AMBRÌ – Con la vittoria nel quarto derby stagionale l’Ambrì Piotta ha dato un importante segnale alle dirette avversarie per la corsa al post season, ma soprattutto lo ha dato a sé stesso confermando che quanto di buono mostrato contro il Bienne nel weekend precedente non era solo un fuoco di paglia.
A fine partita ci siamo intrattenuti con Laurent Dauphin, autore di una prova di spessore nella quale è stato premiato come miglior giocatore in pista per i biancoblù. “Sono finalmente soddisfatto dell’impatto che ho avuto sul gioco ma anche di come sono riuscito a integrarmi con i miei compagni di linea. Con Spaceck e Pestoni si è creato da subito un ottimo feeling, nel corso del match abbiamo generato diverse occasioni interessanti e, alla fine, è arrivata una bellissima vittoria di squadra”.
Una vittoria che avresti potuto sancire tu se non fosse stata annullata quella rete nell’overtime. Come hai reagito a quell’episodio?
“Al momento mi è dispiaciuto, poi per come sono andate le cose va benissimo anche così. La mia prima impressione sul ghiaccio è che fosse una rete valida ma se gli arbitri hanno deciso diversamente avranno avuto le loro buone ragioni. Poco male, ci hanno pensato Lilja e Spaceck a farci giustizia (ride, ndr.)”.
Abbiamo parlato di episodi e in questo derby ce ne sono stati parecchi, su tutti la penalità di partita a Koskinen e, per l’appunto, la tua rete annullata. Tutto ciò rende il successo ancor più appagante?
“Mentirei se non dicessi di sì. Queste sono le partite più belle da vincere. È stata una serata che ci ha trasmesso tante emozioni positive che spero saremo in grado di valorizzare in vista del rush finale. Non stavamo vivendo un momento particolarmente felice, non tanto per il gioco espresso quanto per ciò che non stavamo raccogliendo in termini di punti. Vittorie come questa aiutano a risollevare il morale di un gruppo e a capire che c’è del buono nel lavoro che stai portando avanti”.
Situazioni come quella che ha visto Koskinen rimediare una penalità di partita che tipo di impatto hanno sul gameplan di una squadra? Avete cambiato qualcosa da quel momento?
“Sì e no, diciamo che sono situazioni che possono influire soprattutto a livello mentale. Per la squadra che perde il giocatore è un duro colpo, per l’altra rappresenta una grande opportunità. Quando Fatton è entrato a freddo ci siamo detti che avremmo dovuto tirare il più possibile. Lo stavamo già facendo – ed era il nostro intento sin dall’inizio della sfida – ma abbiamo capito che bisognava incrementare la mole di conclusioni verso di lui. Ci abbiamo provato, ma in quella circostanza non siamo stati abbastanza efficaci”.
Dopo un primo tempo equilibrato, dal secondo è arrivato da parte vostra un chiaro giro di vite. Cos’è cambiato?
“Forse abbiamo iniziato ad andare più diretti sulla porta. Già nel primo tempo ci avevamo provato, ma troppo spesso le nostre conclusioni non arrivavano in porta grazie al buon lavoro dei loro difensori. Dal secondo tempo abbiamo smesso di giocare di fioretto e abbiamo incrementato l’intensità ed il forecheck. Credo sia stata questa la chiave di volta per noi”.
Due buone prestazioni contro il Bienne non avevano portato punti. Contro il Lugano è invece arrivata una vittoria sofferta ma meritata. Il periodo negativo è superato?
“Non nascondo che ci siamo tolti un peso e che questa vittoria ci dà un po’ di ossigeno. È una bella iniezione di fiducia per tutto il gruppo. Mancano ancora parecchie partite alla fine, siamo in piena corsa per il post season e dobbiamo darci dentro fino alla fine. Sì, il periodo negativo è alle spalle e ora guardiamo avanti con fiducia e voglia di fare bene”.