LUGANO – GINEVRA
2-5
(0-2, 1-1, 1-2)
Reti: 3’46 Richard (Praplan, Le Coultre) 0-1, 13’40 Jooris (Omark) 0-2, 28’52 Hartikainen (Le Coultre, Omark) 0-3, 37’21 Thürkauf (Arcobello) 1-3, 55’23 Carr (Klok) 2-3, 59’18 Richard 2-4, 59’33 Mayer 2-5
Note: Cornèr Arena, 6’420 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Tscherrig; Altmann, Meusy
Penalità: Lugano 2×2, Ginevra 2×2
Assenti: Brett Connolly, Kris Bennett (infortunati), Loic Vedova, Yves Stoffel, Davide Fadani, Alessandro Villa (sovrannumero)
LUGANO – Stavolta è finita sul serio. Il 5-2 che il Ginevra è andato a iscrivere sul tabellone della Cornèr Arena sancisce l’eliminazione del Lugano ai quarti di finale per mano dei granata, impostisi nella serie per quattro partite a due.
Prevale la delusione ovviamente tra le fila bianconere, i playoff sono fatti per essere vinti, e in qualunque maniera ci si arrivi sono l’occasione per vivere qualcosa di competitivo ed elettrizzante. I bianconeri a questa Gara-6 ci sono arrivati con le spalle al muro dopo la sconfitta per 5-1 a Les Vernets e la squadra di Gianinazzi ha comunque provato a giocarsela, purtroppo però fino in fondo solo quando la squadra di Cadieux si era presa un doppio vantaggio, mettendo ancora di più nell’angolo Arcobello e compagni, apparsi forse un po’ nervosi e timorosi soprattutto nei momenti iniziali, con un primo periodo dominato completamente dal Ginevra e chiuso con uno 0-2 che lasciava poco spazio ad interpretazioni.
Il Lugano, con Arcobello schierato sin da subito ma con un Granlund in evidentissimo affanno – il finlandese è apparso decisamente fiacco, debilitato dal malanno che lo aveva tenuto fuori precedentemente – con la forza della disperazione ha saputo risalire fino al 2-3 con Thürkauf prima e Carr nell’assalto del terzo tempo, facendo ribollire una Cornèr Arena caldissima che ha sostenuto i suoi giocatori fino all’ultimo, anche dopo la terza sirena, ritrovando quella vicinanza che durante la stagione stava andando pericolosamente perduta.
E da qui il Lugano potrà ripartire la prossima stagione, da questo gruppo che ha coinvolto di nuovo i tifosi, da una squadra che si è aggrappata finalmente alle certezze e ai fatti e non più alle parole, una squadra che aldilà di tutte le difficoltà e i difetti di una ricostruzione ha dato filo da torcere al Ginevra, dopo aver eliminato con grande personalità il Friborgo nei preplayoff.
Certo, il tempo delle analisi verrà, per intanto però alla delusione logica e naturale dell’eliminazione va perlomeno riflessa la soddisfazione di un qualcosa che si sta muovendo nella giusta direzione (toccando ferro e con i piedi di piombo) ma la “Giana Revolution” dà nuove sensazioni, e permette di sperare che la direzione intrapresa possa finalmente essere quella giusta, proiettando il Lugano verso un’identità che mai si era vista alla Resega e alla Cornèr Arena.
Intanto rimane una serie di playoff da analizzare, che il Lugano ha perso perché sì inferiore alla corazzata granata ma non così tanto come all’inizio i pronostici potevano lasciar pensare, perché i bianconeri hanno saputo compensare le differenze a livello tecnico e fisico con una determinazione che spesso il Ginevra ha faticato ad aggirare.
La squadra di Gianinazzi forse ha capito prima di quella di Cadieux cosa serviva nei playoff e ha fatto dubitare non poco le aquile prima di cedere sulla distanza a una classe superiore, capace di fare la differenza nei momenti giusti, ad immagine anche di una Gara-6 giocata sugli stessi leitmotiv.
Forse a permettere al Lugano di dare così filo da torcere al Servette è stata anche la necessità di trovare ben prima la modalità da dentro o fuori, con quelle sfide sul finale di regular season che hanno proiettato all’ultimo punto disponibile i bianconeri ai preplayoff.
Fatto sta che quella squadra che tra ottobre e novembre si ritrovava sul fondo della classifica oggi apre tutti altri spiragli al futuro, nonostante la delusione di non aver superato di nuovo lo scoglio dei quarti di finale, con la premessa però di tornare a ragionare e a sognare in base alla realtà in cui ci si trova.
IL PROTAGONISTA
Tanner Richard: Il topscorer del Ginevra, nel bene e nel male, si è preso la scena. Da una parte non ha fatto altro che provocare il pubblico – colpa anche degli arbitri che non lo hanno mai redarguito in tal senso – dall’altra invece gli va riconosciuto di aver preso per mano la squadra e di aver vinto la sfida contro i suoi avversari diretti. Due reti, tanti dischi recuperati dopo un grandissimo lavoro fisico e il 62,5% di ingaggi vinti, per chi ha saputo anche prendere il ruolo di altri leader più in difficoltà.
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