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Ambrì Piotta

I Lions mettono allo scoperto gli attuali limiti dell’Ambrì Piotta

Incapaci di concretizzare le loro occasioni e non abbastanza decisi davanti ai due portieri, per i leventinesi suona un campanello d’allarme soprattutto in difesa

I Lions mettono allo scoperto gli attuali limiti dell’Ambrì Piotta

AMBRÌ – ZSC LIONS

1-7

(0-3, 1-4, 0-0)

Reti: 2’30 Olsson (Frödén, Lammikko) 0-1, 19’05 Malgin (Kinnunen) 0-2, 19’55 Andrighetto (Grant, Malgin) 0-3, 28’09 Rohrer (Trutmann, Weber) 0-4, 29’06 Maillet (Heed, Pezzullo) 1-4, 31’13 Grant (Marti, Baltisberger) 1-5, 38’31 Grant (Zehnder, Lehtonen) 1-6, 39’26 Baltisberger (Grant, Baechler) 1-7

Note: Gottardo Arena, 6’564 spettatori
Arbitri: Piechachzek, Hebeisen; Huguet, Urfer
Penalità: Ambrì 1×2, ZSC Lions 3×2

Assenti: Jonathan AngIsacco DottiJanne JuvonenTim MuggliZaccheo Dotti (sovrannumero), William Hedlund (Bellinzona Snakes)

AMBRÌ – Il risultato finale è forse stato un po’ severo, ma la sostanza era lì da vedere. Tutti i limiti dell’attuale periodo dell’Ambrì Piotta sono emersi contro degli ZSC Lions semplicemente troppo forti per essere impensieriti da un complesso biancoblù molle nei due slot, difensivamente lacunoso e incapace di sfruttare le sue chance al momento giusto sul fronte offensivo.

Analizzare la partita in questo modo può sembrare un corollario di banalità – anche perché le ultime prove dei leventinesi hanno diversi tratti comuni – ma era evidente che contro Malgin e compagni fosse necessaria una prova praticamente perfetta per sperare in una vittoria, e l’Ambrì visto in azione venerdì era ben lontano dalla sua versione migliore.

Non si fraintenda però, la squadra di Cereda non è stata sbranata dai Lions dall’inizio alla fine, ed anzi aveva giocato un primo periodo tutto sommato buono – fatta eccezione per i primi minuti in cui gli zurighesi hanno subito premuto sul gas – ma le diverse chance costruite non avevano trovato il modo di battere l’ottimo Hrubec. In alcuni casi ci si è messa un po’ di sfortuna – due i dischi fermati praticamente a ridosso della linea tra primo e secondo tempo – ma in generale si è visto ancora un Ambrì bisognoso di troppe chance per trovare il gol, e la scarsa verve dei singoli non sta sicuramente aiutando.

È però in difesa che i biancoblù stanno iniziando a preoccupare, e nemmeno l’impiego costante di tre elementi stranieri riesce a fermare l’emorragia nella retrovia, che conta ora 24 gol incassati nelle ultime cinque partite. Sicuramente troppi per sperare di ottenere punti con regolarità, soprattutto se il killer instinct in avanti rimane ancora una caratteristica da inseguire.

Poi è chiaro, per fare bene contro una corazzata come gli ZSC Lions ci sono errori che non possono accadere. Incassare due gol nell’ultimo minuto del primo periodo ha infatti creato un vuoto difficilmente colmabile, con il terzo gol particolarmente imperdonabile. In generale, Senn e poi Fadani non hanno potuto contare su molto supporto dai compagni, con spesso una parata sul primo tiro ma poi nessuna chiusura ad impedire le varie reti ottenute su rebound.

L’Ambrì Piotta continua invece a faticare in questo senso, trovandosi in difficoltà nel capitalizzare le seconde occasioni, quelle che nascono dai tiri iniziali da fuori che arrivano con discreta costanza. Anche il contributo degli stranieri è scarso: Maillet è stato ancora deludente nonostante il gol — dal primo centro della squadra ci si aspetta ben altro — e Lilja non riesce a trascinare il gioco come dovrebbe.

Nel periodo centrale la squadra ha comunque mostrato una reazione promettente, quando Kubalik e compagni sono tornati sul ghiaccio con una ritrovata aggressività e hanno messo pressione su Hrubec. Il portiere ceco è stato bravo a gestire i tiri e soprattutto il traffico davanti a lui, e quando Rohrer ha messo dentro il quarto gol – contro l’andamento del gioco e con un po’ di fortuna – la partita si è di fatto conclusa.

Senn è stato richiamato in panchina per la seconda partita casalinga di fila — ha un po’ pagato per le mancanze dei compagni, ma anche lui non è stato brillante — e lo Zurigo ha continuato a dimostrare la propria superiorità, trovando con facilità e precisione le giocate giuste per archiviare l’incontro.

La squadra di Crawford è certamente impressionante, fortissima in tutti i suoi elementi, e ha impartito all’Ambrì Piotta una secca lezione, sfruttando le lacune dei leventinesi con chirurgica precisione e freddezza, impedendo loro ogni tentativo di rientro grazie alla propria solidità.

La squadra di Cereda si trova invece in un momento delicato, con alcuni limiti offensivi — non nella creazione del gioco, ma nella finalizzazione — a cui si aggiunge una fase difensiva da qualche tempo meno organizzata e compatta. Delle difficoltà le sta incontrando anche Heed, che in copertura è lontano dai suoi livelli, ed in generale il fatto di aver subito sette gol tutti a parità numerica – si può togliere il primo, arrivato tre secondi dopo la fine di un boxplay – deve far suonare un campanello d’allarme.


IL PROTAGONISTA

Simon Hrubec: Davanti a lui il portiere ceco ha una squadra fortissima, ma Hrubec ha comunque avuto modo di mostrare la sua grande calma tra i pali. L’Ambrì ha avuto le occasioni per indirizzare la sfida sui propri binari nel primo tempo, e anche nel secondo tempo aveva iniziato spingendo. Tuttavia, proprio in quei momenti il portiere ha fatto la differenza con grande autorità.


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