LUGANO – BERNA
6-4
(1-2, 2-1, 3-0)
Reti: 11’47 Merelä (Untersander) 0-1, 13’10 Thürkauf (Joly) 1-1, 14’19 Vermin (Merelä, Czarnik) 1-2, 25’59 Fazzini (Sekac) 2-2, 36’37 Lehmann (Baumgartner, Scherwey) 2-3, 39’58 Mirco Müller 3-3 (Carr), 42’22 Marco Müller (Zohorna, Alatalo) 4-3, 45’43 Fazzini (Carr) 5-3, 48’15 Lehmann (Lindholm, Scherwey) 5-4, 57’56 Arcobello 6-4
Note: Cornèr Arena, 5’077 spettatori
Arbitri: Lemelin, Gerber; Altmann, Gurtner
Penalità: Lugano 4×2, Berna 8×2
Assenti: Aleksi Peltonen, Liekit Reichle, Cole Cormier, Nick Meile (sovrannumero), Giovanni Morini (infortunato)
LUGANO – Ci sono due tipi di partite: quelle che piacciono ai tifosi e quelle che piacciono agli allenatori. Quella tra Lugano e Berna di martedì sera, seppur sarà piaciuta per i tre punti e per alcuni ottimi spunti anche a Luca Gianinazzi (a Jussi Tapola di certo no), è stata sicuramente molto più apprezzata dal pubblico, che ha assistito a una battaglia vera, dura, fisica e ricca di emozioni e ribaltamenti di fronte, tante reti arrivate in ogni situazione di gioco possibile.
Senza voler sembrare pretestuosi, è stato forse più difficile vincere questa partita per il Lugano rispetto a quella di Losanna, perché il Berna, con il suo stile un po’ “caotico” e ad alto rischio, ha costretto il Lugano ad uscire dalla tana e a prendersi anche lui la sua bella dose di spaventi, costringendolo all’errore in più di un’occasione. Emblematica la partita di Calle Dahlström, su cui pesano almeno due reti e soprattutto il 2-3 di Marco Lehmann, uno dei due giocatori – l’altro è Tristan Scherwey – che con la loro energia e velocità, gli hanno fatto passare una serata decisamente difficile.
Si era capito subito che dalle parti di Niklas Schlegel – tornato tra i pali dopo due partite – sarebbe tirata una brutta aria, nonostante il Lugano si sia fatto preferire per la profondità dei suoi attacchi anche nel primo periodo. Il forecheck attuato dal Berna ha fatto saltare più di una volta le posizioni difensive dei blocchi bianconeri, lasciando molte spalle scoperte allo slot centrale, e da lì il Berna si è costruito più di un’occasione, con la rete di ancora di Lehmann al 48′ a fare da esempio per un Lugano che ancora si stava facendo sorprendere da quelle giocate.
Però, tra un Berna che si affidava alle transizioni improvvise e un po’ casuali e al forecheck nel terzo e un Lugano che invece voleva costruire e manovrare con più meccanicità, ne è nata una partita divertente, a tratti spettacolare e tirata fino all’ultimo, o perlomeno fino al 6-4 a porta vuota di Arcobello, perché ancora prima di quel gol il match continuava ad essere incerto.
Merito anche del Lugano, il quale ha sofferto moltissimo dal 30′ via sulla pressione del Berna, e quando sembrava che gli orsi potessero indirizzare definitivamente la sfida, ci ha pensato lo “sniper” di questo inizio di stagione, Mirco Müller, a rimettere le cose a posto. La grande giocata di Carr in shorthand nell’angolo basso vicino a Wüthrich ha permesso al numero 25 di insaccare sulla sirena il pareggio, un gol che ha fatto da spartiacque di una partita che stava per pendere dall’altra parte.
Per come il Lugano è rientrato nel terzo periodo si è capito che il 3-3 ha avuto un grandissimo peso, tanto che da lì via i bianconeri hanno trovato due reti in power play – che fanno tre di fila dal 2-2 di Fazzini – una più bella dell’altra, con Marco Müller e con un missile ancora del numero 17. Ora attenzione, il power play si è sicuramente sbloccato a livello di numeri, ma è ancora presto per capire se l’evoluzione sia partita, perché in altre circostanze i bianconeri hanno continuato ad andare a corrente alternata, ma sicuramente questo rimane un gran bel segnale.
In quei momenti il Lugano ha mostrato grande forza mentale e di gruppo, si è capito che la vittoria i bianconeri la volevano ad ogni costo ed hanno accettato di continuare a lottare colpo su colpo contro un avversario molto prestante fisicamente e che non ha risparmiato alcun colpo agli avversari.
Come detto non è stata una partita perfetta quella dei bianconeri, sul piano difensivo ci sono stati diversi errori di posizionamento e lettura dell’azione che hanno favorito il Berna, ma la capacità di rimanere in partita e tenere agganciato il Berna fino a ribaltarlo nel momento più propizio è caratteristica di una squadra molto forte dal lato mentale. Nota negativa l’infortunio di capitan Thürkauf, uscito con una botta alla gamba in uno scontro alla fine del secondo periodo e non più rientrato da quel momento, sostiuito da Zohorna al centro di Joly e Carr.
Un ottimo inizio quello del Lugano, capace di giocare e vincere partite ordinatamente e con grande efficienza così come di domare incontri che rischiano di andare fuori controllo e giocati a viso aperto, con un potenziale offensivo davvero di primo piano. Martedì sera i tifosi si sono sicuramente divertiti, chissà che con qualche accorgimento a partire da sabato possa uscire dalla pista pienamente soddisfatto anche lo staff.
IL PROTAGONISTA
Luca Fazzini: Sempre tra i più pericolosi nello slot vicino a Wüthrich, il numero 17 ha cambiato due volte la sfida con altrettante reti in power play. Se la prima non è stata un’azione tipicamente da superiorità numerica, il secondo gol – valso la vittoria – è arrivato al termine di una trama pregevole e con un tiro semplicemente perfetto dove solo lui riesce a mettere i dischi. In superiorità numerica ha capito di doversi reinventare e lasciare spesso la sua vecchia mattonella per diventare meno prevedibile, ma anche a parità numerica è un giocatore maturo che sa prendersi tante responsabilità e non essere più “semplicemente” un grande tiratore.