AMBRÌ – Ha raggiunto il suo primo fondamentale obiettivo stagionale l’Ambrì Piotta, che con una partita di anticipo ha staccato un biglietto per i play-in e si è messo anche nella condizione di difendere l’importantissimo ottavo posto nell’ultima uscita a Kloten. Mantenerlo significherebbe infatti avere due serie a disposizione per cercare l’accesso ai playoff.
“Ora la cosa importante sarà recuperare le forze, anche pensando a quei giocatori che sono un po’ acciaccati e che speriamo di veder migliorare”, ci ha spiegato coach Luca Cereda. “Sono state due settimane piuttosto dure con viaggi anche lunghi, e stasera è giusto festeggiare questo primo traguardo. Fino a mezzanotte, poi guarderemo avanti”.
State arrivando alla fase importante della stagione in chiara crescita, per mentalità e carica agonistica state dando segnali promettenti…
“Nelle ultime partite eravamo già in clima playoff, dunque sarà importante mantenere questa mentalità ed intensità. Vogliamo farci trovare pronti da giovedì, indipendentemente dal nostro avversario. Ovviamente faremo di tutto per arrivare nelle prime otto. Da fine gennaio siamo cresciuti, soprattutto fisicamente. Speriamo ora di riuscire a recuperare bene chi ultimamente non aveva potuto giocare perché acciaccato”.
Quali sono le sensazioni ora che c’è la certezza dei play-in?
“C’è tanta soddisfazione, era l’obiettivo dichiarato ad inizio stagione. Sapevamo di essere vicini ad ottenerlo, ma c’erano anche molte possibilità aperte. Siamo dunque contenti di poter andare a Kloten con la qualificazione già in tasca, concentrandoci ora sul mantenere la giusta mentalità”.
La prospettiva di un derby è molto verosimile, ci hai già pensato?
“Per ora rimane una partita da fare e dunque il derby è solo una delle opzioni. Non ci ho dunque riflettuto, onestamente non so nemmeno se l’Ambrì ha mai vinto una serie contro il Lugano, ma sicuramente se succederà sarà un bel momento per l’hockey ticinese. I pensieri però vanno ad altro, ad esempio agli aspetti in cui possiamo ancora crescere. L’abbiamo visto sabato contro la seconda in classifica, il Friborgo è una squadra molto matura e furba. Possiamo imparare come gestire alcuni momenti”.
Dopo la scorsa stagione vi eravate detti di voler fare dei passi avanti soprattutto in termini di carattere nei momenti decisivi, possiamo dire che le risposte avute in queste settimane sono quelle che cercavate?
“Quest’anno, ad eccezione del periodo dopo la Spengler in cui c’è stato un calo fisico, siamo riusciti ad avere una costanza migliore. Anche in quello possiamo ancora crescere, ma per le analisi è ancora presto. In termini di leadership e fame si è visto un passo avanti, ma possiamo ancora farne. Prendiamo ad esempio il Rapperswil, che lo scorso anno era arrivato terzo con 92 punti mentre ora è sul fondo della classifica nonostante abbiano lo stesso allenatore ed una squadra molto simile. Hanno avuto tanti infortuni ed un po’ di sfortuna, questo dimostra quanto il campionato sia equilibrato. Vincere è difficile e per riuscirci devi trovare maturità e costanza, ed anche un equilibrio nel digerire successi e sconfitte. In questo un passo nella giusta direzione l’abbiamo fatto. Il livello si è alzato negli ultimi anni, dunque essere qui a battagliare per essere nelle prime otto è un grande complimento per i nostri ragazzi”.
Spacek si è espresso anche sabato su livelli altissimi…
“Sta sicuramente giocando molto bene, svolge un ruolo importante di trascinatore sul ghiaccio. I punti penso siano una conseguenza di questa attitudine. Ovviamente è un ottimo attaccante che può e deve fare la differenza. Una volta che la nostra stagione sarà finita avrà poi l’obiettivo di giocare i Mondiali in casa con la Cechia, e se continuerà così le sue chance sicuramente aumenteranno di molto”.
Con lui anche Dauphin è tornato a darvi quello che vi aspettavate, come hai visto questa sua rinascita?
“C’è stato un periodo in cui è stato molto sfortunato, mentre ora ogni disco che tocca diventa d’oro. Ha vissuto un momento difficile dopo la sua squalifica, ma ha sempre cercato di fare il meglio per la squadra. Il disco per lui non entrava, un po’ come sta succedendo ora a Lilja… Lui lavora alla grande e meriterebbe qualche soddisfazione in più, ma al momento la fortuna non è dalla sua parte. Per Dauphin vale lo stesso, non era così male come lo si voleva dipingere ed oggi non è così perfetto come possono far sembrare i tanti gol ottenuti nelle ultime partite. La verità sta insomma un po’ nel mezzo”.