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Ambrì Piotta

Landry: “Prima della pausa avevamo visto come avere successo, ora ci vuole un reset”

L’attaccante ha segnato l’unico gol del derby: “Dobbiamo focalizzarci sul portare il gioco mostrato nel primo tempo per tutta la partita. La Spengler? Sarà bello vivere in prima persona un’esperienza che ricordo da bambino”

LUGANO – È arrivato alla pausa natalizia con una nota di amarezza l’Ambrì Piotta, che nelle ultime partite dell’anno, al rientro dalla pausa, non ha ottenuto il bottino di punti che si poteva sperare, uscendo battuto anche dal derby in casa del Lugano.

“Abbiamo iniziato bene, nel primo tempo siamo riusciti a controllare il gioco, ma poi il secondo periodo è andato al Lugano e infine il terzo è stato piuttosto equilibrato”, ha commentato Manix Landry, autore dell’unico gol leventinese. “Penso che dovremmo focalizzarci sul riuscire a portare quei primi 20 minuti su tutto l’arco della partita. A quel punto saremmo una delle squadre migliori, ma questo va fatto ogni sera”.

Qualcosa vi è mancato nel finale per spingere davvero e cercare di tornare nel match. È questione di energia o forse di fiducia?
“No, penso che il terzo tempo sia stato come detto equilibrato. Eravamo sostanzialmente a un tiro di distanza, oppure a un rimbalzo favorevole, dal riuscire a tornare in partita. Questa volta però le cose non sono girate a nostro favore. Saremmo dovuti andare sulla porta con più decisione e trovare anche maggiore semplicità nei passaggi”.

Prima della pausa avevate giocato due grandi partite contro gli ZSC Lions e il Davos…
“Non dico che dopo quelle vittorie ci siamo esaltati troppo, ma forse, una volta battute due ottime squadre che sono ai vertici della classifica, abbiamo pensato che le cose sarebbero diventate più semplici. Ovviamente sappiamo che non è così, le partite sono sempre delle battaglie e lo saranno fino alla fine del campionato”.

Eppure, in quelle occasioni avevate avuto l’esempio perfetto di come giocare per avere successo: solidi e compatti in difesa, e poi segnare quando si presenta l’occasione. Al ritorno dalla pausa qualcosa è cambiato?
“Sono d’accordo con te, nelle sfide contro il Davos e gli ZSC Lions abbiamo visto quali ingredienti sono necessari per ottenere le vittorie. Non penso però che la squadra abbia cambiato qualcosa al rientro dalla pausa, si sono più che altro verificate delle circostanze che ci hanno impedito di giocare come volevamo. Dovremo fare un reset e tornare su quell’impostazione”.

Per te arriverà ora la Coppa Spengler con il Team Canada, una nuova occasione per ripercorrere le orme di tuo papà…
“Per me sarà la prima occasione in carriera di indossare la maglia del Team Canada, dunque sarà davvero speciale. Nel mio percorso giovanile non sono mai stato chiamato in una selezione canadese, e nemmeno in altre come ad esempio il Team Quebec. Per me sarà un onore. Mi ricordo bene di aver guardato mio papà giocare la Coppa Spengler quando ero piccolo, e ho vivi nella memoria un paio di bei gol che era riuscito a segnare. In quelle occasioni era molto bello passare del tempo in famiglia, ci siamo sempre divertiti molto, ed era stata più volte un’esperienza speciale. Ora sono entusiasta di poterla vivere in prima persona”.

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