SVIZZERA – SLOVACCHIA
4-2
(1-0, 1-2, 2-0)
Reti: 5’07 Siegenthaler (Malgin, Hischier) 1-0, 24’47 Niederreiter (Ambühl) 2-0, 25’08 Kudrna (Kelemen, Panik) 2-1, 39’29 Regenda (Okuliar, Knazko) 2-2, 46’51 Marti (Richard) 3-2, 59’25 Haas (Miranda, Simion) 4-2
Note: Arena Riga, 4’840 spettatori
Penalità: Svizzera 2×2, Slovacchia 3×2 + 1 x rigore
Assenti: Tim Berni (non iscritto), Sven Senteler, Damien Riat, Leonardo Genoni (sovrannumero), Calvin Thürkauf (infortunato)
RIGA – Che la Slovacchia avrebbe rappresentato un esame già ben diverso rispetto alle prime tre partite lo si sapeva, e la squadra di Craig Ramsay lo ha confermato. Intendiamoci, la Svizzera avrebbe potuto vincere anche con uno scarto più ampio, la Slovacchia ha tirato poco verso la porta difesa da Mayer, ma è bastato per fare perdere l’imbattibilità alla difesa rossocrociata e in generale la Svizzera ha faticato nel proporre un gioco fluido e continuo.
Forse questo è dovuto anche ai cambiamenti apportati da Patrick Fischer per accogliere in squadra Hischier e Siegenthaler (oltre a Fiala arrivato da due giorni) e difatti per ora il capitano dei New Jersey Devils non si è ancora calato del tutto nella realtà dei mondiali e i logici spostamenti delle altre linee hanno creato qualche nuovo automatismo da limare.
Poco male, la Svizzera è venuta a capo degli slovacchi con personalità e nonostante qualche errore non solo in attacco – con un Fiala incredibilmente impreciso e che ha sbagliato anche un rigore – ma anche sul piano difensivo come quei due svarioni in fila tra Haas e Loeffel che hanno portato al primo gol slovacco.
La capacità della Svizzera è stata anche quella di non andare in confusione dopo il pareggio della Slovacchia nel secondo periodo, continuando a macinare gioco seppure ancora con una certa imprecisione ma senza mai snaturarsi, cercando sempre di aprire qualche crepa nella difesa avversaria con il lungo possesso del disco nel terzo che alla lunga ha scoperto le difficoltà della Slovacchia e ha stancato parecchio Hudacek e compagni, spesso costretti alla liberazione del terzo alla bell’e meglio.
Alla fine ha avuto il sopravvento il maggior tasso tecnico della Svizzera, anche se in un paio di circostanze Fischer ha aumentato un po’ il ritmo dei cambi facendone saltare qualcuno alla quarta linea, salvo piazzando Tanner Richard al cerchio d’ingaggio nei momenti importanti.
Il centro del Ginevra ha ancora una volta mostrato la sua capacità in questo esercizio, risultando decisivo sul game winning goal di Marti dove ha praticamente servito il disco al numero 54 direttamente dall’ingaggio. Tanto anche il lavoro fisico difensivo del numero 71, sicuramente uno dei migliori in pista in questa partita.
Buona anche la prova di Siegenthaler che, aldilà della rete, ha mostrato molta calma e pulizia nelle giocate, portando una componente prettamente difensiva che forse ancora un po’ mancava al reparto arretrato elvetico. Più in difficoltà Loeffel e Fora, con quest’ultimo non più utilizzato da Fischer nel terzo tempo, con un Moser che non è sembrato forse al 100% ma sicuramente in ripresa dopo il malanno di questi giorni.
E la Svizzera fa quattro su quattro, supera la prima delle prove più difficili e fa un bel passo avanti verso i quarti di finale, contando sul fatto che i margini di miglioramento sono molto ampi pensando soprattutto a quando la “paradesturm” composta da Hischier, Fiala e Malgin comincerà ad intendersela sul serio.
E poco importa se è caduta l’imbattibilità in porta (nuovo record della Nazionale), prima o poi andavano fatti i conti anche con questo e testare le capacità di reazione del gruppo che difatti ha risposto prontamente, da squadra vera.
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