AMBRÌ – È di questo DiDomenico che l’Ambrì ha bisogno. Determinato, efficace, dominante. Nella serata di sabato era importante mostrare una decisa reazione dopo la sconfitta nel derby e il canadese, con i suoi tre assist, lo ha fatto prendendo per mano la squadra e indicando la via.
“Stavamo lavorando bene da un po’ di tempo ma i risultati non volevano arrivare”, ha commentato l’attaccante numero 89. “Sono felice che la squadra sia riuscita finalmente a invertire questo trend negativo e lo sono anche a livello personale per essere riuscito a contribuire in maniera concreta al successo. Attenzione però a non lasciarsi andare a facili entusiasmi: si tratta solo di una vittoria e davanti a noi resta una montagna da scalare, a cominciare da lunedì a Ginevra”.
La squadra aveva bisogno dei propri leader che, contro il Gottéron, hanno saputo fare la differenza alzando il proprio livello…
“Assolutamente. Questa squadra può contare su diversi giocatori di valore e se tutti riescono ad alzare il proprio livello, con fiducia, allora le cose inizieranno a girare per il verso giusto. Non ci siamo mai disuniti e abbiamo messo moltissimi dischi sulla porta, cosa che non avevamo fatto a sufficienza nelle precedenti uscite. E ne abbiamo raccolto i frutti”.
L’impressione è che attraverso il tuo gioco e la tua energia tu sia riuscito ad alzare anche il livello dei tuoi compagni. È così?
“Può essere. Cerco solo di dare il buon esempio spingendo al massimo sul gas a ogni cambio. Abbiamo tanti giovani in squadra e credo sia importante trasmettere loro il messaggio giusto. Ad ogni modo ci sono tanti altri leader all’interno del gruppo e sabato sera tutti loro hanno dato il buon esempio”.
In un periodo così complicato, mentalmente quanto è importante questa vittoria?
“Effettivamente è una vittoria che vale un po’ più di altre. Dopo il derby eravamo delusi, così come lo eravamo per la striscia di sconfitte filate. Volevamo fare qualcosa per invertire il trend e credo che il gruppo abbia risposto nel modo giusto, con una prova di carattere. Significa che la squadra c’è ed è determinata a rialzarsi”.
È stata una partita particolare per te, contro una squadra nella quale hai militato sino a qualche settimana fa. Come l’hai vissuta?
“È stata una partita come un’altra. Se ero emozionato? No, non direi. Si tratta di business e sono abituato a questo genere di situazioni. Chiaramente dopo la partita sono andato a salutare i miei ex compagni di squadra. Ho avuto piacere di rivederli, ma nulla di più. Di certo non è stato il Friborgo a influenzare le mie performance e se abbiamo vinto è grazie allo sforzo collettivo messo sul ghiaccio da parte di tutti i ragazzi. Nient’altro”.