Social Media HSHS

Lugano

5 spunti da Lugano: giù la maschera, il gioco del 15, osservato speciale, Re e intoccabili

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Giù la maschera

Per la trasferta in quel di Zurigo, Luca Gianinazzi ha optato per una scelta difficile e che lasciava aperti un po’ di interrogativi, tenendo fuori dalla formazione titolare niente meno che Daniel Carr per fare spazio a Dahlström, reclutato di nuovo per sopperire all’assenza di Mirco Müller.

A un certo punto però è quasi sembrato che Carr fosse veramente in pista, e che per camuffarsi abbia indossato la maglia numero 57 invece della sua abituale numero 7. Niente di tutto questo, ma la prestazione di Liekit Reichle è stata di una qualità tale da far sorgere il sospetto che qualcuno fosse in pista sotto mentite spoglie.

E invece bravo all’ex Bienne.

2. Il gioco del quindici

Forse i più giovani (diciamo i nati dal 2000 in avanti) non se lo ricordano, altri più attempati – come chi scrive – ci ha passato ore ed ore tra viaggi in auto e pomeriggi uggiosi con questo giochino tra le mani.

Ricordate? In una piccola cornice erano racchiuse quindici caselle numerate con uno spazio sempre vuoto e lo scopo del gioco era muoverle una ad una per metterle in fila dalla prima all’ultima. Luca Gianinazzi si trova per le mani questo gioco tutte le sere nel tentativo di mettere sul ghiaccio le sue prime tre linee, e tira un Carr di qua, un Sekac di là e un Dahlström sopra o sotto, finisce che una casella rimane sempre vuota, anche facendo la miglior scelta possibile, un’altra maniera per descrivere una coperta corta.

Era un giochino snervante già allora, a dire la verità.

3. Osservato speciale

Se ne sono dette di ogni su Leandro Hausheer in queste ultime settimane, sul suo rendimento, sullo spazio che ha sul ghiaccio, e soprattutto sulla sua decisione di passare al Kloten dalla prossima stagione. Una decisione che ha indispettito i tifosi (ma anche lo staff tecnico del Lugano sicuramente) e sulla questione si è creata la tipica caciara in salsa ticinese. Gianinazzi nel numero 41 ci credeva, sin dalle partite in cui lo aveva affrontato quando allenava la U20 bianconera e ne aveva fatto un po’ il suo progetto personale.

E forse sulla bontà del pensiero di Gianinazzi abbiamo una conferma, ossia il fatto che alla Swiss Life Arena ci fossero degli scout dei Florida Panthers per seguire da vicino il ragazzo, come segnalato da Fernando Lavezzo sul Corriere del Ticino. Certo, questo non vuol dire che automaticamente si trasformerà in un fenomeno – glielo si augura – però forse il coach bianconero ci aveva visto bene nel predire il suo futuro.

4. Il discorso del Re

Sicuramente le sue parole sono uscite più fluentemente di quelle di Re Giorgio IV nel suo discorso di insediamento quale monarca della corona britannica – impersonato nel film da Colin Firth – ma l’impatto del discorso che Calvin Thürkauf ha impartito ai suoi compagni al termine dell’allenamento pre-derby hanno sortito il loro effetto.

Un discorso di cui non sappiamo il contenuto, ma dalla durata di cinque minuti buoni della sua arringa e la maniera con cui i compagni lo hanno ascoltato in silenzio si può sicuramente affermare che è stato qualcosa di molto apprezzato e anche riuscito, almeno per quanto riguarda il carattere messo in pista nel derby. Il carisma non lo si acquista.

5. I nuovi intoccabili?

Si era atteso tanto il ritorno di capitan Thürkauf per ricomporre la super linea con Carr e Joly che alla fine il terzetto è durato lo spazio del derby. Certo, Gianinazzi ha dovuto fare delle scelte in previsione della difficile trasferta di Zurigo e dell’assenza di Mirco Müller, riproponendo Dahlström e scegliendo un po’ a sorpresa di escludere Carr.

Il coach bianconero ha quindi puntato di nuovo sulla fisicità e l’importante lavoro a tutta pista di Sekac, Zohorna e Arcobello e alla fine la decisione non sembra sbagliata, almeno a metà.

Questo per dire che l’apporto dello svedese di nuovo non è sembrato indispensabile, capiremo martedì contro il Langnau se la linea dei cechi e di Arcobello sarà quella dei nuovi intoccabili o se il Giana tornerà su altri passi – molto probabile – definendo ben due linee indivisibili, da quella solita di Thürkauf al nuovo trio ceco-statunitense.

Click to comment

Altri articoli in Lugano