Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Centro giovanile
È confrontato con una situazione sicuramente da non sottovalutare l’Ambrì Piotta in questo avvio di stagione, ovvero quella che vede la squadra privata a causa infortunio di due giocatori che dovevano essere parte integrante dell’ossatura al centro del lineup, ovvero Philippe Maillet e Diego Kostner.
Senza il canadese manca infatti il primo centro designato – con la conseguente rinuncia della linea con Ang e De Luca che in preseason aveva funzionato bene – mentre l’italiano per caratteristiche era l’elemento ideale per guidare il quarto blocco.
Il risultato è stato un Ambrì Piotta che al centro non è mai stato così giovane, con Heim e Ang nelle vesti di veterani (entrambi hanno 26 anni) e vari altri giocatori che ai primi passi nelle loro carriere si sono presi a carico questo compito.
Nel mezzo abbiamo infatti visto all’opera Manix Landry (21 anni), Tommaso De Luca (19), Miles Müller (19) e William Hedlund (22), dando così vita al pool di centri nettamente più giovane dell’intera lega. Com’è andata? Beh, tutto sommato abbastanza bene soprattutto grazie alle prestazioni di Landry, considerando che ad un’età così giovane non è evidente presentarsi agli ingaggi ed essere responsabili anche in zona difensiva.
La settimana si è chiusa con il 45% ai faceoff – Ang ha evidenziato il 58.8%, Heim solamente il 41 – ma anche con l’evidenza che la presenza di Maillet in futuro sarà fondamentale per dare maggior spessore al reparto.
2. Fumo e arrosto
Si trovano un po’ sospesi nel limbo di due proverbi gli attaccanti Dominik Kubalik e Jonathan Ang, entrambi sinora in pista con tanta voglia di fare bene e con l’evidente intenzione di essere sempre nel cuore delle azioni, ma il loro gioco sta facendo molta fatica a trovare concretezza.
“Where there’s smoke, there’s fire” si dice oltre oceano, ed è quello che sicuramente spera l’Ambrì Piotta. Per ora il gioco degli stranieri è parecchio fumoso, ma c’è anche l’innegabile potenziale – specialmente nel caso del ceco – per vedere presto il fuoco di due elementi che quando sono “caldi” possono davvero spaccare in due le partite.
C’è però anche il timore – e qui ci riferiamo soprattutto ad Ang – che il proverbio di riferimento possa diventare “Tutto fumo e niente arrosto”, con tanto pattinaggio e dinamicità un po’ fini a sé stessi.
Nell’ultima settimana Kubalik ci ha provato con nove tiri (e due pali) in tre partite, mentre Ang ha tirato solamente tre volte. Ma siamo ancora all’inizio e non è grave che il gioco di alcuni sia ancora un po’ “fumoso”, a patto però che ci sia del fuoco pronto ad accendersi.
3. Cambio di Senno
Si sono alternati in maniera perfettamente bilanciata sinora i portieri Janne Juvonen e Gilles Senn, un po’ perché l’ex Davos sta fornendo delle prestazioni solide, ma anche si percepisce un cambio di filosofia ed una presa di coscienza dei vantaggi che comporta l’utilizzo di un portiere svizzero.
Quando lo staff ha potuto schierare un terzo difensore straniero con l’inserimento di Kodie Curran i benefici di una retroguardia più solida si sono immediatamente visti, ma l’Ambrì anche in futuro potrà colmare la sua più evidente lacuna con questo tipo di mossa solamente a patto di avere tra i pali un giocatore rossocrociato.
D’altronde Paolo Duca non lo aveva nascosto al momento dell’ingaggio di Senn ed il suo potenziale era stato immediatamente valutato come quello di un eventuale portiere titolare, a patto ovviamente che avesse ritrovato quelle sensazioni che aveva smarrito da alcuni anni.
Il fatto che Senn abbia giocato bene le prime tre partite lo rende oggi un elemento più interessante rispetto a Juvonen, considerando anche che il finlandese potrebbe rientrare in patria dopo questa stagione. Anche le voci di mercato indicano d’altronde un cambio di direzione, con la suggestione di una coppia Senn–Wüthrich che permetterebbe l’impiego costante di sei stranieri di movimento.
Su questo argomento non resta che attendere i futuri sviluppi, ma se Senn dovesse continuare a fornire delle buone prestazioni questo sarebbe già un bel punto di partenza.
4. La logica dei numeri
La matematica della classifica in questo inizio stagione non sta dando troppi pensieri all’Ambrì Piotta, nel senso che dopo sei partite i biancoblù hanno ottenuto cinque risultati utili, ed anzi avrebbero anche potuto attendersi qualche punto in più dalle loro prestazioni.
La consapevolezza di avere molti margini di miglioramento i leventinesi la trovano però nei numeri, che mostrano un Ambrì ben lontano dalla sua massima efficacia. Il PDO è infatti tra i più bassi della lega con solamente il 97.59%, frutto di una percentuale di parate appena discreta (89.82%) e di un’efficacia al tiro modesta (7.87%).
Anche gli special teams hanno alti e bassi (powerplay solo all’8.7%, penalty killing invece con un ottimo 85.7%), ma pure qui la mancanza nell’esecuzione è compensata da un gioco di squadra più promettente e che vede l’Ambrì essere la squadra che ha generato più opportunità di powerplay (23) e tra le migliori nel limitare le situazioni di inferiorità (14).
Ma poi ci sono anche le statistiche dei singoli: elementi come Ang, Pestoni oppure Heim non hanno ancora segnato, mentre sono fermi ad un solo gol i vari De Luca, Bürgler, Kubalik e Zwerger. Anche loro, presto o tardi, inizieranno a macinare punti.
5. Occhio ai difensori
C’è stato di che lustrarsi gli occhi in casa leventinese nell’ultima settimana guardando alle prestazioni di Jesse Virtanen che, dopo aver risolto con una rete all’overtime la sfida contro il Bienne, per una serata ha portato anche la corona di top scorer dell’intera lega.
La produttività dei difensori è una tendenza che si sta verificando nell’intera lega in questo avvio di campionato, con quattro top scorer attualmente difensori – Virtanen, Niku, Saarijärvi e Brennan – ed un Honka con lo stesso bottino di Tambellini così come Yakovenko al pari Rajala, mentre Untersander ha un solo punto in meno di Baumgartner.
Un punto a partita lo sta inoltre facendo registrare anche Dean Kukan, mentre Loeffel ha segnato due gol sabato sera ed in generale in NL sono già andati a segno ben 28 difensori diversi.
Occhio insomma alle retrovie, anche considerando che in termini di conclusioni in porta i difensori non sono più “timidi” come alcuni anni fa. Virtanen vanta 4.5 tiri ad incontro, e diversi altri colleghi sono molto attivi in questo senso come Alatalo (3.8), Kinnunen (3.5), Weber oppure Loeffel (3).