Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.
Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.
Di seguito la selezione generale che chiama in causa le prestazioni mostrate sull’arco di tutta la regular season da parte degli svizzeri.
I TOP SVIZZERI DI HSHS
Reto Berra (Friborgo – 41 GP, 92.85 SVS%, 2.01 GAA): L’esperto portiere dei burgundi rappresentava una variabile fondamentale per il successo della stagione del Friborgo, e con il passare delle partite si è capito che Berra era in grado di garantire la solidità dei suoi tempi migliori. Le sue prestazioni hanno rappresentato una colonna portante per l’intera squadra, raggiungendo numeri ed una regolarità sicuramente non evidenti per un 37enne impegnato in una lega altamente competitiva come l’attuale NL. Berra ha però reagito ottimamente al serrato ritmo che gli è stato richiesto – è stato il portiere svizzero più impiegato, ed in generale solo Säteri e Hrubec hanno giocato più di lui – ed ha mantenuto una percentuale di parate che ha sfiorato il 93%, il tutto unito ad un ottimo dato GSAA di +17. Con lui in porta i dragoni hanno incassato una media di due reti a partita, praticamente una garanzia di successo se questi numeri si uniscono al miglior attacco del campionato. Da sottolineare inoltre la sua costanza, che non lo ha praticamente mai visto vivere un periodo di crisi in tutta la stagione.
Dominik Egli (Davos – 45 GP, 7G, 28A, +18): Non ha mancato di sottolineare le sue ambizioni a palcoscenici ancora più prestigiosi il difensore del Davos, che proprio per questo motivo la prossima stagione si trasferirà in Svezia con la speranza che la SHL diventi un trampolino per varcare l’oceano. Nel frattempo Egli ha centrato la sua miglior stagione in carriera con 35 punti (sette gol) in 45 partite, il tutto unito ad un ottimo bilancio di +18. Lo staff si è affidato a lui per oltre 23 minuti ad incontro – solamente Untersander ha giocato più di lui tra gli svizzeri – ed ha svolto un ruolo centrale sia in powerplay che penalty killing. Il suo gioco è un bel mix tra impulsi offensivi (tra i top per SOG) ed impegno difensivo (per lui anche 84 tiri bloccati), resterà ora da vedere se i passi avanti effettuati gli permetteranno di essere un giocatore completo anche a livello internazionale.
Leon Muggli (Zugo – 42 GP, 3G, 9A, +13): La presenza del giovane dello Zugo in questa rubrica potrebbe forse sorprendere, ma d’altronde non capita tutti i giorni di vedere in NL un 17enne (!) del calibro di Muggli, che ha portato in pista delle prestazioni nella sua prima stagione tra i professionisti davvero impressionanti. In termini puramente statistici il suo bottino di 12 punti (tre gol) in 42 partite è ottimo, tanto che per trovare dei giovani tanto produttivi alla sua età bisogna tornare a Bertschy (16 punti nel 2011/2012) e Cereda (16 punti nel 1998/1999), entrambi attaccanti. Il miglior difensore prima di lui era stato Roman Josi con 8 punti nel 2007/08. La sua prima stagione è insomma stata da record, anche considerato il costante impiego al fianco degli stranieri e con quasi 13 minuti a partita, parecchi se si considera che non viene impiegato negli special teams.
Lino Martschini (Zugo – 52 GP, 22G, 19A, +6): È stata nuovamente una stagione da incorniciare quella della scattante ala dello Zugo, che ha saputo mettere a segno ben 22 reti che spesso si sono tradotte in giocate decisive per la sua squadra. Nessuno dei suoi gol è infatti arrivato a porta sguarnita, mentre ben 18 sono stati ottenuti a parità numerica e 4 hanno deciso la rispettiva partita. Per punti primari (31) ha inoltre terminato la regular season alle spalle solamente di Thürkauf, mettendosi in evidenza anche come l’attaccante svizzero che è andato più spesso al tiro. Importante inoltre sottolineare la sua freddezza nell’esercizio dei rigori, momenti nei quali è stato il migliore della lega con addirittura cinque gol su sei tentativi effettuati.
