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National League

I top e flop al termine della regular season di National League 2023/24: giocatori stranieri

(PostFinance/KEYSTONE/Patrick B. Kraemer)

Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.

Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.

Di seguito la selezione generale che chiama in causa le prestazioni mostrate sull’arco di tutta la regular season da parte degli stranieri.


I TOP STRANIERI DI HSHS

Simon Hrubec (ZSC Lions – 42 GP, 93.21 SVS%, 1.88 GAA): Per il secondo anno consecutivo miglior portiere della lega a livello statistico, il ceco è riuscito addirittura a migliorare i numeri della sua prima ottima stagione in Svizzera, ed ha contribuito ad una difesa degli ZSC Lions che è stata la più solida di tutte. La sua costanza di rendimento è stata impressionante, anche considerando come sia stato il secondo portiere più impiegato con 2’552 minuti di ghiaccio (Säteri ne ha giocati 17 in più) ed abbia iniziato ben 42 partite da titolare. La sua solidità è testimoniata dal fatto che non è mai stato sostituito a match in corso, e nonostante abbia ottenuto solamente uno shutout (ma ben 15 partite con una sola rete incassata) il suo dato GSAA (gol evitati in rapporto alla media) è nettamente il migliore della lega con 21.9. Un altro dato impressionante? Con Hrubec tra i pali gli ZSC Lions hanno vinto 30 partite,  e solamente in quattro occasioni (!) non hanno ottenuto almeno un punto.

Jesse Virtanen (Ambrì Piotta – 51 GP, 13G, 17A, +1): Per riassumere la sua fondamentale importanza per i leventinesi basterebbe sottolineare come Virtanen sia stato in assoluto il giocatore più impiegato della lega (24 minuti a partita), il tutto con la capacità di essere un pilastro sia del powerplay che del penalty killing. Offensivamente ha dato un contributo maiuscolo segnando più gol di tutti – addirittura 13 – ed il suo bottino di 23 punti primari è ai vertici della lega al pari di Saarijärvi. Dalla sua c’è inoltre il primato di 110 bloccati, ben 131 tiri in porta (anche qui secondo solo al connazionale del Langnau) ed una stagione in cui ha contribuito anche alla crescita di Pezzullo. Un contributo insomma estremamente completo di cui i leventinesi non avrebbero potuto fare a meno.

Sami Vatanen (Ginevra – 48 GP, 9G, 29A, +2): Non ha avuto un compito semplice il finlandese, visto che il suo Ginevra era confrontato con il cambio generazionale dovuto all’addio di Tömmernes, e si è ritrovato affrontare gran parte della stagione senza Lennström che avrebbe dovuto raccogliere il testimone. In tutto questo Vatanen ha rappresentato un motore fondamentale per il gioco del Ginevra, e pur con qualche sbavatura difensiva ha sempre assicurato un mix di energia e tecnica che in Svizzera rimane probabilmente senza eguali. La sua media punti di 0.79 a partita è la più alta tra i difensori, ed è inoltre stato fondamentale nella corsa al titolo in CHL con 12 punti in 13 partite disputate. Il suo TOI è tra i più alti con praticamente 23 minuti ad incontro, parecchi se si conta che non viene impiegato in boxplay ed infatti a 5-contro-5 è stato il giocatore più schierato del campionato (quasi 20 minuti).

Dominik Kahun (Berna – 47 GP, 15G, 35A, +5): Non manca mai di trascinare la squadra con incredibile energia l’attaccante tedesco del Berna, che ha ribadito di poter essere dominante in Svizzera se al riparo da problemi fisici. Il suo bottino di 50 punti (15 gol) in 47 partite è stato fondamentale per gli orsi, basti pensare che le sue statistiche parlano anche di 5 game winning goal – solamente Bertschy e Stransky ne hanno ottenuti di più – e di un contributo tangibile anche in quelle partite in cui non è finito sul tabellino. La vera differenza rispetto ad altri giocatori di ottimo livello (ed anche uno dei motivi per cui lo ritroviamo in questa rubrica) è la sua grandissima regolarità di rendimento, che lo ha visto macinare punti e gioco dalla prima all’ultima partita. Impressionante infatti notare come solamente in due occasioni sia stato lontano dal tabellino per due partite di fila, andando a punti in 32 incontri diversi.

