AMBRÌ – Venerdì sera la difesa dell’Ambrì è stata travolta dalla furia dei Lions, implacabili nel bucare una retroguardia leventinese sempre più in difficoltà e appesantita dalle recenti prestazioni poco brillanti di Gilles Senn. Con Jesse Virtanen, pilastro della difesa biancoblù, abbiamo cercato di capire le ragioni di queste difficoltà emerse soprattutto nelle ultime cinque uscite nelle quali sono state incassate addirittura 24 reti.
Aiutaci ad interpretare la partita. Cos’è successo?
“Lo Zurigo è stata la miglior squadra in pista, non ci sono dubbi a riguardo. Forse il 7-1 è un po’ severo, ma era chiaro sin dall’inizio che per avere anche solo una chance di vincerla avremmo dovuto giocare il nostro miglior hockey. E venerdì sera siamo stati ben lontani dal proporlo”.
Avete avuto le vostre occasioni, specialmente nel primo tempo, ma al solito è mancata la necessaria concretezza. Come risolvere dei problemi offensivi che ricorrono ormai da inizio stagione?
“Non esistono ingredienti magici. Bisogna lavorare duramente, insistere e sfruttare quei momenti in cui riusciamo a giocare con fiducia. Molto spesso le reti nascono dal traffico davanti alla porta, da rebound o da deviazioni. Dobbiamo cercare di essere un po’ più presenti nello slot. Se riusciremo a vincere qualche battaglia in più là davanti, allora sarà più semplice sfruttare le occasioni”.
Come si smaltisce una sconfitta così pesante? Mentalmente può essere difficile?
“Non è semplice, bisogna ammetterlo. Specialmente quando serate del genere capitano in casa davanti al tuo pubblico che, nonostante il parziale, continua a sostenerti e a cantare. Non ci devi pensare troppo, dobbiamo cercare di trarre insegnamento da questa partita eliminando certi errori che ultimamente ci mettono troppo spesso in difficoltà”.
Immagino tu ti riferisca alla difesa. Pur avendola rinforzata con un terzo straniero, nelle ultime cinque uscite appare in grossa difficoltà. Cosa non funziona?
“Quando subisci così tante reti in un periodo prolungato significa che il problema non sta solamente dietro ma riguarda tutto l’assetto della squadra. Scendiamo in pista in cinque giocatori, e ognuno deve badare in qualche modo all’aspetto difensivo del nostro gioco. In questo senso dobbiamo cercare di porre maggiore attenzione dietro, ma in maniera corale. Non solamente i difensori, ma tutti insieme. Contro i Lions siamo stati tra noi troppo sfilacciati, abbiamo concesso troppi spazi e ne abbiamo pagato le conseguenze. E contro una squadra del genere non te lo puoi permettere”.
Da questo quadro ad emergere in positivo è la voglia di continuare a lottare. Ad ogni rete avete cercato di rispondere con energia e carattere. Un elemento al quale aggrapparsi in un periodo che fatica a sorridervi…
“Le partite sono lunghe e in sessanta minuti può accadere davvero di tutto. La mentalità è quella giusta: non bisogna mollare mai perché il passato insegna che le rimonte sono possibili, anche se complicate. Cerchiamo di imparare dai nostri errori, aggiustando quegli aspetti che ultimamente faticano a funzionare a dovere, e pian piano risaliremo la china”.