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Lugano

Il singhiozzo del Lugano non passa nemmeno a Kloten

Ancora sotto di due reti nel primo periodo, i bianconeri ribaltano il Kloten ma un errore di Alatalo costa il 3-3. Ai rigori non bastano le reti di Fazzini e Joly

(PostFinance/KEYSTONE/Christian Merz)

Il singhiozzo del Lugano non passa nemmeno a Kloten

KLOTEN – LUGANO

4-3

(2-0, 0-2, 1-1; 1-0)

Reti: 5’19 Schreiber (Kellenberger, Diem) 1-0, 14’44 Aaltonen (Ojamäki, Simic) 2-0, 31’56 Walker (Morini, Canonica) 2-1, 34’36 Granlund 2-2, 45’47 Carr (Thürkauf, LaLeggia) 2-3, 52’11 Ramel (Diem) 3-3

Rigori: Ekestahl-Jonsson, Fazzini, Joly, Diem, Morley

Note: Stimo Arena, 4’935 spettatori
Arbitri: Lemelin, Ruprecht; Duc, Gurtner
Penalità: Kloten 6×2, Lugano 5×2

Assenti: Jeremi GerberLeandro HausheerMark Arcobello (sovrannumero), Cole Cormier (infortunato), Niklas Schlegel (ammalato)

KLOTEN – Quanto pesano gli errori del Lugano. Ancora una volta a mettere il classico bastone tra le ruote ai bianconeri in un finale che aveva raddrizzato quanto di brutto visto inizialmente è stato il classico scivolone a cui alcuni giocatori ci hanno fin troppo abituati in questo inizio di stagione.

Il brutto di cui si parla è stato l’ennesimo inizio a rilento del Lugano, confermato in toto da Gianinazzi dopo la vittoria nel derby, con l’eccezione di uno Schlegel ammalato sostituito nella funzione di back-up da Fatton. Un inizio in cui i bianconeri hanno sofferto palesemente il rtimo forsennato messo in pista dal Kloten, con un forecheck asfissiante e continuo da parte dei padroni di casa, capaci di soffocare qualunque iniziativa e di portarsi sul 2-0.

Pochissimi gli spunti degli ospiti, tanto rincorrere e poco controllo del disco, fino a una seconda metà di partita dove le cose sono un po’ cambiate, soprattutto quando gli aviatori hanno tolto il piede dall’acceleratore, un po’ per gestire il vantaggio, un po’ perché sarebbe comunque stato impossibile per loro mantenere quel ritmo infernale per più tempo nella seconda partita consecutiva.

(PostFinance/KEYSTONE/Christian Merz)

A quel punto il Lugano ha cominciato a farsi preferire, riuscendo finalmente a penetrare lo slot basso dell’ottimo Zurkirchen, segnando le due reti valse la rimonta con praticamente due azioni partite alla stessa maniera aggirando la porta, con la prova che andando lì davanti al portiere avversario qualcosa può sempre succedere.

E il Lugano alla fine con pazienza e lavoro per uscire dal forecheck e invertire la pressione ha cominciato a causare errori sulle palette del Kloten, propiziando persino il 2-3 ad opera di Carr dopo aver imbrigliato una ripartenza già prima di uscire dal terzo offensivo. Gli ospiti sembravano perfettamente in grado di gestire il vantaggio, il Kloten non aveva più l’energia dei primi due tempi, ecco quindi che per rovinare tutto è arrivato il citato errore di Alatalo, il quale perdendo un disco “tranquillo” dietro la porta ha favorito il nuovo pareggio di Ramel.

Una beffa a cui i bianconeri avrebbero però potuto porre rimedio con un power play nel finale, giocato in parte anche in cinque contro tre, non riuscendo però a fare breccia, sbattendo ancora sul palo nell’overtime con Ruotsalainen (che comunque si conferma in crescita dopo le partite del week end) e stavolta uscendo sconfitto ai rigori, il contrario della sera prima.

L’amaro in bocca per il punto perso al derby si è moltiplicato dopo questa serata, nata male, raddrizzata e persa per mano propria e alla fine dal doppio turno il Lugano esce con tre punti, pochi sia moralmente che insufficienti per fare passi avanti in una classifica che comunque per ora è ancora stretta nelle posizioni centrali.

(PostFinance/KEYSTONE/Christian Merz)

Si credeva che la vittoria contro l’Ambrì Piotta potesse dare un nuovo slancio a Thürkauf e compagni, ma quello che aleggiava nell’aria nei primi cambi era l’odore della serata difficile, della partita interpretata male, un sentore che chi ha un po’ di esperienza riesce a percepire fin da subito. Buona cosa essere riusciti a ribaltare la situazione, imperdonabile farsi raggiungere per l’ennesimo errore di gestione del disco in zona difensiva, peccato per il palo nell’overtime e la sconfitta nei rigori.

Luca Gianinazzi dopo il derby ha parlato di convinzione in quello che si fa, ed è giusto che il Lugano continui sulla sua strada, che insista e cerchi i propri obiettivi a corto termine, quelli di un gioco funzionale e di squadra, ma se si vogliono i risultati conseguenti a questi fattori occorre assolutamente lavorare sulle solite cose di questo inizio di stagione. Il coach bianconero non è nemmeno aiutato dalle prestazioni individuali, anche se si sono visti alcuni giocatori in crescita, ma da altri è lecito attendersi molto di più, oltre che sperare nella fine di questi sabotaggi dall’interno.

Forse siamo troppo severi e forse nell’ambiente ci si aspettava troppo inizialmente da questo Lugano, che ha logicamente bisogno di crescere in un campionato dove molti avversari viaggiano già comodamente rodati e dove non si aspetta nessuno.

Questo non significa sminuire o rivedere al ribasso il potenziale di questa squadra, no, questo rimane elevato come lo si è immaginato, ma vuol dire che forse, anche alla luce di alcune individualità in difficoltà – e un po’ sfortunate, va detto – ha bisogno di qualche chilometro di strada in più per completare il rodaggio e trovare la sua velocità di crociera.


IL PROTAGONISTA

Sandro Zurkirchen: Il secondo portiere del Kloten dimostra che non ha perso affidabilità, anche se costretto alla staffetta con un portiere di livello come Metsola. L’ex bianconero ha tenuto ottimamente la sua porta, ha solo avuto un’indecisione sul gol di Granlund, ma in generale ha dato sicurezza e sigillato la porta nel finale di terzo tempo con il Lugano in power play, compiendo pure una grandissima parata nell’overtime su Thürkauf.


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