AMBRÌ – Dopo una prima eccezionale stagione in National League – 20 gol e 49 punti in 52 partite – ed una meno brillante nel passato campionato, il canadese Jonathan Ang è passato dal Kloten all’Ambrì Piotta con l’obiettivo di ritornare al massimo del proprio potenziale.
Versatile sul fronte offensivo ma impiegato solamente all’ala nei due anni agli aviatori, Ang porta sul ghiaccio uno stile di gioco che sembra sposarsi bene con quello voluto dai leventinesi.
“Ho giocato contro l’Ambrì Piotta diverse volte negli ultimi anni, ed in quelle occasioni è sempre apparso evidente come fosse una squadra dura da affrontare”, ci ha spiegato al telefono il canadese. “Hanno sempre puntato molto su un gioco improntato alla velocità per creare le proprie opportunità offensive, e questo aspetto penso si sposi bene con il mio stile di gioco. Dopo aver discusso con il club ci siamo subito trovati sulle stessa pagina, dunque spero che tutto possa andare bene”.
Di cose avete discusso in quelle occasioni?
“Ci siamo principalmente confrontati sulle rispettive visioni del gioco, per capire se potessi essere il giusto innesto per l’Ambrì. Non ci è voluto molto per trovarsi allineati, condivido la stessa mentalità del club e questo è importante perché facilita l’integrazione in una nuova squadra”.
Hai l’abilità di giocare anche al centro, ma non ricopri quella posizione da alcuni anni. Questa versatilità è ancora una tua caratteristica?
“Penso che questo rimanga un aspetto del mio gioco, ed è importante perché nel corso di una stagione ti permette di essere d’aiuto in diverse situazioni. Sono consapevole che l’allenatore potrebbe chiedermi di giocare in un ruolo piuttosto che nell’altro, ma l’inizio della stagione è ancora lontano e dunque dovremo vedere come andranno le cose. Per la maggior parte della mia carriera ho giocato al centro, ma a Kloten sono stato impiegato all’ala e questo mi dà la fiducia per essere a mio agio in entrambe le posizioni. Non si tratta infatti di spostarsi semplicemente in zone diverse del ghiaccio, ma per giocare sia centro che ala bisogna essere capaci di capire cosa comportano le due posizioni a livello di gioco, e questo non è automatico. Cosa preferisco? Sono onesto, mi vanno benissimo entrambe le opzioni”.
Il tuo primo anno a Kloten è stato brillante, mentre la scorsa stagione è stata più difficile sia per te che per la squadra. Cosa è cambiato?
“Ripensando alle due stagioni a Kloten ho sempre mantenuto la stessa mentalità, da parte mia non è cambiato nulla. Ovviamente lo scorso anno non eravamo al livello di quello precedente come squadra, ma questo può succedere e non è raro dover passare un’annata tra alti e bassi. Recentemente non sono mancati gli esempi di quanto la National League possa essere imprevedibile. Penso di aver avuto anche un po’ di sfortuna, ed in generale non sono preoccupato dopo quanto successo”.
Parli di sfortuna, ed effettivamente sei stato il giocatore a colpire più pali dell’intera lega. Ben undici…
“Ah davvero, non lo sapevo! (ride, ndr). Sì, come detto ho percepito che fosse una stagione in cui le cose faticavano ad andare a mio favore, ma può succedere. Nulla per me è cambiato, ho sempre la solita fiducia in me stesso… Questo è fondamentale, perché le cose iniziano a diventare davvero difficili quando perdi la fiducia, ma non è il mio caso”.
I tuoi primi mesi in NL erano stati incredibili, il Kloten era appena stato promosso e faceva fatica, ma tu trascinavi la squadra. Un momento magico, eri sorpreso da te stesso?
“Ho sempre avuto la consapevolezza di poter giocare in questa lega, ma nella mia prima stagione venivo dalla Swiss League ed anche la squadra era appena stata promossa, dunque non ci si aspettava chissà cosa da me. Sapevo di avere gli strumenti per fare bene, ma ho dovuto dimostrare a tutti che era così e posso dire che le cose sono andate per il meglio”.
