Social Media HSHS

Lugano

Mezza prestazione non basta al Lugano per sbancare Zurigo

In partita fino al 3-0, i bianconeri crollano a causa della concretezza degli avversari e dei propri errori individuali. Nemmeno il derby ha dato slancio

(Nico Ilic)

Mezza prestazione non basta al Lugano per sbancare Zurigo

ZSC LIONS – LUGANO

5-1

(1-0, 3-1, 1-0)

Reti: 18’12 Lammikko (Lehtonen, Malgin) 1-0, 23’05 Lammikko 2-0, 29’51 Sigrist (Zehnder, Malgin) 3-0, 31’59 Zohorna (Sekac, Aebischer) 3-1, 36’53 Frödén (Lammikko, Henry) 4-1, 42’46 Grant (Malgin, Lammikko) 5-1

Note: Swiss Life Arena, 12’000 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Mollard; Gnemmi, Urfer
Penalità: ZSC Lions 2×2, Lugano 3×2

Assenti: Giovanni MoriniJoren van PottelbergheMirco Müller (infortunati), Adam HuskaNick MeileCole CormierDaniel Carr (sovrannumero)

ZURIGO – Niente da fare, nemmeno la vittoria nel derby contro l’Ambrì Piotta è riuscita a dare un po’ di spinta al Lugano, il quale ha subito piazzato una brusca frenata di fronte ai Lions.

Ovvio che la notizia della defezione di Mirco Müller ha privato i bianconeri di una pedina fondamentale, ma la squadra di Luca Gianinazzi ormai non vince due partite di fila da settembre, quando era riuscito in quella serie di quattro successi consecutivi a partire addirittura dalla seconda giornata, ormai un’era fa.

Costretto per l’assenza del suo principale difensore svizzero a rispolverare Calle Dahlström e a lasciare in tribuna Daniel Carr, il coach ha portato in terra zurighese un Lugano caratterialmente rinfrancato dalla vittoria contro i leventinesi, tanto che per diversi tratti i bianconeri si sono subito fatti preferire agli uomini di Crawford già nel primo periodo.

(Nico Ilic)

Transizioni veloci, recuperi del disco decisi e compattezza in zona neutra, i bianconeri sono sembrati veramente trasformati rispetto a certe terrificanti prestazioni, seppure concedendo sempre quell’errore individuale di troppo. Il fatto di essere andati sotto alla prima pausa per 0-1 non ha spaventato inizialmente gli ospiti, capaci di nuovo in entrata di secondo periodo di lavorare bene nel terzo offensivo, impedendo allo ZSC di crearsi ripartenze con un ottimo filtro sulla blu difensiva e un bel lavoro degli attaccanti a supporto della fase difensiva.

Purtroppo però gli errori di cui si diceva sopra non sono stati lasciati nello spogliatoio, e un tentativo di forzare troppo la giocata da parte di Joly ha favorito il 2-0 di Lammikko, mentre una situazione gestita male davanti a Schlegel ha permesso a Sigrist di siglare il 3-0.

In mezzo a queste tre reti tanta frustrazione, perché fino a lì il Lugano se l’è giocata a tratti anche meglio dei Lions, ma Malgin e compagni hanno inflitto una vera e propria lezione di concretezza ai ticinesi, un saggio di come le partite si incanalano a proprio favore e di come le si deve chiudere.

Inutile la rete di Zohorna che ha preceduto il 4-1, altra dimostrazione di cinismo ed efficienza della squadra campione in carica, quasi a sbattere in faccia ad Arcobello e compagni come gli altri possano sfruttare i difetti dei bianconeri. Troppi in effetti gli errori sotto porta dei vari Joly, Thürkauf, Aebischer, Reichle – ma gran bella partita del numero 57 – Zanetti e altri ancora, i quali sommati agli errori di gestione del disco hanno di fatto riproposto quel Lugano di un mese fa, intraprendente ma inconcludente in attacco e capace di subire al primo errore concesso.

(Nico Ilic)

Insomma, da un lato c’è un po’ di consolazione per aver visto finalmente il Lugano affrontare la prima parte di incontro con un piglio che non si vedeva da lunghe settimane, dall’altra invece la frustrazione per una squadra che di nuovo ha concesso troppo pagando gli errori uno ad uno senza alcuno sconto.

Impossibile vedere il bicchiere mezzo pieno in questa situazione, non solo per l’ovvia sconfitta, ma perché nonostante i bianconeri abbiano convinto per diversi tratti della sfida mostrando finalmente una crescita anche a livello di personalità, si è tornati a vedere quella squadra che concede troppi errori difensivi, seppur tenendo conto anche di una concretezza zuirghese a dir poco devastante, un altro pianeta rispetto a un Lugano che ha di nuovo avuto bisogno di tantissimi tentativi – anche molto ravvicinati – per trovare un solo gol che non è riuscito a cambiare le sorti della partita.

Per Gianinazzi il compito è quello di tenere “su” la sua squadra dopo una sconfitta del genere, i suoi ragazzi hanno mostrato diverse cose buone prima di crollare, e questo è sicuramente un segnale che non si vedeva da tanto tempo e che è da prendere come slancio per le prossime partite, ma quegli errori di forzatura sono ormai un marchio di fabbrica troppo costante dei bianconeri, portare avanti una stagione sempre con l’ansia addosso perché possa capitare l’inevitabile a ogni cambio non può essere sostenibile.

Insomma, se qualcuno durante la prima metà dell’incontro era fiducioso nel vedere sprazzi del vecchio Lugano, lo stesso si sarà convinto vedendolo subire quelle reti a scadenze regolari che si trattava proprio del vecchio Lugano, vecchio ma non abbastanza.


IL PROTAGONISTA

Juho Lammikko: Esempio di concretezza e sostanza, il finlandese ha toccato pochi ma importantissimi dischi, segnando le prime due reti e ispirandone altre due. Non si perde in forzature o tanti giochetti, ma ha quella capacità di valorizzare ogni giocata semplicemente prendendo le decisioni in maniera rapida e decisa. Il contrario di quanto fanno spesso gli attaccanti bianconeri.


GALLERIA FOTOGRAFICA

(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)


Click to comment

Altri articoli in Lugano