AMBRÌ – LUGANO
2-1
(1-1, 0-0, 1-0)
Reti: 8’53 Kubalik (Virtanen) 10, 12’09 Marco Müller (Carr, Joly) 1-1, 52’19 De Luca (Pestoni, Heim) 2-1
Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Tscherrig; Gurtner, Meusy
Penalità: Ambrì 5×2, Lugano 6×2
Assenti Ambrì: Rocco Pezzullo, Zaccheo Dotti (infortunati), Janne Juvonen, Jonathan Ang, Tim Muggli, William Hedlund (sovrannumero)
Assenti Lugano: Nick Meile, Adam Huska, Aleksi Peltonen (sovrannumero), Giovanni Morini, Calvin Thürkauf, Joren van Pottelberghe (infortunati)
AMBRÌ – Il primo derby stagionale è stato tutto quello che ci si attendeva: intenso, duro ed incerto fino all’ultimo. Le due squadre ci hanno messo il fisico ed hanno mostrato tanta voglia di vincere, e per quanto portato in pista entrambe avrebbero sicuramente meritato di aggiungere qualche punto alla propria classifica.
A spuntarla è però stato l’Ambrì Piotta, che ha avuto il merito di gestire ed interpretare meglio i momenti chiave della partita – fatta eccezione per gli sciagurati errori a porta sguarnita nel finale – mentre il Lugano ha ricavato troppo poco dalle sue fasi di maggior ritmo.
Con il match a lungo rimasto sul punteggio di 1-1, la squadra di Cereda ha infatti saputo approfittare di una serata vissuta in crescendo, mentre gli uomini di Gianinazzi avevano disputato un ottimo primo tempo ed anche un bell’inizio di secondo, ma nello slot protetto dall’ottimo Gilles Senn è sicuramente mancato qualcosa.
Il Lugano è infatti andato alla conclusione per 40 volte ma lo ha fatto spesso da posizioni piuttosto defilate, ed in generale non è riuscito ad applicare con costanza la formula che aveva permesso a Marco Müller di infilare l’1-1. È infatti davanti ai due portieri che l’Ambrì Piotta si è dimostrato superiore, mentre i bianconeri – che gli uomini per dominare lo slot offensivo li avrebbero, soprattutto Zohorna e Sekac – non hanno mostrato quella rabbia necessaria per far pendere l’ago della bilancia in proprio favore.
Dai due cechi ci si deve aspettare sicuramente di più, ma anche da elementi come Carr e Joly che in assenza di Thürkauf hanno ribadito di non aver ancora trovato la formula per essere davvero efficaci senza il capitano. Buona comunque la velocità mostrata in generale dal Lugano, che soprattutto nella prima metà di gara ha messo in difficoltà un Ambrì andato poi in costante crescendo, ma il fatto di non aver trovato il gol in alcuni momenti chiave – il palo pieno colpito di Fazzini è stato un altro spartiacque importante – ha vanificato tutto il resto.
I biancoblù sono invece stati bravi nel gestire le tante emozioni che hanno alimentato la partita, tra cui due gol annullati in maniera corretta ma che hanno nuovamente evidenziato la necessità di fare un passo avanti a livello di immagini televisive. Se da un lato le due azioni erano entrambe verosimilmente irregolari, in nessuna era possibile ottenere un’immagine inconfutabile della situazione di offside – soprattutto sulla rete di Pestoni – il che ha portato a comprensibili discussioni.
L’Ambrì la sua vittoria l’ha anche costruita attorno a Gilles Senn, calmo e sicuro tra i pali, ed autore di diverse parate decisive tra cui una da rivedere nel terzo periodo. Si è poi vista anche la differenza di livello in termini di stranieri in difesa, con Virtanen, Heed e Curran nuovamente determinanti, mentre dall’altro lato Dahlström ha giocato due periodi totalmente anonimi prima di restare negli spogliatoi alla seconda pausa per un infortunio non precisato.
L’episodio decisivo è poi arrivato grazie alla segnatura di Tommaso De Luca, che ha finalizzato un’azione ben imbastita da Heim e Pestoni, ad immagine di una squadra che non sta più crescendo solamente a livello di gruppo ma ora anche in termini individuali.
L’Ambrì sta infatti sempre più trovando i suoi equilibri ed una vera dimensione – il fatto che con Senn e tre difensori stranieri siano arrivate solo vittorie è impressionante – mentre il Lugano ha qualche bilanciamento ancora da calibrare nel suo lineup, che senza Thürkauf si vede privato del suo principale pilastro. Nulla da perderci davvero il sonno – soprattutto con il rientro anticipato di Schlegel – ma si percepisce come la chimica tra alcuni elementi sia ancora da migliorare.
Il derby in generale ci ha comunque mostrato due squadre in forma, affamate e che hanno tutto per confermare il buon avvio di stagione vissuto sinora. L’acuto decisivo stavolta l’ha avuto l’Ambrì Piotta, che dopo diversi anni passati a subire terribilmente la pressione dei derby, sembra ora aver imboccato un trend fatto di maggiore sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi.
IL PROTAGONISTA
Gilles Senn: Sembra davvero rinato l’ex portiere del Davos, che in Leventina in questo avvio di stagione sta trovando quelle sensazioni che negli ultimi anni aveva smarrito. Senn anche nel derby è apparso calmo, sicuro nei suoi interventi e pure abile nel gestire i rebound sui 40 tiri scagliati verso di lui, entrando anche bene in sintonia con i difensori per permettere una sicura gestione dello slot. Nel terzo tempo ha poi sfoderato una parata eccezionale, che è risultata determinante.
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