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Ambrì Piotta

L’Ambrì non approfitta di un Friborgo coi nervi a fiori di pelle

Nel “saloon” della BCF Arena si sono viste tante penalità, un inizio folle e una rimonta improbabile. Ma l’Ambrì non approfitta del suo momento migliore

(PostFinance/KEYSTONE/Adrien Perritaz)

L’Ambrì non approfitta di un Friborgo coi nervi a fiori di pelle

FRIBORGO – AMBRÌ

4-3

(3-0, 0-3, 1-0)

Reti: 8’37 Wallmark (Sörensen, Gunderson) 1-0, 15’38 Dorthe (Rathgeb, DiDomenico) 2-0, 19’33 Marchon (Bertschy) 3-0, 21’00 Bürgler (Heed) 3-1, 34’15 Bürgler (Heed, Pestoni) 3-2, 36’54 Heim (Wüthrich) 3-3, 48’43 Sprunger 4-3

Note: BCF Arena, 9’119 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Staudenmann; Stalder, Meusy
Penalità: Friborgo 10×2, Ambrì Piotta 7×2

Assenti: Rocco PezzulloZaccheo Dotti (infortunati), Jonathan AngTim MuggliDavide FadaniJakob Lilja (sovrannumero)

FRIBORGO – Con il Friborgo praticamente sull’orlo della crisi più totale dopo un inizio di stagione da incubo, non c’è da sorprendersi che l’Ambrì Piotta si sia ritrovato sabato in una sorta di rissa da saloon, ma tra gli alti e bassi di partita pazza rimane l’amarezza di non aver portato a casa un risultato utile che sarebbe stato in definitiva meritato.

La squadra di Cereda al tirar delle somme ha però pagato un primo tempo in balia degli avversari, in cui il Gotteron ha controllato totalmente le operazioni e trovato il gol addirittura tre volte, costringendo i biancoblù a buttare nel cestino quello che era il gameplan ideale. Vedere la squadra di Patrick Emond – pure lui visibilmente teso per tutto il match – iniziare la serata a mille all’ora era ampiamente prevedibile, ma in quella fase l’Ambrì ha passato troppo tempo a rincorrere gli avversari ed ha gestito male il disco in uscita dal proprio terzo.

Per diversi minuti si è così rimasti in attesa di vedere la squadra biancoblù iniziare a pattinare di più, ma quando Marchon nel finale di periodo ha messo dentro il 3-0 in shorthand il timore era quello che il serbatoio leventinese fosse già in riserva. Alla terza partita in quattro giorni, e con le emozioni di un derby intenso forse ancora da digerire, non era da escludere che per la prima volta in stagione a Grassi e compagni potessero mancare le energie per rilanciare la sfida.

Così però non è stato, ed il powerplay sfruttato da Bürgler dopo appena un minuto nel periodo centrale ha iniziato a far vacillare un Friborgo fragilissimo, penalizzato anche da un Reto Berra disastroso e che nel giro di qualche azione è andato completamente nel pallone.

I due gol in rapida successione che hanno portato la sfida in parità – uno “fotocopia” di Bürgler e poi un polsino di Heim su cui Berra non ha fatto una bella figura – hanno spostato in maniera importante il momentum della sfida, e l’impressione a quel punto era che l’Ambrì potesse assestare il colpo di grazia al Gotteron.

(PostFinance/KEYSTONE/Adrien Perritaz)

L’ingenua penalità rimediata da Berra per un colpo rifilato a Kostner sembrava infatti il classico episodio che lascia il segno in una serata del genere, anche se quei due minuti si sono sommati a parecchi altri che il Friborgo ha rimediato in maniera ingenua e gratuita, ad immagine anche di un Bertschy ben lontano dai suoi livelli.

Proprio in quella fase, a cavallo tra il secondo ed il terzo tempo, l’Ambrì ha però fallito nel trovare un primo vantaggio di serata che sarebbe stato pesantissimo. Il match ha così trovato nuovi equilibri, scossi da diverse scazzottate fino al gol di Sprunger, che ha ingannato Juvonen – partita un po’ insicura la sua, pur condita da alcune parate importanti – mettendo in mezzo un puck deviato con il corpo da Curran.

Peccato, perché uno sforzo del genere meritava almeno un punto, ma d’altro canto ci sono state anche troppe imprecisioni e delle fasi poco strutturate che alla fine hanno presentato il conto.

Per ottenere qualcosa in più i leventinesi avrebbero anche avuto bisogno qualcosa in più ad esempio da Kubalik e Maillet, con in particolare il ceco per buona parte del match in ombra e praticamente mai pericoloso. Resta inoltre singolare l’ennesima esclusione di Jonathan Ang, che nemmeno in una serata in cui potevano servire forze fresche è stato chiamato a dare il suo apporto. Una sua partenza anticipata per dare un po’ di ossigeno alle casse del club – farsi sfuggire Curran appare oggi impensabile – a questo punto potrebbe essere una mossa che avrebbe senso iniziare a considerare.

In un contesto caotico in cui il Friborgo ha preso una boccata d’ossigeno vitale come non mai, l’Ambrì è uscito dal ghiaccio per la seconda volta in stagione senza mettersi in tasca alcun punto. Nulla di grave evidentemente, soprattutto considerando che anche sabato la squadra è rimasta in partita sino all’ultimo cambio, ma una miglior gestione del primo periodo avrebbe potuto fare una grande differenza.


IL PROTAGONISTA

Marcus Sörensen: Lo svedese non è ancora tornato ad essere quel giocatore impressionante del passato campionato, ma anche nel caos organizzato in cui ha operato il Friborgo, lui si è dimostrato la vera dinamo del gioco. Sempre nel vivo della manovra, e coinvolto fisicamente distribuendo colpi ed incassandone anche diversi, Sörensen è per il Gotteron un giocatore imprescindibile. Senza di lui la squadra sarebbe ancora più in difficoltà, considerando anche come DiDomenico sia attualmente il fantasma di sé stesso.


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