Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Psst, è meglio non dirlo
Dopo cinque partite il boxplay dell’Ambrì Piotta è ancora imbattuto, con una riuscita statistica del 100% dopo che i biancoblù hanno sinora giocato oltre 28 minuti con l’uomo in meno. Da elogiare c’è sicuramente l’impegno di chi viene mandato in pista (i leventinesi hanno bloccato ben 18 tiri di media a partita), ed anche gli interventi di Juvonen e Conz hanno avuto un ruolo importante nella riuscita del penalty killing.
La perfezione è però difficilmente raggiungibile, specialmente in uno sport veloce come l’hockey. Stavolta infatti sono stati i revisori della lega ad essersi fatti sfuggire qualcosa, visto che una rete in boxplay l’Ambrì Piotta in realtà l’ha tecnicamente subita, ovvero quella di martedì firmata da Mottet con Grassi che aveva ancora da scontare qualche secondo sulla panchina dei penalizzati.
Ma in fondo poco importa, la sostanza parla ad ogni modo di un boxplay che per la squadra di Cereda sta funzionando molto bene, ed allora è meglio continuare a giocare senza parlarne molto. Come affermato da Bürgler nella nostra intervista “è importante rimanere con i piedi per terra. Sono dell’opinione che bisogna parlarne il meno possibile, così magari l’andazzo positivo continua”.
Forse non sarà un boxplay da 100% d’efficacia, ma a parlare sinora è stato il ghiaccio, e quanto ha detto è stato molto positivo.
2. Inversione di tendenza
La scorsa stagione i faceoff erano tornati ad essere un problema per l’Ambrì Piotta, tanto da far registrare una percentuale di riuscita del 46.58% che aveva rappresentato il dato peggiore dall’arrivo di Luca Cereda in panchina. Praticamente nessun giocatore aveva infatti saputo essere una certezza in questo senso, ed alla lunga per i biancoblù il dato ha pesato.
Quest’anno invece le cose stanno andando diversamente, e dopo cinque partite – campione comunque ancora ristretto – l’Ambrì Piotta è la quarta miglior squadra con il 52.4% di riuscita. Numeri questi mai raggiunti da quando la lega tiene delle statistiche degli ingaggi, visto che il dato più alto era quello del 2020/21 con il 52.2% di successi.
Un ruolo importante in questo senso lo sta avendo naturalmente Laurent Dauphin, miglior biancoblù con addirittura il 60% ed una media di oltre 11 faceoff vinti ad incontro. Il canadese è tra i migliori della lega, e rappresenta il perfetto esempio per il giovane Manix Landry, che viaggia con il 51% di riuscita e quasi dieci ingaggi vinti ad incontro.
In perfetto equilibrio Kostner (50%), mentre Spacek sta mantenendo un tasso di riuscita analogo a quello della scorsa stagione (48-49%).
3. La certezza del powerplay
L’inizio di stagione è stato positivo anche guardando alle superiorità numeriche, questo nonostante i leventinesi abbiano visto partire i loro due giocatori più efficaci in powerplay, ovvero Filip Chlapik (7 gol la passata stagione) e André Heim (6), mentre Zwerger (secondo miglior assist man con 12 passaggi decisivi) deve ancora scendere in pista.
L’impostazione del powerplay ha però saputo generare tante situazioni pericolose, con Spacek ad esempio nel nuovo ruolo di tiratore, oppure elementi “pesanti” come Dauphin, Kostner e Lilja posizionati a ridosso del portiere per cercare deviazioni e gol sporchi.
Questo ha dato i suoi frutti visto che l’Ambrì ha trovato almeno un gol in powerplay in tutte le cinque partite disputate (!), con la miglior percentuale della lega (35%) che si è tradotta in cinque reti.
Guardando le statistiche ci si accorge inoltre che tutti i dieci giocatori coinvolti nel powerplay hanno sinora contribuito con almeno un punto. Indubbiamente un bel risultato.
4. Il mazzo, l’asso e il jolly
Ha iniziato la stagione con le idee ben chiare coach Luca Cereda, che durante il preseason ha delineato un lineup che ha poi confermato anche nell’avvio di campionato senza fare troppi cambiamenti.
L’allenatore ha però mischiato alcune delle sue carte nel weekend, prima per cercare di stimolare la fase offensiva scambiato di ruolo Dauphin e Landry, e poi spostando il giovane De Luca al centro per sopperire all’assenza di Spacek.
Una bella mescolata all’intero mazzo Cereda l’ha però fatta sabato nella seconda pausa, mandando in pista la sua squadra nel terzo tempo con tre linee praticamente ridisegnate. I cambiamenti hanno sortito l’effetto desiderato, ed anche senza l’asso Spacek la squadra ha trovato il modo di arrivare alla vittoria.
Tra una partita e l’altra il mazzo torna invece nelle mani Paolo Duca, che ha sempre nella sua manica la possibilità di aggiungere ancora una carta alla squadra. Come verrà giocato questo jolly sarà davvero importante per l’intera stagione, in una mano che il DS vorrà sicuramente giocarsi con più certezze possibili.
5. Gli occhi della tigre
Affrontare il Langnau non è semplice per nessuno, specialmente nell’Emmental dove i Tigers danno sempre battaglia. La partita di sabato si è confermata rognosa come da previsione, ma l’Ambrì ha trovato il modo di ottenere il successo ed i Tigers negli ultimi anni – pur se ostici – si stanno confermando uno dagli avversari preferiti dei leventinesi.
Quella di sabato è infatti stata la sesta vittoria di fila contro il Langnau, con i biancoblù che hanno vinto 10 delle ultime 11 partite disputate ed ottenuto il successo per ben sei volte consecutive in trasferta.
Dalla stagione 2020/21 contro il Langnau sono arrivati una media di 2.15 punti a partita, con un totale di 40 gol fatti e 27 subiti ed appena il 14% delle partite passate in situazione di svantaggio. Queste partite sono insomma complicate, ma alla fine i biancoblù riescono sempre a sfoderare gli occhi della tigre.