PRAGA – Nella rappresentativa canadese spicca il nome di Olen Zellweger, 20enne difensore degli Anaheim Ducks. Con un cognome del genere non può che avere origini sangallesi…
“È proprio così, ma mio padre è nato in Canada e non conosco esattamente le dinamiche tornando indietro di tanto nel tempo. Non dispongo nemmeno del passaporto elvetico”.
Insomma, un po’ di rossocrociato anche nella selezione canadese. Una selezione che ha iniziato vincendo le prime due partite contro Gran Bretagna e Danimarca…
“Il team sta crescendo ogni giorno, siamo ancora alla ricerca della miglior chimica, sarà fondamentale arrivare pronti quando i giochi inizieranno a farsi seri per davvero e le partite saranno decisive”.
È difficile costruire qualcosa praticamente da zero nello spazio di pochi giorni?
“Sì, ma è anche divertente, ti ritrovi all’improvviso nello spogliatoio con ragazzi che non conosci ma che hai affrontato durante tutta la stagione. È una bella esperienza, non solo sul ghiaccio, ma anche al di fuori”.
Come valuti l’inizio del torneo a livello personale?
“Abbastanza buono, cerco di sfruttare al massimo le opportunità che ricevo e di essere a pronto a offrire le mie capacità alla squadra in caso di bisogno”.
Che ci dici di Connor Bedard?
“Ci ho giocato contro solamente una volta, se la memoria non mi tradisce, mentre avevamo giocato insieme ai Mondiali giovanili. È davvero fortissimo, un giocatore molto difficile da affrontare, tratta il disco in maniera sublime e dispone di un tiro micidiale. Insomma è meglio averlo insieme che contro, è il classico elemento che vorresti sempre avere nella tua squadra”.
Quando hai scoperto di essere selezionato per questi Mondiali?
“Abbastanza tardi, non mi ricordo esattamente il giorno, al massimo mancavano una o due partite di regular season”.
Sei rimasto sorpreso della chiamata?
“Sì, ho giocato solo 26 partite in NHL, il resto l’ho trascorso in AHL e la concorrenza è grande. È semplicemente un onore poter essere qui”.
Siete diversi elementi di Anaheim presenti…
“Ci sono tanti talenti nella nostra franchigia, parecchi giovani, come ad esempio il portiere ceco Dostal. È fortissimo, ed è anche una bellissima persona”.
Un tuo obiettivo a questi Mondiali è anche quello di carpire quale segreto da qualche collega più esperto?
“Certo, osservando alcuni compagni più vecchi durante le partite e gli allenamenti posso imparare molto. Anche nello spogliatoio, a livello di personalità e leadership, ci sono tanti giocatori da cui posso apprendere tanto”.
Prima di lasciarci le parti s’invertono, l’ultima domanda è Zellweger a farcela…
“Ma tra l’altro, come arrivo al passaporto svizzero?”.