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Interviste

Gianinazzi: “Ci siamo creati troppi problemi su giocate semplici, dobbiamo ritrovare fiducia”

Il coach dopo la sconfitta contro il Ginevra: “Quello che ci manca è la sicurezza in noi stessi e la qualità nell’esecuzione. Quando manca fiducia, l’unico modo per riconquistarla è lottare fino alla fine per vincere”

(Photobrusca & Luckyvideo)

LUGANO – Per il Lugano venerdì è arrivata una serata negativa, con una sconfitta contro il Ginevra a risultato di un match troppo impreciso e disordinato da parte dei bianconeri, che non hanno mai trovato il modo di applicare davvero il proprio gioco. Le difficoltà sono venute a galla sin dall’inizio.

“Sì, penso che ci sia mancata l’aggressività nel primo tempo. Il game plan era molto chiaro, sapevamo che loro erano corti in difesa, con diversi elementi in infermeria, quindi l’idea era di giocare il disco dietro ai loro difensori  metterli sotto pressione e creare il massimo stress possibile”, ci ha spiegato Gianinazzi. “Nel primo tempo non l’abbiamo fatto abbastanza e non l’abbiamo fatto con costanza, giocare contro di noi è stato troppo facile”.

Avete sofferto particolarmente anche la loro gestion del disco, complice la presenza di giocatori come Hartikainen e Manninen, che vi hanno messo spesso in difficoltà…
“Sì, ma penso che i problemi principali nel primo tempo siano stati soprattutto due. Innanzitutto, nell’uscita di zona: troppe volte abbiamo avuto possibilità chiare di uscire in modo pulito ma abbiamo sbagliato l’esecuzione del passaggio. Quando devi fare un passaggio di due metri e colpisci il bastone avversario, parliamo di un problema di esecuzione. Ci siamo creati troppi problemi su giocate potenzialmente semplici. È chiaro che giocatori come Hartikainen, Granlund, Manninen o Spacek sono di grande qualità offensiva, ma non credo che ci abbiano messo sotto offensivamente. Alla fine hanno fatto sei tiri dallo slot e 18 in totale, segnando un gol in powerplay e uno alla fine di una superiorità numerica. Sappiamo che il loro powerplay è devastante e molto forte in questa lega, ma il problema del primo tempo è stato più nella nostra gestione del disco”.

C’è stata una reazione dopo il gol di Carr e anche dopo la scazzottata di Sekac, che ha forse scosso un po’ la squadra, ma è sembrato che si andasse avanti per tentativi. Ricordo il Lugano delle prime partite che giocava con maggiore precisione. Come si può tornare a quella sicurezza?
“Sono d’accordo, nel secondo e terzo tempo c’è stata la volontà di tornare in partita e di fare di tutto per vincere. Abbiamo messo tanta pressione nella loro zona e creato tanti attacchi lunghi. Quello che ci manca è la sicurezza in noi stessi e la qualità nell’esecuzione. Spesso un passaggio semplice finisce male. Per uscire da queste situazioni bisogna semplificare ancora di più, accettando che non tutto sarà perfetto, e mettere lo spirito giusto fin dall’inizio. Quando manca fiducia, l’unico modo per riconquistarla è lottare fino alla fine per vincere. La fiducia torna solo con le vittorie, non con le sconfitte”.

A Berna avevate mostrato una certa solidità difensiva e riuscivate a ripartire con azioni efficaci, ma venerdì non è stato così. Come si spiegano questi sbalzi di rendimento?
“È difficile da spiegare, ma ogni partita è diversa. Il Ginevra non è venuto a fare la stessa partita del Berna, quindi anche il tipo di avversario incide. Anche a Berna, però, la qualità del nostro gioco non era altissima a livello di esecuzione. Siamo stati cinici e abbiamo trovato un modo di vincere, cosa che avrebbe dovuto aumentare la nostra fiducia per venerdì. Ma stavolta non siamo stati pronti, né fisicamente né a livello di intensità. A Berna abbiamo bloccato 20 tiri e vinto la partita, stavolta solo cinque blocchi e abbiamo perso”.

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