Marcus Sörensen (Friborgo – 52GP, 31G, 32A, +30): Già la scorsa stagione aveva lasciato intendere un ottimo potenziale, ma non aveva potuto esprimersi al meglio a causa di vari guai fisici che lo avevano limitato a 35 partite e reso più difficile la sua integrazione in Svizzera. Quest’anno invece lo svedese è stato un’autentica furia, ed uno dei motivi del sorprendente campionato del Friborgo. Il suo bottino di 63 punti (31 gol) in 52 partite gli ha permesso di laurearsi top scorer della NL davanti a Thürkauf, e per ritrovare un giocatore capace di segnare così tanto bisogna ritornare alle 33 reti di Pettersson nella stagione 2014/15, quando si giocavano inoltre un paio di partite in meno. Impressionante la sua costanza, che non lo ha praticamente mai visto subire una flessione di rendimento, basti pensare che non è mai stato lontano dal tabellino per più di due partite di fila. Dalla sua inoltre un’eccezionale percentuale al tiro del 22% ed un brillante bilancio di +30.

Michael Joly (Lugano – 48GP, 20G, 28A, +22): In quelle poche partite in cui è stato escluso dal “superblocco” formato con capitan Thürkauf e Carr si è capito quanto fosse complementare e importante per i suoi compagni e non solo semplicemente l’ala di ruolo, e questo è avvenuto dopo la grande crescita mostrata da settembre a ottobre. In quei mesi si è dapprima scontrato con la competitività del campionato svizzero, ma poi ha lavorato per raggiungere i livelli richiesti aumentando la competizione e salendo rapidamente la classifica marcatori raggiungendo presto una nuova dimensione. Giocatore molto particolare tecnicamente, per qualche caratteristica addirittura “anacronistico” per un certo tipo di hockey moderno, ma fondendo visione di gioco e tecnica di bastone di livello superiore con una nuova mentalità si è trasformato in un attaccante letale e spettacolare come pochi in National League, concludendo infine al quinto posto della classifica marcatori e con un bilancio di +22.


I FLOP STRANIERI DI HSHS

Adam Reideborn (Berna – 40 GP, 91.30 SVS%, 2.55 GAA): È sostanzialmente dalla partenza di Leonardo Genoni nel 2019 che il Berna è alla ricerca del prossimo “portierone” su cui costruire un nuovo ciclo di successi, e stavolta si pensava che con l’arrivo dello svedese ci potesse essere finalmente una stagione solida in quel ruolo. Le cose non sono però andate interamente come gli orsi speravano, e nonostante il curriculum Reidebon si è rivelato essere un portiere davvero troppo irregolare. In alcune serate lo abbiamo visto sfoderare grandi prestazioni, ma in diverse altre ha concesso troppi gol evitabili – soprattutto se per schierarlo si impiega una licenza straniera – ed in generale non ha trasmesso una sicurezza incondizionata nonostante delle statistiche che per finire sono comunque buone. Da metà gennaio ad oggi ha inoltre evidenziato più di un’incertezza, sarà dunque interessante vedere come si comporterà nella serie dei quarti contro lo Zugo.

Joey LaLeggia (Lugano – 39 GP, 9A, 17A, -1): Il rendimento incostante ad inizio stagione poteva comunque nascondere una possibile crescita durante l’autunno-inverno, invece – a parte qualche spunto mostrato per massimo un paio di partite di fila alla volta – l’apporto del difensore canadese è stato insufficiente perché potesse avere un reale impatto sulla squadra. Di fatto le cose migliori le ha mostrate quando schierato da attaccante (e già in questa situazione, pur se di emergenza, si capiva che rimaneva sacrificabile), tornato nel suo ruolo naturale ha ripreso con partite mediocri e di basso impatto, fino all’esclusione dal pacchetto di titolari nell’ultima decina di partite, quale conferma di non essere più considerato indispensabile nemmeno nei momenti di grandi assenze e nel rush finale. Il bottino di reti non è male considerando il tutto, ma è cresciuto soprattutto su un corto periodo, a mancare sono state l’inventiva di gioco, la continuità e la personalità, caratteristiche indispensabili per chi vuole un ruolo del genere in Svizzera.

