LUGANO – Una manciata di tifosi si è presentata all’allenamento del Lugano di giovedì mattina, tra chi lo fa abitualmente e qualcuno incuriosito dalla presenza del nuovo attaccante canadese dei bianconeri John Quenneville.
L’ex ZSC Lions, che indossava sul casco il numero 71 che fu di Fredrik Pettersson, ha partecipato a una seduta intensa e di condizione, visti i numerosi assenti impegnati con le rispettive nazionali (oltre a un ammalato Arcobello) e alla quale si sono aggiunti diversi giovani.
E l’attenzione era volta soprattutto allo stato di forma del 27enne, ancora senza squadra dalla scorsa primavera: “Guardami, sono in perfetta forma!”, ha debuttato con una risata Quenneville. “Scherzi a parte, mi sento veramente bene, durante questi ultimi tre mesi mi sono preparato duramente assieme a squadre professionistiche, posso dire che per almeno cinque o sei giorni alla settimana sono stato sul ghiaccio “.
John Quenneville, ti sei quindi sentito bene in questi primi giorni sul ghiaccio della Cornèr Arena?
“Quello appena finito è stato il mio secondo allenamento qui ed è andato bene, è stata una seduta molto intensa ma sento belle sensazioni. Mi manca ovviamente giocare una partita vera ma mi sento in ottima forma”.
Hnat Domenichelli ha affermato che avevi diverse offerte e non solo dalla Svizzera, come è caduta la tua scelta su Lugano?
“La Svizzera prima di tutto è un bellissimo posto in cui vivere, l’ho visto nel mio passaggio a Zurigo e il campionato è di altissimo livello, mi sono divertito in quella stagione nonostante la sconfitta in finale contro lo Zugo. Non da ultimo il Lugano rappresenta un club storico e molto importante, quando è arrivata la proposta è stato abbastanza semplice decidere cosa fare”.
Hai atteso a lungo prima di trovare la destinazione giusta, dietro c’è una ragione famigliare, giusto?
“Non solo, ma è stata sicuramente la ragione principale di questa mia attesa. Da poco sono diventato padre e improvvisamente le esigenze mie e naturalmente di mia moglie sono cambiate, quindi ho valutato bene ogni opzione prima di decidere come muovermi, perché la scelta doveva andare anche in favore della mia famiglia e doveva essere la migliore possibile. Ho da subito voluto evitare la AHL per via delle lunghissime trasferte, ma sapevo che ora era il momento opportuno per tornare a giocare e quindi ho guardato alla possibilità di tornare in Svizzera”.
Mentre la scorsa stagione hai fatto il passaggio inverso dall’Europa al Nord America…
“In Svezia mi ero trovato bene, anche sul piano sportivo ho trovato un hockey di alto livello, ma quando stava per nascere mia figlia ho pensato che fosse meglio tornare in Canada e il Leksand ha accolto la mia richiesta, così ho potuto terminare la stagione vicino a casa e passare i primi mesi di vita di mia figlia accanto a lei e a mia moglie. Mi sono reso conto che in quel momento sono cambiate all’improvviso moltissime cose e ho dovuto per forza rivedere molti dei miei piani”.
Per ritrovare il ritmo partita potrebbe esserci come opportunità la Coppa Spengler, hai mai pensato a questo?
“Non ci ho pensato direttamente ma ovviamente potrebbe essere una bella opportunità, ma ad oggi non so se capiterà. Mi piacerebbe poter vestire la maglia del Team Canada ma per ora non è un discorso a cui penso molto, vado avanti passo per passo”.
Questo passaggio a Lugano lo vedi come un’opportunità per un contratto in ottica futura in Svizzera? O la NHL rimane il tuo obiettivo principale?
“Ogni opportunità per uno sportivo professionista va colta anche in ottica futura, quindi farò del mio meglio per sfruttare anche questa possibilità che ho con il Lugano. La NHL è ovviamente l’obbiettivo di ogni giocatore di hockey, ed è così anche per me, ma vedremo in futuro cosa capiterà, ora devo solo dare il meglio dove mi trovo ora”.
Ti abbiamo visto scambiare molte parole con Mirco Müller, vi conoscete da tempo ormai…
“Ci conosciamo dai tempi dei New Jersey Devils, un grande compagno di squadra e soprattutto un amico con cui ho legato subito e che mi ha fatto grandissimo piacere ritrovare qui a Lugano. Ci siamo già visti negli scorsi giorni appena sono arrivato in Ticino prima di andare sul ghiaccio e ha già dato una grande mano a me e a mia moglie a sistemarci e dandoci alcune dritte”.
Hai già parlato con Luca Gianinazzi del tuo ruolo in squadra?
“Quello che mi si chiede è di portare le mie caratteristiche, di segnare, far segnare i compagni e di creare spazi con energia e velocità. Sulla mia posizione nel line up per ora è prematuro parlarne, lo capiremo più in là quando torneranno anche i compagni che oggi sono assenti”.