ZUGO – LUGANO
1-5
(0-0, 1-3, 0-2)
Reti: 32’54 Joly (Thürkauf, Carr) 0-1, 34’06 Stadler (Senteler) 1-1, 34’47 Fazzini (Alatalo, Jesper Peltonen) 1-2, 38’49 Thürkauf (Carr, Wolf) 1-3, 42’08 Wolf (Zanetti) 1-4, 44’25 Arcobello (Fazzini) 1-5
Note: Bossard Arena, 7’200 spettatori
Arbitri: Stricker, Hungerbühler; Duc, Stalder
Penalità: Zugo 5×2, Lugano 4×2
Assenti: Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Markus Granlund, Stephane Patry, Niklas Schlegel, Giovanni Morini, Samuel Guerra, Jeremi Gerber (infortunati), Mario Kempe, Joey LaLeggia (sovrannumero), Matt Tennyson (non disponibile)
ZUGO – Sono segnali importanti quelli che lancia il Lugano in vista del rush finale. Una vittoria pesante, sotto ogni punto di vista, dominando uno Zugo che conferma di essere in un momento difficile, mentre i bianconeri sul piano mentale dimostrano di esserci sempre stati e anche dopo due settimane di pausa contro una squadra già “in ritmo” Thürkauf e compagni hanno saputo mettere in pista una prestazione di livello notevole.
La squadra di Tangnes si diceva non è nel suo miglior periodo, anche sul piano degli infortunati, ma quel che conta è la performance che il gruppo di Luca Gianinazzi ha messo sul ghiaccio fin dall’inizio, senza mai dare l’impressione di essere in ritardo di ritmo e brillantezza rispetto agli svizzero-centrali.
Già il primo tempo, finito comunque sullo 0-0 parlava di un Lugano più mobile e pungente rispetto allo Zugo, fattosi vedere dalle parti di Koskinen con un paio di fiammate causate soprattutto da un errore in fase di costruzione dei bianconeri e da spunti individuali di Suri e Martschini.
I bianconeri invece hanno mostrato più pazienza e calma nella costruzione di gioco, nel terzo offensivo si sono permessi di fare girare il disco con agio con tutti i quattro blocchi e alla fine in maniera quasi naturale è arrivato nel periodo centrale il vantaggio di Joly in powerplay.
Una doppia buona notizia questa, con la superiorità numerica di nuovo a segno, anche se il gol del numero 88 non è arrivato su uno schema proprio tipico dell’esercizio. Lo staff del Lugano ha comunque operato diverse modifiche alle unità speciali, con Arcobello a giostrare come bumper/regista centrale in una sorta di appoggio per i tre più alti e Joly libero di spaziare anche lui tra una posizione più centrale e quella di tiratore alto.
In questa nuova impostazione il Lugano ha fatto vedere anche buoni movimenti, nonostante le situazioni di power play siano state poche e brevi, con l’ultima senza Quenneville e Fazzini, facendo parte entrambi della seconda unità.
Aldilà di questo, il Lugano ha mostrato le cose migliori a parità numerica, sfondando dentro le linee di uno Zugo apparso sorpreso dalla velocità d’esecuzione del Lugano con tutti i suoi blocchi, e anche dopo lo sfortunato pareggio ad opera di Stadler (doppia deviazione Jesper Peltonen–Cjunskis) la musica ha continuato a suonarla il complesso ticinese. L’immediato nuovo vantaggio di Fazzini su grande imbeccata di Alatalo ha infatti liberato di nuovo la fluidità del Lugano senza che lo Zugo potesse pensare di sfruttare il momento dalla propria parte, con il terzo gol di Thürkauf in shorthand rivelatosi pesantissimo ai fini del proseguo della partita.
Bravissimo infatti il Lugano a non sedersi, a continuare sulla stessa strada e a spingere con quattro blocchi, sfruttando la maggior efficienza in velocità contro una squadra che ne ha fatto per anni la sua arma migliore, mettendo appena possibile i dischi verso Genoni, senza buttarli a casaccio ma con una certa idea per mettere pressione al portiere avversario e a una difesa che ha ancora faticato a trovare i riferimenti giusti, come visto bene sull’1-5 costruito tra Fazzini e Arcobello con Gross completamente nel pallone.
Alla fine il Lugano ha gestito dall’inizio alla fine una partita preparata ottimamente sul piano tattico, annullando inizialmente il possibile vantaggio in favore dello Zugo sul piano del ritmo partita per poi crescere esponenzialmente fino al picco tra un eccellente secondo periodo e l’inizio del terzo, dove la partita è stata “uccisa” con freddezza e maturità.
Nel complesso tutta la squadra è apparsa brillante e in salute mentalmente, anche con un Ruotsalainen sì intraprendente ma ancora apparso come fumoso e quasi come un elemento fuori dal contesto di un gioco che invece coinvolge tutti gli altri attori e ne valorizza le caratteristiche.
Questo è stato veramente un gran bel segnale da parte del Lugano verso le altre squadre in lotta per il sesto posto, soprattutto verso un Davos che ha rosicchiato parecchi punti, con i bianconeri capaci di alzare l’asticella della loro prestazione collettiva dopo due settimane e la vittoria sudata di Porrentruy, andando a prendersi i primi punti stagionali contro i tori.
Vacanze di carnevale sfruttate bene, altro che bagordi.
IL PROTAGONISTA
Calvin Thürkauf: Non era in fase di appannamento, ma nelle scorse settimane si era visto un piccolo calo – più che comprensibile – da parte del capitano bianconero, apparso di nuovo in versione “Terminator” sul ghiaccio della sua ex squadra. Dominante sul piano fisico e del pattinaggio, con la rete del 3-1 ha lanciato definitivamente i bianconeri verso la vittoria, trascinando la sua linea di nuovo ad altissimi livelli. E chissà che effetto avrà fatto ai suoi vecchi tifosi vederlo in veste di dominatore della partita e del campionato.