RAPPERSWIL – Il giovane Jonas Taibel (compirà i 19 tra una settimana) è uno dei nuovi giovani rampanti pronti a ritagliarsi uno spazio nel nostro massimo campionato. Il centro del Rapperswil, nato e cresciuto nella splendida Feldkirch ma in possesso anche del passaporto elvetico, è uno dei prospect più interessanti da tenere d’occhio.
Ancora un po’ sconosciuto alle nostre latitudini, lo abbiamo incontrato alla St. Galler Kantonalbank Arena per cercare di tastargli il polso e conoscerlo un po’ meglio.
Jonas, quanto è grande la tua gioia nell’affrontare la tua prima stagione tra i professionisti?
“È molto grande, soprattutto per il fatto di poterla disputare proprio qui a Rapperswil, dove ho fatto le trafile nelle giovanili”.
Diversi compagni li conoscevi già, anche perché due anni fa ti eri già allenato con la prima squadra e avevi pure disputato un match di campionato…
“Esatto, ne conoscevo già parecchi. Sono stato accolto molto bene da tutti, l’ambiente all’interno del team è davvero ottimo, c’è molta coesione”.
Sei reduce da due anni in una lega giovanile canadese in quel di Moncton, è stato facile prendere la decisione di tornare a casa oppure hai riflettuto a lungo?
“Si trattava di una decisione molto importante, questo sì. Quando ho infine deciso di optare per il rientro in Svizzera per me era chiaro, l’unico club che entrava in linea di conto per me era il Rappi”.
Come ti descriveresti come giocatore?
“Sono un centro two-way, sono bravo difensivamente e so pure creare occasioni in fase offensiva. Questo è in sostanza il mio tipo di gioco”.
Dove devi migliorare maggiormente?
“In particolar modo nel gioco offensivo, specialmente in fase di rifinitura”.
Come sono stati gli anni trascorsi in Canada?
“Sono stati veramente importanti, ho imparato moltissimo, sia sul ghiaccio che fuori. Credo che questo periodo passato oltreoceano mi aiuterà molto pure in futuro”.
Per i giovanissimi è dura imporsi in NL, ma ci sono elementi come te o ad esempio i tuoi compagni di Nazionale Biasca e Canonica che tentano il grande salto. È comunque un bel segnale il nostro hockey…
“In ogni caso, quando un giovane riesce ad avere la chance di poter mostrare le sue qualità nel massimo campionato è in definitiva una bella cosa e più in generale aiuta ad alimentare l’intero movimento hockeistico del nostro paese”.
Avete pianificato un percorso a lunga termine tu e lo staff tecnico al fine di farti crescere, come ad esempio piazzarti nel farm-team a Winterthur, oppure sarà tutto spontaneo e dipenderà dal tuo livello?
“Al momento non c’è un piano ben preciso, dapprima vedremo come andranno le partite di preparazione e poi si vedrà, può capitare di tutto”.
Quali sono i tuoi obiettivi personali in questo primo anno tra i professionisti?
“Nel limite del possibile voglio trovare un posto stabile in prima squadra, cercare di disputare il numero maggiori di partite possibili e avere un ruolo”.
Pure il Mondiali U20 sarà uno dei tuoi traguardi presumo…
“Certamente, è sempre speciale quella manifestazione. Se dovessi essere convocato sarebbe già la mia terza rassegna iridata in questa categoria. È una bella sensazione poter giocare con l’emblema rossocrociato sul petto”.
Tu sei nativo di Feldkirch e hai trascorso la tua infanzia li, come mai hai il passaporto elvetico?
“È grazie alla nonna materna. Lei è nata in Svizzera e così tramite mia mamma ho potuto ottenerlo”.
I tuoi genitori si sono pure trasferiti a Rapperswil con te?
“No, loro continuano ad abitare in Austria”.
L’ultima domanda è legata al Rapperswil, autore di una grande crescita negli ultimi anni. Sei riuscito a seguirlo e sarà possibile continuare su questa onda?
“Ho sempre cercato di guardare le partite di campionato e di Champions Hockey League anche dal Canada quando avevo tempo, i match erano spesso al pomeriggio con il fuso orario. Ciò che il club ha fatto è davvero notevole, ora si tratta di continuare così. Non è facile fare previsioni, ma il mio sentimento è che sia fattibile proseguire su questa scia”.