Hai 26 anni e il prossimo sarà solo il tuo terzo in NL… Senti di avere ancora un gran margine di progressione?
“Certo, di principio a prescindere da tutto si vuole sempre migliorare stagione dopo stagione. È una questione di mentalità, ed ora che ho alle spalle due stagioni in questa lega so bene cosa aspettarmi ed ho una migliore consapevolezza degli avversari. Sicuramente questo può essere un aiuto”.
Nelle due stagioni a Kloten sei stato sempre tra i giocatori più penalizzati della lega… Come te lo spieghi?
“Ovviamente non si va sul ghiaccio con l’intenzione di rimediare una penalità, ma piuttosto con l’idea di aiutare la squadra in ogni modo possibile. È però vero che troppo spesso mi sono ritrovato fuori dal gioco mettendo in difficoltà i compagni, questo non è il massimo e dovrò cercare di evitarlo. Se ho una spiegazione per l’alto numero di penalità? Onestamente non saprei individuare un motivo preciso, non credo nemmeno ci sia… Ci si ritrova in varie situazioni di gioco può succedere di andare un po’ oltre rimediando una penalità, ma non credo ci sia un problema di fondo”.
Il tuo contratto è di un anno, ma con un’opzione per uno aggiuntivo in favore del club. Lo vedi come una sfida per dimostrare all’Ambrì il tuo valore?
“Da un lato si potrebbe vederla in quel modo, ma dall’altro non ci sono molti dubbi sul fatto di trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda tra me ed il club. È più un modo per dare tempo al tempo e vedere se le cose effettivamente si svilupperanno positivamente come pensiamo che sarà”.
Hai affrontato in diverse occasioni l’Ambrì negli ultimi anni, che idea ti sei fatto del tuo nuovo club?
“Ogni volta che eravamo in trasferta ad Ambrì l’aspetto che mi colpiva erano i tifosi, sempre eccezionali nel sostenere la squadra. Ricordo che al termine di ogni partita, al rientro negli spogliatoi, pensavo sempre “wow, questa è stata una partita davvero divertente da giocare”. Si percepisce di trovarsi in un contesto con tanta passione, ed è incredibile pensando a quanto piccolo sia il paese di Ambrì. Dei miei futuri compagni non conosco nessuno in particolare, ma giocando diverse volte contro di loro in un certo senso si sviluppa una famigliarità e dunque una vaga idea in quel senso ce l’ho”.
La NHL è ancora nei tuoi pensieri? Eri stato draftato nel 2016 ma stai esprimendo il tuo vero potenziale solo in questi ultimi anni…
“Inutile nasconderlo, quando si parla di hockey l’obiettivo di tutti è quello di poter giocare un giorno in NHL. È il sogno di una vita, poco importa quale sia la tua età. Ogni tanto ammetto di pensarci, e rimane una possibilità, ma allo stesso tempo mi piace molto giocare in Svizzera e voglio dimostrare quelle che sono le mie qualità. Un paio di anni fa ho avuto qualche contatto, ma non gli ho dato molto seguito anche perché da subito ho apprezzato quello che ho trovato nel vostro paese”.
Mancano ancora diverse settimane prima del tuo arrivo in Ticino, come prosegue la tua preparazione?
“Sono a Toronto, vengo qui ogni anno e mi alleno sempre nella stessa palestra. La routine più o meno è la stessa, ogni tanto si va anche sul ghiaccio e si cerca di fare il meglio per farsi trovare pronti al rientro in Svizzera. In questa fase c’è anche una comunicazione aperta con l’Ambrì Piotta, volevano sapere un po’ quale fosse il mio piano di lavoro ed anche in quel senso siamo allineati. Seguo un programma assieme ad alcuni giocatori NHL in una palestra chiamata In-Tech, dove tra gli altri si allena anche Chris DiDomenico”.