ZUGO – “Avremmo meritato molto di più, abbiamo giocato un’ottima partita collettiva”, ha commentato al termine della sfida della Bossard Arena il canadese Michael Joly. “Non sono fiero del mio errore, penso ci sia costato il match, purtroppo a volte succede, bisogna imparare dagli errori. Nello sport ci sono degli alti e dei bassi, si prova semplicemente a fare in modo che gli alti prevalgano”.
Certo, di punti non ne sono arrivati nemmeno a Zugo per il Lugano dell’assistente allenatore Krister Cantoni, ma rispetto alla prestazione fornita in casa contro lo Zurigo, si è trattato di un buon upgrade…
“Nel primo tempo tempo non molto, mi viene da dire, abbiamo impiegato un po’ a entrare in partita, mentre dalla seconda frazione condivido, lì si è visto il nostro vero volto”.
Come ti spieghi questi sbalzi di livello all’interno della stessa gara?
“È un po’ quello che dobbiamo imparare, incastrare ogni pezzo di quello che stiamo costruendo al momento giusto e con costanza. Forse nel primo tempo abbiamo un po’ patito la sconfitta incassata contro lo ZSC, si sono impiegati 20 minuti prima di entrare nel vivo della sfida, ma poi abbiamo iniziato a giocare e in seguito nuovamente un po’ dal nulla abbiamo regalato un gol. Onestamente tutte e tre le reti subìte sono state un po’ frutto di regali con svarioni difensivi, abbiamo buttato via la partita. È dunque fondamentale trovare l’incastro giusto dei pezzi per tutti i 60 minuti e non solo per 30 o 40″.
La quarta e ultima rete ottenuta da Wingerli a porta vuota è stata contestata. Dall’alto delle tribune si è avuta la percezione che prima della ripartenza locale il disco fosse uscito sulle reti di protezione, dalla panchina che sensazione hai avuto?
“Mi sembrava effettivamente che il disco avesse toccato la rete sopra al plexiglas, anche il nostro videocoach Flavio Nodari dalla tribuna ci ha confermato l’accaduto. Purtroppo in fase offensiva non si può chiamare il challenge in queste determinate situazioni. Non abbiamo dunque potuto fare nulla, sono cose che capitano e non si possono gestire. Dunque conta poco adesso recriminare con i se o con i ma”.
Nell’ultimo minuto, malgrado la frustrazione per la contestata rete di Wingerli, sotto di due gol, in inferiorità numerica e senza più prospettive, avete comunque ancora creato due azioni offensive. È forse un’inezia, ma a mio avviso è un bel segnale…
“Alla fine devi cercare di prendere e portare via con te le cose positive e non recriminare sul negativo, è difficile. Abbiamo avuto tante occasioni, parecchi breakaway non sfruttati, torno dunque al discorso di prima, con i pezzi che devono incastrarsi per ottenere alla fine i tre punti”.
Si è visto ancora una volta quanto l’hockey sia spietato. Joly ha dapprima deliziato tutti con una grande rete e diversi spunti di alta scuola, ma il suo errore in fase d’impostazione vi è costato la rete decisiva di Martschini…
“Questo è lo sport, bisogna accettarlo, alla fine non dobbiamo essere arrabbiati con lui. Chi non fa errori è colui che non prova, io preferisco avere giocatori propositivi che cercano di fare qualcosa. Chiaro lui perde il disco, poteva magari aspettare un compagno, forse sarebbe riuscito a tamponare il tutto, ma bisogna cercare solo gli aspetti positivi e andare avanti”.
La sensazione è che Ruotsalainen sia ancora al di sotto delle attese. Come lo hai visto e quanto tempo ci vorrà per vederlo nel suo splendore? I tifosi e non solo hanno grandi aspettative in lui…
“In generale ci aspettiamo tanto di più da tutti, noi allenatori compresi. Poi vero, Arttu non ha avuto un inizio facile, in agosto è stato malato per due settimane, ci vuole dunque tempo per riprendere le energie mancanti. Per quanto riguarda il suo livello, né io né te dobbiamo star qui a dire che giocatore sia, dobbiamo solo stargli vicino, avere pazienza. Lui lavora molto duramente quotidianamente e non ho dubbi, prima o poi farà vedere di cosa è capace”.
Con la partenza di Matti Alatalo e l’arrivo di Kaskinen in qualità di tuo nuovo collega è cambiato un po’ il tuo ruolo all’interno dello staff tecnico?
“Il mio ruolo all’interno dello spogliatoio è rimasto lo stesso, a me piace portare energia. A livello tecnico ho ripreso un po’ il ruolo di Alatalo, sono dunque un po’ più responsabile delle situazioni di inferiorità numerica e dei cambi dei difensori, ma di base resta tutto comunque una discussione a tre dove l’intero staff è implicato”.