ZURIGO – Un primo tempo molto difficile, quasi in apnea, poi la reazione provvidenziale per Sven Andrighetto e soci. “Non eravamo contenti del nostro inizio. Le defezioni di Weber e Balcers sono state dure, da lì in poi abbiamo preso coscienza che avremmo dovuto dare ancora di più e aiutarci maggiormente a vicenda. Credo che ci siamo riusciti”.
Cosa vi siete detti nella prima pausa, avete analizzato il tutto?
“Non era un problema legato alla mancanza di applicazione tattica, le difficoltà erano piuttosto emerse a causa di alcuni errori, fare la cosa giusta al momento giusto… Abbiamo concesso ad esempio troppi turnover. Sapevamo inoltre di dover portare maggiori emozioni e i tifosi in questo senso ci hanno aiutato molto”.
L’allenatore ha urlato negli spogliatoi?
“No, è rimasto tranquillo”.
E voi giocatori?
“Nemmeno noi, siamo rimasti calmi, è una nostra qualità. Sapevamo di potere fare molto meglio e per farlo non c’era bisogno di alzare la voce o sclerare”.
Sull’episodio che ha portato alla penalità di Grant, complice una simulazione di Glauser, sei quasi impazzito…
“Sì, sono episodi che hanno poco a che fare con l’hockey, ma ormai è così. Siamo comunque riusciti a ricavare molta energia da quel momento. Peccato che gli arbitri non abbiano avuto una buona visuale e quindi sono cascati nell’errore”.
Eri più arrabbiato con Glauser o con gli arbitri?
“Difficile da dire, ci sono sempre tante emozioni durante la partita, diciamo che non ero arrabbiato con nessuno dai (Andrighetto ride ndr)”.
Conosci bene Glauser?
“Sì lo conosco bene. Se gli ho detto qualcosa? No, non ho parlato con lui e non gli dirò nulla, non è il mio compito, e nemmeno il luogo e il momento per dire qualcosa. Vedremo, magari a fine campionato parleremo dell’accaduto”.
C’è tanta pressione e tutti si attendono infine la vostra incoronazione…
“Avere pressione è bello, significa che hai una buona squadra e che ti sei meritato l’etichetta di favorito. È dunque una pressione positiva”.
Finora ha sempre vinto la squadra di casa, un caso?
“Mah… Ogni partita è stata combattuta, sarebbe potuta terminare da una parte o dall’altra”.
Giocando in casa e potendo effettuare l’ultimo cambio, spesso tu e Malgin non affrontate la linea di Raffl, è un vantaggio importante?
“No, non influisce in nessun modo chi dobbiamo fronteggiare”.
Ora manca la quarta vittoria, la più difficile…
“È vero, e finora non siamo ancora riusciti a vincere a Losanna, questo diventa ora il nostro obiettivo. Dovremo prepararci bene, ovviamente vogliamo chiudere la serie sabato”.