimenticanze in zona difensiva, da Frödén sull’1-1, incredibilmente libero in venti metri quadri di slot, al 3-1 citato sempre dello svedese, con in mezzo il game winning goal di Malgin con una giocata rapidissima e forse una deviazione impercettibile ma decisiva che ha ingannato Huska.
Abbiamo detto che Uwe Krupp non ha la bacchetta magica, e la fatica di andare a rete nonché certi abbagli difensivi continueranno ad assestarsi ancora per un po’, ma quello che ci ha riportato la trasferta zurighese dopo la scossa della prima partita è che il Lugano è vivo.
Ci ha detto che alcuni giocatori stanno giocando con più serenità (Mirco Müller, Aebischer, Arcobello, lo stesso Huska) e non va dimenticato che a questa squadra mancano ancora Sekac e Joly, uno era l’attaccante più in forma dei bianconeri tra la fine del 2024 e l’inizio dell’anno nuovo, il secondo ha rappresentato fino al suo infortunio la solita garanzia di punti, lavoro e spettacolo (oltre che essere stato il precedente topscorer), due futuri innesti che permetteranno a Krupp di rimodellare una squadra che da subito ha deciso di seguire le sue direttive.
È ovvio che la sconfitta non serve a nulla nella posizione del Lugano, ma in questo particolare momento e in vista delle sfide future è fondamentale poter constatare che i bianconeri sono vivi.
IL PROTAGONISTA
Juho Lammikko: Giocatore di cui si parla poco ma dalle qualità importantissime, sia sul piano fisico che quello tecnico. L’attaccante two way si è distinto con tanto lavoro nel contrastare il Lugano nei due slot e si è reso protagonista con due assist magnifici per la doppietta di Jesper Frödén, tra cui il passaggio per il decisivo 3-1 dopo il palo clamoroso di Dahlström.