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Interviste

Gianinazzi: “Siamo ambiziosi, se lavoreremo bene potremo toglierci delle soddisfazioni”

Il coach all’inizio della preparazione sul ghiaccio: “Con la società abbiamo messo nuovi importanti tasselli al gruppo, che crediamo ci faranno progredire. Ora dovremo far giocare questo gruppo nel miglior modo possibile”

LUGANO – Anche per coach Luca Gianinazzi finalmente l’attesa è finita. Da lunedì mattina il suo Lugano è ufficialmente al lavoro per preparare la nuova stagione e, dopo i movimenti di mercato messi a punto per dare un nuovo accento al gruppo, adesso è tempo di lasciare spazio al ghiaccio.

“Era da un po’ che aspettavo questo momento, è sempre una bella sensazione iniziare”, ha debuttato Gianinazzi. “Ho trovato una squadra in forma, siamo molto soddisfatti dei risultati visti dai test fisici. Il report completo deve ancora arrivare, ma tutti i ragazzi sono in forma e si vede che hanno lavorato bene sia chi era già qui, sia chi ha svolto il tutto a casa propria. Possiamo sicuramente partire da una buona base”.

Ai tuoi occhi quanto diverso è questo Lugano rispetto al passato?
“In gran parte la squadra è la stessa della scorsa stagione, ma ovviamente ci sono alcuni tasselli che sono cambiati, e crediamo che con il lavoro fatto assieme alla società abbiamo compiuto delle modifiche importanti. Ora però inizia un nuovo campionato, si deve ripartire dalle basi e non ci saranno scorciatoie. Poi ovviamente tra poco arriverà il gioco dei giornalisti del mettere a confronto le squadre per i pronostici, ma alla fine l’unica cosa che conterà sarà il ghiaccio”.

Dal mercato arriva il messaggio di una squadra più solida e fisica…
“Nell’analisi fatta assieme alla direzione sportiva si è arrivati alla decisione di voler aumentare un po’ la nostra fisicità, riguardando lo scorso anno penso che questo aspetto abbia fatto una piccola differenza nei playoff… Anche se per finire siamo stati battuti solo a Gara 7. Crediamo comunque che questa direzione possa permetterci di rinforzare la squadra, ed ora il mio obiettivo è quello di far giocare questo gruppo nel miglior modo possibile”.

Che impatto pensi avrà tutto questo sul sistema di gioco?
“Ovviamente ogni giocatore si esprimerà secondo i propri punti forti, che variano da elemento a elemento… Chiaramente un Marco Zanetti non avrà gli stessi punti forti di un Radim Zohorna, questo è chiaro, ma avere in generale una squadra più dotata fisicamente ti permette ad esempio di essere migliore davanti alle due porte e di proteggere maggiormente il disco in zona offensiva. Poi chiaramente non contano solo chili e centimetri, ma anche il profilo del giocatori che abbiamo scelto, ed una delle intenzioni è quella di avere più profondità possibile a livello di qualità sulle quattro linee d’attacco per poter poi giocare ad alta intensità”.

Quest’anno hai due portieri svizzeri, che dunque non ti costringeranno a scelte e cambiamenti dovuti agli stranieri da schierare. Un peso in meno?
“Non lo consideravo un peso, ma ovviamente sono due situazioni diverse da gestire. Ora abbiamo il vantaggio di avere due svizzeri, e dunque non bisogna cambiare continuamente il lineup davanti e si può avere continuità nelle linee, anche se fondamentalmente per il portiere non ti importa della nazionalità ma piuttosto che pari il disco. Sono molto contento di avere Schlegel e Van Pottelberghe, sono una coppia dal livello molto buono per il nostro campionato e non vedo l’ora di vederli all’opera”.

Va in questo senso anche la decisione di iniziare con sei stranieri, e non con sette?
“In generale siamo molto contenti e convinti degli stranieri che abbiamo. Non vediamo oggi la necessità di andare a cercare qualcuno sul mercato, il roster che abbiamo ci soddisfa e io sono sicuramente contento di ciò che mi ha messo a disposizione la società. Penso che potremo toglierci delle buone soddisfazioni se lavoreremo nel modo giusto”.

Hai tirato un sospiro di sollievo quando hai saputo che Thürkauf sarebbe rimasto? È un vero pilastro per voi…
“Ovviamente, anche se è naturale che ogni giocatore sogni la NHL e se possiamo aiutare qualcuno a fare questo step verso la miglior lega del mondo, io sono il primo ad essere contento. Sono però felice che sia rimasto, spero che nella prossima stagione farà ancora meglio e che si faccia ancora più notare anche in Nordamerica”.

L’unico assente alla ripresa era Giovanni Morini, come sta?
“Morini non è ancora in grado di pattinare, sta ancora portando avanti la riabilitazione dopo il brutto infortunio dell’anno scorso e non ho ulteriori informazioni su di lui. Non abbiamo delle tempistiche precise da fornire per un suo rientro”.

A livello personale come ti senti? Lo scorso anno era il tuo primo intero da head coach in NL, ora hai un po’ di esperienza in più…
“Sicuramente è diverso, ogni situazione ora per me non è più nuova. Oggi ho dovuto fare il primo discorso al gruppo, ed avendolo già fatto in precedenza l’ho affrontato con una consapevolezza diversa. Quando si passa per una seconda volta attraverso delle situazioni le persone hanno un sentimento e delle emozioni diverse. Ma come detto ogni stagione riparte da zero, ed è anche importante prenderla in quel modo… E poi in fondo sono solo al secondo anno (ride, ndr)”.

Lo scorso anno avevate dovuto affrontare tante avversità. Senti di partire da una base più solida?
“A fine stagione abbiamo fatto una grande analisi, prendendo in considerazione anche i feedback ricevuti dallo spogliatoio ed in generale quelli attorno alla squadra. Volevamo capire come muoverci per fare un passo avanti, quello era il nostro compito d’analisi per poter migliorare, questo anche dal punto di vista del gioco e di comportamenti giornalieri. Una base c’è sicuramente, ma ci sarà anche un’evoluzione nel nostro gioco”.

Pensando ai tanti infortuni della passata stagione, opererete qualche sorta di cambiamento nel metodo di lavoro?
“Bisogna partire dal presupposto che ogni squadra è diversa, altrimenti basterebbe andare a spiare il programma di Crawford con gli ZSC Lions ed imitarlo, visto che sono stati loro a vincere il titolo. Ovviamente la realtà non è così. Un aspetto se cui ci siamo chinati è quello del riposo, e siamo consapevoli che a livello di viaggi e spostamenti abbiamo un certo numero di ore in più da sobbarcarci rispetto da altre squadre, e di conseguenza meno tempo di riposo. Le trasferte più lunghe ed il fatto di dover a volte riposare di più sul bus sono elementi da prendere in considerazione, e come club stiamo intervenendo in questa direzione, ma saprete qualcosa in più alla conferenza stampa di inizio stagione”.

Nel tuo staff ci sono due volti nuovi, ovvero Paolo Della Bella e Paolo Morini…
“Sono molto contento, ho già lavorato con entrambi e sono pure loro persone formate all’interno del club. Negli ultimi 3-4 anni il Lugano ha dimostrato con i fatti di voler promuovere persone che lavorano bene, e loro fanno parte di questa cerchia. Sono due persone molto affamata e con una passione immensa per l’hockey”.

Questo è un Lugano che può essere ambizioso?
“Penso che il Lugano debba sempre essere ambizioso, fa parte del DNA del club. Sarà sempre così, ma a livello di obiettivi concreti per la prossima stagione ci esprimeremo più avanti”.

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