Calvin Thürkauf (Lugano – 52 GP, 28G, 32A, +26): Incredibile la progressione da una stagione all’altra del capitano bianconero, capace di chiudere la regular season con ben 60 punti. Fulcro del “superblocco” con Michael Joly e Daniel Carr, il 26enne ha avuto un rendimento straordinario per regolarità e continuità su tutto l’arco della stagione fin qui disputata, mostrandosi dominante in ogni parte del gioco. Incontenibile fisicamente e per pattinaggio, carattere da leader vero come la “C” sul petto richiede, Thürkauf non ha mostrato il minimo cedimento, restando un punto di riferimento anche nei momenti difficili della squadra, segnando reti pesanti, spettacolari e cercate con tutte le sue forze, mostrandosi come l’attaccante più completo di National League. Che in lui ci fosse grande potenziale lo si era capito da tempo, ma che potesse esplodere a questi livelli forse nessuno lo aveva previsto.
Julian Schmutz (Langnau – 51 GP, 21G, 17A, -5): Sono mancati solamente pochi punti al Langnau per ottenere l’accesso ai play-in, questo nonostante una rosa che per i suoi elementi svizzeri lasciava presagire parecchie difficoltà realizzative. L’eccezionale stagione di Schmutz – ampiamente la migliore in carriera – ci ha però messo una pezza significativa, grazie all’ottimo bottino di 21 gol che per un giocatore svizzero dei Tigers sono praticamente un record. Nel recente passato solamente Thomas Nüssli si è avvicinato con 18 reti nell’annata 2016/17. Anche in una stagione del genere la caratteristica principale di Schmutz è però stata la grande carica ed energia sul ghiaccio, con un costante ingaggio fisico – come testimoniano anche i 48 tiri bloccati, secondo posto di lega – che ha reso più semplice anche il lavoro degli stranieri che gli sono stati affiancati.
I FLOP SVIZZERI DI HSHS
Robert Mayer (Ginevra – 22 GP, 86.92 SVS%, 3-47 GAA): L’esaltante finale di passata stagione, con le sue ottime prestazioni nei playoff fondamentali per la vittoria del titolo, avevano rilanciato le quotazioni del portiere del Ginevra, premiato poi addirittura come “Goaltender of the year”. Le cose non erano andate così bene a Riga quando Patrick Fischer lo aveva preferito a Genoni per il quarto di finale contro la Germania, ed una volta cominciata la nuova stagione pure lui – come tutta la sua squadra – ha fatto fatica a garantire determinati standard. Mayer è insomma tornato ad essere il portiere che abbiamo imparato a conoscere, capace anche di grandi prestazioni ma con l’errore grossolano sempre dietro l’angolo, ed infatti a dicembre il Servette ha ingaggiato Olkinuora che è subito diventato il titolare fisso. Mayer ha così chiuso la regular season con la peggior percentuale di interventi della lega ed un dato GSAA (reti evitate in rapporto alla media) di addirittura -23.
David Aebischer (Rapperswil – 51 GP, 5G, 13A; -15): Aveva iniziato alla grande la stagione il difensore dei Lakers, tanto che dopo il primo mese di campionato era diventato un vero oggetto del desiderio del mercato. La decisione di firmare per il Lugano è arrivata poco dopo, ma le prestazioni di Aebischer non hanno trovato continuità e per lui la stagione ha preso un risvolto negativo. Poco deciso e spesso fuori tempo nelle chiusure difensive, e con un impatto offensivo di molto ridimensionato – appena quattro assist ed un solo punto primario nelle ultime 24 partite – il suo bilancio è stato spesso negativo, sino al conclusivo -15 che è tra i peggiori della lega. Le sue potenzialità restano evidenti, ed il suo trasferimento a Lugano rappresenterà per lui il vero banco di prova per fare lo step successivo ed essere un elemento maggiormente affidabile e d’impatto.