Julius Honka (Berna/Ginevra – 43 GP, 5G, 16A, +5): Dopo le delusioni del recente passato con Gelinas e Goloubef, a Berna si sperava di aver trovato in Honka un profilo offensivo e che potesse avere un impatto importante in Svizzera, ma non ci è voluto molto per capire che il gioco del finlandese aveva delle lacune parecchio evidenti. Prestato al Ginevra dopo pochi mesi, e poi reintegrato in squadra da inizio febbraio giusto come elemento di profondità ma senza un impiego rilevante, Honka non ha praticamente mai convinto nonostante dei buoni istinti quando si proietta in avanti. In 43 partite ha però ottenuto solamente 10 punti di prima, ed in powerplay non è mai riuscito ad essere un fattore. Troppe inoltre le sue lacune difensive, unite a pericolose disattenzioni nella gestione del puck che gli abbiamo visto commettere anche con la maglia dell’Ambrì Piotta durante la Coppa Spengler.

Niko Ojamäki (Kloten – 50 GP, 5G, 14A, -27): Doveva essere il sostituto di Ruotsalainen, ed il suo ingaggio era sicuramente promettente vista la prospettiva di fare nuovamente coppia con Aaltonen, oltre a dei numeri in Liiga che lo avevano visto segnare 20 gol in 55 partite. In patria Ojamäki si era inoltre distinto per essere il miglior marcatore della lega in powerplay, premesse che però si sono sciolte come neve al sole una volta arrivato a Kloten. Il bottino di appena cinque gol (!) e 10 assist primari è ampiamente insufficiente, specialmente per una squadra come quella degli aviatori che sugli stranieri faceva grandissimo affidamento. Solamente due inoltre le reti segnate in powerplay, ed è impressionante constatare come il suo -27 sia in assoluto il bilancio peggiore dell’intera lega. Sicuramente una delle principali delusioni della stagione, anche pensando a quei due terribili periodi di vuoto senza reti (rispettivamente di 14 e 18 partite consecutive).

Arttu Ruotsalainen (Lugano – 43 GP, 5G, 9A, -8): L’attaccante ex Kloten è sicuramente la sorpresa negativa di questa stagione e non solo guardando al Lugano. È vero che anche la scorsa annata aveva impiegato una decina di partite ad ingranare, ma poi aveva mantenuto una media superiore al punto a partita per il resto della regular season, diventando uno degli attaccanti più regolari nel rendimento. A Lugano non è mai riuscito ad accendere la scintilla, sul piano dell’impegno non si discute, ma per quanto sia stato spostato di ruolo, linea e compagni, il nativo di Oulu è sempre sembrato un elemento distaccato dall’orchestra diretta da Luca Gianinazzi, mancando clamorosamente in rendimento e personalità. Cinque reti sono un bottino misero, ma a venire meno è stata soprattutto la fiammata che avrebbe potuto dare il via a un rendimento migliore sotto tutti i punti di vista, e seppure Gianinazzi lo abbia sfruttato per trainare le linee dei giovani è comunque rimasto per tutta la regular season il più grande punto interrogativo dei bianconeri.

Martin Frk (Berna/Rapperswil – 33 GP, 7G, 9A, -9): Arrivato a Berna con tante aspettative e l’etichetta di giocatore che detiene il record per lo slapshot più forte del mondo, Frk si è velocemente rivelato un giocatore troppo monodimensionale per l’alto livello della NL. Questo non è però stato il vero problema, perché se almeno Frk avesse confermato la sua pericolosità una volta in grado di andare al tiro avrebbe comunque rappresentato un’arma pericolosa per il Berna, dove invece non si è mai integrato per davvero ed ha finito per essere ceduto al Rapperswil già ad inizio novembre. Pure con i sangallesi la situazione non è cambiata, la sua presenza in pista si è confermata evanescente e non ha mai dato l’impressione di poter essere decisiva. Il suo ritorno in Europa – per la prima volta da professionista – è insomma stato più difficoltoso nel previsto, per lui che negli ultimi due anni in AHL aveva segnato complessivamente oltre 70 gol. La sua stagione è inoltre stata macchiata dal pericolosissimo calcio con il pattino a Pilut.

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