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Lugano

Con un po’ di disperazione il Lugano riesce a piegare il Bienne

Una doppietta di Jesper Peltonen risponde a quella di Rajala e lancia i bianconeri alla vittoria. Esordio per Schultz, apparso in fase di adattamento

Con un po’ di disperazione il Lugano riesce a piegare il Bienne

LUGANO – BIENNE

6-3

(2-1, 2-2, 2-0)

Reti: 0’58 Fazzini (Joly, Zohorna) 1-0, 09’41 Kneubuehler 1-1, 15’51 Canonica 2-1, 22’01 Rajala (Tanner) 2-2, 26’12 Rajala (Bachofner, Yakovenko) 2-3, 28’17 Jesper Peltonen (Alatalo) 3-3, 35’41 Jesper Peltonen (Zanetti) 4-3, 58’29 Joly 5-3, 58’39 Verboon (Marco Müller, Mirco Müller) 6-3

Note: Cornèr Arena, 4’859 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Fonselius; Cattaneo, Bichsel
Penalità: Lugano 2×2, Bienne 4×2

Assenti: Giovanni MoriniCalvin ThürkaufJoren van PottelbergheSamuel Guerra (infortunati), Adam HuskaNick MeileJiri Sekac (sovrannumero)

LUGANO – Lambrusco e pop corn, per dirla alla Luciano Ligabue, piuttosto che caviale e champagne. La prima uscita del Lugano dopo la pausa non è stata infatti delle più brillanti – eufemismo – contro un Bienne reduce sì da un bel filotto ma decisamente mal messo anche a causa della lunga lista di assenti.

Va bene così, non si chiedeva altro ai bianconeri se non di trovare un mezzo per arrivare alla vittoria, e alla fine Fazzini e compagni, tra un inciampo e un gollonzo, tra un’amnesia e qualche bella iniziativa, si è ritrovato con i tre punti tra le mani, un po’ alla disperata ma pur sempre tre punti sonanti.

Per la prima volta con Justin Schultz sul ghiaccio, schierato con Mirco Müller, e con Hausheer relegato in tribuna (non certo una coincidenza con il suo annuncio di partenza futura) il Lugano si era pure presentato benissimo nei primi minuti di gara, pimpante, dominante e concreto. La squadra di Gianinazzi sembrava trasformata dopo la pausa dedicata alla nazionale, e il gol di Fazzini in power play sembrava lì a certificare la “rinascita”.

Però ogni tanto – o spesso – vallo a capire questo Lugano, schizofrenico e bipolare, perché appena incassato il pareggio di Kneubuehler, tutto è riapparso difficile e complicato. Il gol dell’ex leventinese è arrivato in un contesto troppo facile, dal posizionamento difensivo nello slot alla parata mancata di Schlegel, ma soprattutto ha aperto una nuova voragine in una squadra che è tornata a subire gli eventi negativi in maniera pesantissima.

Da lì via la partita si è registrata su standard piuttosto bassi, con numerosi errori dalle due parti, ma soprattutto sulla blu difensiva dei bianconeri, i quali, dopo aver ritrovato il vantaggio con uno splendido assolo di Canonica, hanno concesso di tutto e di più al Bienne, con almeno quattro break solitari e altrettanti in due o tre contro uno, nei quali Rajala si è fiondato come ci si fionda in una piscina d’estate.

Troppo brutto, ancora, per essere vero, con un “sistema” difensivo da mani nei capelli, tanto da costringere Luca Gianinazzi a chiamare un time out in pieno svolgimento per riassettare in fretta e furia quel disastro. La mossa perlomeno ha avuto il merito di scuotere un po’ la squadra, i blocchi sono scesi in pista con più prudenza e la doppietta di Jesper Peltonen – a tirare nel traffico qualcosa succede, chi l’avrebbe mai detto? – ha rinfrancato la squadra prima che le cose potessero precipitare.

È un Lugano guarito? Assolutamente no. La vittoria sul Bienne però deve dare finalmente la sterzata decisiva per una squadra che subisce gli umori come mai si era visto, e a differenza di quell’ultima vittoria in quel di Berna, forse stavolta la “disperazione” ha preso il sopravvento, un sentimento che può trasformare la paura in coraggio e ridare un po’ di fiducia a questa squadra.

E il tanto atteso Schultz? Per il momento il canadese è sembrato più alle prese con l’ambientamento e le misure di piste e zone difensive, senza troppo strafare, ma in powerplay ha già dato saggio in un paio di occasioni di poter dare qualcosa di più, in attesa di capire se sia in grado di assorbire l’urto del ritmo della National League.

All’orizzonte il Lugano vede il rientro del suo uomo più importante, ma anche questo non deve essere visto come la panacea di tutti i mali, ma dalla partita contro il Bienne si può sicuramente prendere spunto dalla prestazione del quarto blocco per capire cosa si intenda come approccio alle partite. Senza determinazione e un po’ di sana disperazione, ogni partita diventa un ostacolo insormontabile.


IL PROTAGONISTA

Lorenzo Canonica: Non solo ha segnato una bellissima rete nel primo tempo, ma ha anche guidato l’ottimo quarto blocco con la sapienza di un veterano, ha vinto un buon numero di ingaggi ed è stato l’ispiratore giusto per le puntate in velocità di un finalmente scatenato Zanetti. Il numero 14 ha vissuto finora un campionato un po’ altalenante, ma la maturità con cui si è calato nel fondamentale ruolo di quarto centro fa sicuramente ben sperare, soprattutto dopo prestazioni come quelle di venerdì sera.


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