BIENNE – AMBRÌ
2-1
(0-1, 1-0, 0-0; 1-0)
Reti: 17’42 Bürgler (Heed, Pestoni) 0-1, 28’08 Rajala (Hofer, Heponiemi) 1-1, 64’04 Hofer (Cunti, Zryd) 2-1
Note: Tissot Arena, 6’436 spettatori
Arbitri: Hürlimann, Piechaczek; Urfer, Altmann
Penalità: Bienne 3×2, Ambrì 3×2
Assenti: Janne Juvonen, Simone Terraneo, Isacco Dotti, Tim Muggli, William Hedlund (sovrannumero)
BIENNE – Ha sicuramente di che mangiarsi le mani l’Ambrì Piotta, che in casa di un Bienne confrontato con diverse assenze di peso – ai vari Haas e Brunner si è aggiunto anche Andersson – non è riuscito ad andare oltre il punticino, lasciando per strada troppe occasioni per fare sua la partita e giocando col fuoco commettendo varie ingenuità.
Nell’ambito di una sfida molto aperta e in alcune fasi anche approssimativa da parte di entrambe le squadre, è stata sicuramente la squadra di Cereda ad avere il maggior numero di occasioni e a farsi preferire in termini di gioco, in maniera netta nel primo periodo ma poi – seppur in minor misura – anche nel resto del confronto.
L’intraprendenza mostrata non è però mai stata accompagnata da un vero affondo in termini di concretezza, e il fatto di non essere riusciti a segnare una seconda rete dopo il bel gol d’apertura di Bürgler ha impedito all’Ambrì Piotta di esercitare un maggiore controllo sul match. La sensazione è infatti sempre stata quella di una squadra biancoblù che avesse qualcosa in più, ma anche di un match che il Bienne avrebbe potuto girare all’improvviso in qualsiasi momento.
Infatti non si è andati troppo lontani da questo scenario, visto che dopo il pareggio ottenuto da Rajala – in powerplay, in seguito una penalità ingenua rimediata da DiDomenico – i seeländer sono riusciti per la prima volta a spostare il momentum dalla loro parte, e in quel caso è stato bravissimo Senn a sfoderare vari interventi decisivi e parecchio complicati.
All’Ambrì Piotta sono invece mancati diversi elementi per sfruttare un potenziale superiore all’avversario – i biancoblù erano inoltre al completo, e in teoria anche rinforzati dalle ultime operazioni di mercato – ma che è rimasto latente anche a causa di una certa mancanza di cattiveria e fisicità.
Alla Tissot Arena si è finiti per giocare un tipo di partita che piace molto ai padroni di casa, con poca fisicità e tanto spazio per gestire e smistare il puck, e in questo contesto gli ospiti non hanno trovato il modo di dare una sterzata decisiva alla sfida. D’altronde si è più volte chiamato in causa la mancanza di killer instinct in questa stagione, e anche se la costruzione di tante opportunità da gol rimane un aspetto positivo, il destino della sfida sarebbe stato diverso con maggiore freddezza davanti all’ottimo Säteri.
In alcune fasi l’Ambrì ha inoltre rischiato la frittata, soprattutto con quell’ingenua penalità di Zwerger nel finale, mentre sul fronte offensivo ci si deve attendere di più da diversi elementi. DiDomenico, Kubalik e Maillet possono sicuramente mostrare un livello superiore, con i due canadesi a corrente alternata e il ceco invece piuttosto evanescente e poco ispirato anche nelle sue conclusioni.
In generale è stata una sconfitta ingenua da parte dell’Ambrì Piotta, a cui manca ancora la maturità per uccidere le partite quando ne ha l’occasione, e un po’ di malizia per giocare con continuità sull’arco di tutti i 60 minuti. Nel complesso si può anche dire che i leventinesi avrebbero meritato di più, ma con un incedere a sprazzi e la propensione a giocare la partita molto aperta che voleva il Bienne, qualcosa di importante è mancato. Un ingrediente poco presente è stato la fisicità, anche sulla rete decisiva all’overtime confezionata da Cunti e Hofer.
Questo Ambrì è vivo, ma può e deve fare qualcosa di più, per evitare di lasciarsi alle spalle troppi punti al termine di partite in cui si sono sprecate evidenti chance per chiudere i discorsi.
IL PROTAGONISTA
Toni Rajala: In un Bienne con alcune assenze importanti e che ha dunque puntato sull’alto minutaggio dei suoi uomini migliori, il finlandese rimane sempre una grande certezza, e nei momenti in cui i seeländer si sono fatti vivi in avanti c’era sempre il suo zampino. Autore di un gol e di ben sei tiri in porta, è il vero elemento imprescindibile per il Bienne e l’autentico trascinatore del reparto offensivo.