Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Sorrisi di speranza
A volte le esultanze con i compagni dopo le reti svelano rapporti particolari tra i giocatori, stati d’animo o spirito di gruppo, alcune vogliono mandare dei messaggi, altre sono polemiche.
Di certo polemica lo era quella di Joey LaLeggia dopo il 3-1 di Langnau mimando il gesto dell’arbitro per assegnare il gol dopo essersi visto annullare un gol pochi minuti prima (oltre a un secondo la sera precedente), mentre alquanto strana ma divertente è stata quella tra Jeremi Gerber e Matthew Verboon dopo lo 0-1 con i due a usare i bastoni come se stessero facendo trazioni alla sbarra, infine meno comprensibile ma altrettanto gioiosa quella nel derby di Markus Granlund a cavallo del bastone e a indicare (?) la direzione.
A mancare ai tifosi bianconeri saranno proprio le celebrazioni del finlandese, oltre a quelle ormai famosissime di un sempre incontenibile – e sdentato – Daniel Carr, con l’augurio che almeno il numero 7 possa presto tornare a mostrare il suo particolare sorriso al pubblico della Cornèr Arena.
2. La pasta del capitano
Tutti possono sbagliare, la cosa fondamentale è la reazione agli errori. Nello specifico, Calvin Thürkauf ha mostrato cosa significhi dare l’esempio e rialzare la testa dopo una caduta, mostrando la via da vero leader. Nel terzo periodo della sfida ai Tigers il capitano bianconero è andato a cercarsi una penalità ingenua in fase d’attacco, permettendo a Saarela di riaprire una partita che sembrava in controllo dei bianconeri.
La sua reazione? Nel cambio successivo il topscorer della lega ha recuperato caparbiamente un disco in difesa, lo ha portato di forza nel terzo offensivo servendolo a LaLeggia che ha insaccato il 2-4 che ha rimesso in sicurezza il risultato. Questioni di livello.
3. Joey il tutto fare
Il suo curriculum lo diceva bene, oltre al difensore Joey LaLeggia è in grado di fare l’attaccante, come aveva fatto nel suo periodo a Bakersfield in AHL anni fa, e come lo ha di nuovo utilizzato in situazione di emergenza a Langnau Luca Gianinazzi.
Sul ghiaccio dell’Emmental il numero 16 ha giostrato all’ala di Thürkauf assieme a Michael Joly con risultati a dir poco di successo, vista la doppietta decisiva ai fini del risultato, prendendosi il suo posto di blueliner in power play.
Il canadese non si è però fermato qui, è stato protagonista di una mischia rugbistica sul suo gol (di gomito) annullato, e infine, dopo il 3-1 stavolta valido ha vestito anche i panni dell’arbitro, certificando con decisione la rete appena segnata. Con Marc Wiegand alle spalle che guardava senza capire bene cosa stesse succedendo.
4. La coperta non basta mai
Sarà che tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre le temperature e il clima sono partiti subito verso l’inverno, fatto sta che al Lugano in attacco la coperta non basta mai.
In questa stagione Hnat Domenichelli ha portato la rosa offensiva a ben 18 giocatori, praticamente cinque linee d’attacco, ma nonostante ciò la sfortuna bianconera ha comunque scoperto i piedi della squadra lasciandoli al freddo di fine autunno. Carr, Granlund, Marco Müller, Patry, Walker e Canonica gli assenti, di che costruirci un primo blocco di lusso e una quarta linea di grande energia, praticamente mezzo line up offensivo non disponibile. Più di una coperta servirebbe un bel piumone doppio.
5. Le mani non invecchiano
Passano gli anni, e superata una stagione negativa oltre che essere passato a un ruolo più “nascosto” rispetto al passato, Mark Arcobello rimane un giocatore dalle risorse preziosissime anche se non ha più i numeri delle stagioni migliori.
La sua visione di gioco rimane innata, come mostrato dall’assist servito a Cole Cormier a Langnau, il suo tredicesimo passaggio vincente della stagione. Di quei tredici assist ben dieci sono diretti, e in questo esercizio tra i bianconeri è dietro a Thürkauf e Carr (arrivati a 14, rispettivamente 12) mentre nella lega è ancora nella top-10 assieme ai soliti maestri come DiDomenico, Gunderson e Kovar, davanti ad altri come Kahun, Manninen, Malgin o Sekac.
E il numero 36 ha spesso ricoperto il ruolo di centro nel bottom six assieme a giovani o giocatori meno propensi alla rete, il che avvalora ancora di più le sue gesta.