LUGANO – La serata è di quelle più meste e buie della storia recente dell’Hockey Club Lugano. Il clima di contestazione iniziale si è trasformato in una sorta di insofferenza, tanto che alla fine della partita il pubblico se n’è andato semplicemente in silenzio.
Visto il momento delicato il direttore sportivo bianconero Hnat Domenichelli è stato l’unico membro del club a prendere parola con i giornalisti alla fine della partita: “In questo momento era giusto da parte mia prendere una posizione – afferma Domenichelli – perché la situazione a livello di prestazioni e risultati si è fatta inaccettabile. Ma se qualcuno si aspettava un cambio di allenatore resterà deluso”.
Hnat Domenichelli, quello che doveva essere il weekend delle risposte ancora una volta ha avuto solo risvolti negativi…
“Non è accettabile da parte nostra proseguire in questa maniera. Con tutto il rispetto per i nostri avversari non è possibile perdere in quella maniera partite come quelle contro Langnau e Ajoie in particolare, e ancora una volta anche sabato sera i ragazzi sono entrati nella spirale negativa dopo aver subito un gol troppo facile inizialmente. A Porrentruy avevo visto una reazione nella parte iniziale del confronto, ma non può certamente essere sufficiente”.
Da parte tua quali ragioni vedi alla base di questa crisi infinita?
“Ci sono giocatori che non stanno performando ai loro livelli, questo è sotto gli occhi di tutti e le cause possono essere molteplici, ma io credo che in questo momento per diversi ragazzi i pensieri in testa siano troppi e soprattutto controproducenti. Penso che i giocatori o una parte di essi al momento, forse influenzati anche dall’ambiente negativo, si aspettino che qualcosa succeda per dare una scossa alla squadra, ma di certo Luca Gianinazzi resterà al suo posto. Non è lui il problema, noi come società vogliamo andare avanti ad ogni costo con “Giana” perché crediamo nelle sue qualità, piuttosto valuteremo se non sarà il caso di intervenire nella rosa dei giocatori, se qualcuno non è più disposto a seguire il coach e le direttive allora cercheremo una soluzione che potrebbe anche sfociare in una partenza o in uno scambio laddove possibile, ma questo sarà da analizzare bene. Siamo in un momento molto difficile, ma non voglio allontanare il coach solo per far contento qualcuno come avveniva in passato. Non voglio gettare alle ortiche il progetto con Gianinazzi e un giovane coach come lui perché magari qualcuno non sta più bene a Lugano. Forse abbiamo dovuto toccare il fondo per risalire e il momento duro andrà avanti ancora un po’, ma io voglio cambiare questa cosa per cui gli allenatori bravi pagano sempre per primi”.
L’esclusione di Zohorna, aggiunta a quella di Sekac, è un segnale in questa direzione?
“No, la loro esclusione è di tipo tecnico, purtroppo Schlegel non è ancora in grado di reggere tre partite filate e le assenze in difesa di Mirco Müller e Samuel Guerra hanno indotto lo staff tecnico a schierare questa formazione. Penso che il Lugano “tipo”, a parte Mirco Müller, lo rivedremo già nel corso della settimana”.
Pensi comunque che ci siano giocatori che in questo momento non siano sulla stessa “lunghezza d’onda” dello staff tecnico?
“Non ho la certezza di questo, ma è evidente che c’è un grosso problema, perché tutti si ricordano il Lugano di inizio stagione ed oggi è completamente sparito. Interverremo se sarà il caso dopo aver analizzato con ogni giocatore la situazione. Se ci sono giocatori che non seguono più i dettami dello staff questa è una responsabilità che sento di prendere su di me, perché la squadra l’ho costruita io, ma spero che non sia questo il caso e che si possa risolvere la situazione in altra maniera. Ripeto, la mia impressione è che i giocatori siano entrati in questo “mood” negativo attendendo come tutto l’ambiente che dopo un momento difficile succeda qualcosa a livello di staff tecnico come si era abituati in passato. Ma questo non succederà, la società è con Gianinazzi”.