LUGANO – Sarebbe dovuto essere il derby della rinascita o, quantomeno, del rilancio. Eppure, a risultato di una prova infarcita di errori, i biancoblù hanno dovuto alzare bandiera bianca anche di fronte a un modesto Lugano.
Pochi sono stati i leventinesi in grado di contraddistinguersi e, una volta di più, tutto il pacchetto stranieri ha deluso. Tommaso De Luca, però, vede il bicchiere mezzo pieno. “Trovo che entrambe le squadre abbiano giocato una grandissima partita”, ha commentato il numero 88. “Abbiamo messo molta intensità in pista, il pubblico ha spinto tanto e il Lugano è stato bravo a sfruttare le emozioni concretizzando soprattutto in superiorità numerica”.
A proposito di powerplay, dopo la rete del 2-1 avete avuto subito a disposizione una superiorità numerica ma, ancora una volta, in questo tipo di esercizio avete mostrato tutte le vostre lacune…
“Sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare e troveremo le nostre soluzioni in vista delle partite che ci aspettano. Analizzeremo a fondo cosa non funziona – magari con l’aiuto di qualche video e statistica – ma in fin dei conti sappiamo cosa dobbiamo fare e a mancare è solamente la rete”.
Nel terzo tempo sembra essere mancata una reazione decisa. Non si è vista, insomma, quella voglia di andarsi a prendere la vittoria. Come te lo spieghi?
“Credo che sia mancato qualcosa a livello mentale. Fisicamente c’eravamo, abbiamo creato alcune occasioni interessanti ma, come spesso accade in questo periodo, il disco non è entrato. Avremmo dovuto lavorare meglio davanti alla porta e in questo non siamo stati efficaci”.
È stata una partita caratterizzata da moltissimi errori su ambo i fronti. Possiamo dire che dopo la pausa era lecito aspettarsi qualcosa di più se non a livello di risultati, quantomeno in termini di prestazioni?
“Penso che questi giorni ci abbiano permesso di ricaricare le batterie. Abbiamo lavorato molto sulla struttura del nostro gioco. Ora si tratta di interiorizzare il tutto e di metterlo in pratica sul ghiaccio. Non esistono ingredienti o ricette segrete. Bisogna spingere, insistere e crederci”.
Chi dovrebbe trascinare la squadra non lo sta facendo, a dimostrazione della prestazione anonima di tutto il pacchetto stranieri. Come mai i leader faticano a trovare le soluzioni necessarie per condurre la squadra fuori da questa crisi?
“In una stagione è normale che ci siano alti e bassi. Inizialmente i nostri stranieri giravano bene, ora un po’ meno. Capita che si incappi in periodi meno positivi e ciò può dipendere da molti fattori. Probabilmente anche loro percepiscono di essere stati risucchiati in questo vortice negativo. Sono sicuro che molto presto, con la giusta calma, arriveranno anche i loro punti. Noi giovani, invece, dobbiamo cercare di portare in pista maggiore energia in modo da metterli nella condizione di potersi esprimere al meglio”.