PRAGA – È il giocatore più atteso dal pubblico dell’intero Mondiale, ed ogni volta che tocca il disco nell’arena di Praga si percepisce l’energia dell’attesa per la giocata che la giovane stella Connor Bedard toglierà dal cilindro.
Nella serata di domenica la Svizzera dovrà però trovare il modo di contenere lui e l’intera selezione canadese, composta da tante stelle che vorranno strappare ai rossocrociati la prospettiva di chiudere al primo posto del girone.
“Mi sto divertendo molto, è bello essere qui”, ci ha raccontato Bedard. “Giocare contro Kurashev sarà particolare, a Chicago siamo diventati subito amici ed abbiamo giocato fianco a fianco per tutta la stagione. Sarà simpatico trovarci in squadre diverse domenica sera”.
Cosa puoi raccontarci di Kurashev?
“È un ottimo giocatore ed una brava persona. Lavora tantissimo ed ama davvero l’hockey, e anche per questo andiamo particolarmente d’accordo. È un buon amico e mi piace davvero giocare con lui. Se abbiamo fatto una scommessa sulla partita di domenica? Non ancora, ma siamo sempre in tempo per inventarci qualcosa (ride ndr)”.
Hai avuto bisogno di tempo per adattarti alle piste europee?
“A dire il vero no. In tutta onestà, non noto nemmeno la differenza. Inoltre sul ghiaccio ci sono parecchi giocatori NHL, magari motivati dall’arrivo di tornei come il “4 Nations Face-Off” del prossimo anno oppure le Olimpiadi del 2026. In generale penso comunque che giocare al Mondiale sia una bella possibilità”.
Sei qui anche tu con le prospettive di quei tornei?
“Non ho un particolare motivo per essere qui, nel senso che semplicemente voglio rappresentare la mia nazione e tornare in Canada con una medaglia d’oro al collo. Ovviamente mi piacerebbe continuare a vestire questa maglia anche nei prossimi anni agli appuntamenti più importanti, ma in questo momento penso solamente ad ottenere un buon risultato a Praga”.
Durante il torneo sei sotto i riflettori e tutti seguono ogni tua minima mossa, è una situazione difficile da gestire?
“Se mi avessi fatto questa domanda un paio di anni fa avrei risposto differentemente, ma oramai mi sono abituato. Non ci faccio nemmeno più caso. Penso solamente a giocare e a vivere tranquillamente la mia vita. L’hockey per me rimane sempre un divertimento”.