PRAGA – “Fate in fretta che devo dormire”. Sono queste le prime parole di Kevin Fiala, fresco padre di famiglia, a noi giornalisti. Più che comprensibile.
L’attaccante dei Los Angeles Kings deve riprendersi. Una notte in volo per arrivare dagli Stati Uniti sino a Praga e poi subito sul ghiaccio per sfidare la Cechia, in una partita dove è stato immediatamente protagonista. Dapprima segnando una splendida rete, l’unica elvetica, e poi trasformando un rigore con una classe sopraffina degna dei grandi artisti. Le ultime ore del 27enne sono state decisamente movimentate.
“È stata la settimana più bella della mia vita con la nascita di mia figlia. Non ho praticamente dormito negli ultimi giorni. Sono molto grato a mia moglie di poter essere qui al Mondiale, non è per nulla ovvio e scontato. Lei mi ha spinto, perché sa quanto sia importante per me essere qui con la Nazionale, insomma ancora una volta la ringrazio di cuore. Adesso sono semplicemente contento della vittoria e penso solamente ad andare a letto”.
Da quanto non dormi?
“Fortunatamente sono riuscito a dormire un po’ in aereo, è stato un volo lungo”.
Con tua moglie avevate già discusso in anticipo di un’eventuale tua partecipazione ai Mondiali?
“Sì, ma non pensavo che sarebbe stato così difficile lasciare lei e la figlia. Prendere commiato e salutarle non è stato per nulla semplice, ma so che mia figlia è in buone mani e mia moglie non è sola, sua mamma è pure presente”.
Arrivi, la squadra vince, realizzi un gol e trasformi un rigore…
“Non sarebbe potuto andare meglio. Affrontare la Cechia poi per me è sempre cool, la mia famiglia proviene da qui, mia nonna è venuta a prendermi all’aeroporto. Questo mi ha dato ulteriore energia. E poi incontrare e rivedere i ragazzi della squadra è veramente speciale, avevo così tanta adrenalina in corpo”.
Insomma, nessuno ti avrebbe potuto impedire di giocare…
“(Fiala ride ndr) Ne avevamo già discusso con “Fischi”, gli ho detto che avrei voluto giocare”.
Il tuo gesto dopo aver segnato il rigore, con la mano all’orecchio, aveva un significato speciale?
“No, non era premeditato, è stato il momento. Ho sentito i tifosi gridare, pensavano che avrei sbagliato, ecco perché ho festeggiato in questa maniera”.