AMBRÌ – Sono stati un paio di giorni sicuramente intensi per l’Ambrì Piotta, che nel corso della settimana ha visto il ritorno di uno dei giocatori più rappresentativi della sua storia recente, ed anche per questo una semplice partita di preparazione come quella di venerdì si è trasformata in un momento particolare.
“È stata solo un’amichevole, ma ero eccitato all’idea di giocare e vestire di nuovo questa maglia, a maggior ragione nella nuova arena”, ci ha raccontato Dominik Kubalik. “Sono tornato in Ticino solamente da un paio di giorni e dunque non vedevo l’ora di mettermi al lavoro. Come sempre i tifosi sono stati eccezionali, mi hanno fatto sentire come se fossi partito ieri. È stato bello”.
La sensazione è stata la stessa nel vederti in pista assieme a Zwerger…
“Sì, è stato speciale. Siamo amici ed è bello poter giocare di nuovo assieme. Ma oltre a questo c’è anche la consapevolezza che abbiamo davvero tanti aspetti in cui dobbiamo migliorare prima dell’inizio della stagione, dunque ci sarà tanto da lavorare”.
La NHL è un altro mondo, ma c’era qualcosa che ti mancava di una piccola realtà come quella dell’Ambrì?
“Sicuramente mi mancava l’atmosfera, giocare in Europa è totalmente diverso. I fans cantano continuamente e fanno tanto baccano, mentre in NHL le arene sono molto più calme. Ero dunque eccitato all’idea di tornare in un contesto come quello di Ambrì, e già da questa prima partita mi sono ricordato della differenza”.
Per te l’Ambrì era l’unica scelta se non fosse arrivato un contratto NHL?
“Con il mio agente abbiamo sempre analizzato tutte le opzioni che avevo sul tavolo. La lega ceca per me non è mai stata un’opzione, ma comprensibilmente tante squadre mi hanno contattato ed ho declinato velocemente. In generale la mia idea era di aspettare per vedere lo sviluppo del mercato, ma la giusta opportunità non si è presentata e mi sono dunque dato un termine per girare pagina ed iniziare a pensare ad un’altra soluzione. In quel momento il mio primo pensiero è andato all’Ambrì, perché sono convinto che tornare qui rappresenti comunque un buon passo verso ciò che mi riserva il futuro”.
Ritrovi lo stesso allenatore ed un paio di vecchi compagni, ma in generale l’Ambrì è cambiato tanto in questi anni… La squadra è più competitiva e ci sono delle ambizioni, percepisci queste differenze?
“Hai ragione, è qualcosa di particolare. Le sensazioni che mi trasmette il club sono le stesse di qualche anno fa, ma al contempo è facile accorgersi che tante cose sono cambiate. Ovviamente avere una pista del genere fa una grande differenza, lo spogliatoio ad esempio è bellissimo. Se penso però al mio rapporto con Cereda ed il tipo di comunicazione che abbiamo, tutto è praticamente identico a quando ero partito. È stato facile iniziare a lavorare di nuovo qui, la squadra mi ha accolto nel migliore dei modi”.
Anche la National League è cambiata molto dal 2019. Che impatto ti aspetti di avere?
“Sono onesto, non mi faccio alcuna aspettativa. Affronto in generale questa mia situazione ragionando giorno dopo giorno. Ovviamente sono qui per aiutare la squadra in qualsiasi modo possibile, vogliamo vincere ed oltre alle mie caratteristiche come attaccante posso anche contribuire con l’esperienza che ho accumulato in qualche anno passato in NHL. Farò davvero di tutto per aiutare l’Ambrì a vincere”.
Ti ritieni un giocatore diverso rispetto a quando sei partito?
“Sì, ogni stagione che affronti ti cambia in qualche modo. Ci sono sempre aspetti positivi da conservare ed altri negativi da cui ti tocca imparare delle dure lezioni, sia come giocatore che come persona. La carriera nell’hockey è un lungo processo, ed anche oltre oceano ne ho avuto dimostrazione”.
La tua passata stagione ad Ottawa non è stata delle migliori, ma in generale in 5 anni di NHL hai dimostrato molto. Dopo il Mondiale che hai fatto, ti sorprende avere oggi difficoltà a trovare un contratto?
“Sicuramente è qualcosa che ti fa riflettere, ma come persona non guardo mai troppo avanti. Ho avuto una stagione difficile, ma quando sono arrivato in Nazionale semplicemente mi sono concentrato solamente sulle settimane al Mondiale, senza rimuginare troppo sulle mie chance di essere in NHL anche la stagione successiva. Ho però tanta fiducia in me stesso, credo nelle mie capacità e sono convinto che avrò ancora un’opportunità. Finora non è successo, ma il fatto di essere oggi qui ad Ambrì non lo vedo come un passo indietro, ma piuttosto uno utile per avvicinarmi al mio obiettivo”.
Senti di avere qualcosa in sospeso oltre oceano? Ad esempio non hai mai giocato una partita di playoff…
“Esatto. Ci sono tanti ottimi giocatori che hanno magari giocato un migliaio di partite e non sono mai andati vicini a vincere la Stanley Cup, ma in generale come detto mi concentro solo sul dare il meglio senza pensare troppo avanti. La passata stagione finalmente è alle mie spalle, questo è un nuovo anno e starà a me cercare di essere un giocatore migliore”.
Scegliendo nell’attesa di giocare con l’Ambrì, non temi che un infortunio possa spazzare via le tue chance di tornare in NHL?
“Beh è un rischio, ma ce ne sono ogni giorno, basti pensare agli allenamenti. Sono un giocatore di hockey, se inizi a pensare in questa maniera non arriverai a nulla di buono. Farmi trovare pronto per un’eventuale chiamata dalla NHL è un mio compito, ma nel contempo il mio focus è sull’Ambrì Piotta e sull’aiutare la squadra al massimo delle mie possibilità. È il minimo che posso fare vista la chance che ricevo”.
Potresti lasciare la squadra da un giorno all’altro. Basterebbe un’offerta di tryout per vederti partire?
“No, non ho mai preso in considerazione un tryout. Sono sempre stato alla ricerca di un contratto e questo non cambia, anche ora dopo aver atteso diverso tempo senza ottenerlo”.