David Reinbacher (Kloten – 35 GP, 1G, 10A, -15): È un “testacoda” che non si vedeva arrivare quello di cui si è reso protagonista il giovane difensore austriaco, che un anno fa era nella parte superiore della rubrica e selezionato con grandi meriti nei “top”. Dopo aver iniziato la stagione al camp dei Montreal Canadiens, Reinbacher non è riuscito a compiere ulteriori passi avanti nel suo sviluppo – che resta ovviamente promettente – pagando anche una stagione a Kloten in cui gli scarsi risultati e le vicissitudini in panchina hanno complicato le cose. Certo, già un anno fa il suo gioco non era privo di sbavature difensive, ma in questa stagione gli errori grossolani e le imprecisioni nella gestione del puck si sono susseguiti, ed il suo linguaggio del corpo a volte ha trasmesso poca fiducia. Un anno fa rappresentava inoltre la sorpresa, mentre stavolta su di lui c’erano parecchie attese che non sempre sono facili da gestire.
Nando Eggenberger (Ambrì Piotta – 42 GP, 5G, 7A, -1): La sua prima stagione completa in Leventina ha presentato al grigionese una serie di buone opportunità per ritagliarsi un ruolo importante in squadra ed avere un concreto impatto. Inizialmente si vedeva in lui addirittura un profilo interessante per andare a completare il top six, grazie a delle doti fisiche che avrebbero potuto permettergli di creare spazi e difendere il disco in profondità, il tutto unito a degli strumenti offensivi con cui togliersi anche qualche soddisfazione. Le cose però non hanno funzionato, lo staff ha provato a stimolarlo in linee diverse e lo si è visto anche in powerplay, ma praticamente mai ha saputo convincere. Con il passare del tempo ha perso chiaramente posti in gerarchia sino alla situazione attuale, in cui passa dalla tribuna al ruolo di 13esimo attaccante, e viene utilizzato come “jolly” in caso di assenze dei compagni.
Andre Heim (Ambrì Piotta – 40 GP, 5G, 11A, bilancio neutro): Il suo non è il primo caso di giocatore che al rientro da una breve esperienza in Nordamerica incontra tante difficoltà nel tornare ai migliori livelli, ed in casa leventinese basta ripensare al percorso di Fora per trovare un esempio. Heim è rientrato in fretta da St. Louis e da lui ci si aspettava subito un impatto simile a quello della stagione precedente, e questo ha probabilmente contribuito ad aumentare la pressione che lui stesso si accollava quando entrava sul ghiaccio. In tutto questo ha dovuto digerire la grande delusione incassata oltre oceano, ed effettivamente i primi mesi di campionato per lui sono stati molto difficili. Il suo bottino di punti si è praticamente dimezzato, e nemmeno la famigliarità della linea con Bürgler e Kneubuehler ha accelerato la sua ripresa. Nel finale di stagione le cose sono migliorate nonostante una produttività ancora modesta, ed avrà ora a disposizione il post season per cercare di lasciare un segno in un’annata per lui molto complicata.
Jerome Bachofner (Bienne – 36 GP, 2G, 3A, -4): Negli ultimi anni è diventato piuttosto chiaro che quel periodo passato da top scorer degli ZSC Lions nella stagione 2018/19 aveva rappresentato un fuoco di paglia per Bachofner, giocatore che ha comunque gli strumenti per essere un buon attaccante perlomeno in una terza linea. Considerate dunque le giuste aspettative che si possono avere nei suoi confronti, l’ultima stagione è comunque stata un disastro per il 27enne, escluso dalla rosa degli ZSC Lions già nel preseason e costretto a passare un paio di mesi in Swiss League prima di ricevere una chance dal Bienne. Anche con i seeläander però il suo contributo è rimasto piuttosto anonimo, con appena due gol all’attivo ed un ruolo spesso marginale. Alla Tissot Arena ha un contratto anche per la prossima stagione, che per lui dovrà essere forzatamente quella del rilancio.